Costi di ricarica, una guerra persa?

In molti si chiedevano e mi chiedevano perché ancora non parlassi dei costi di ricarica. Eppure – mi si diceva – ne parlano tutti, ma proprio tutti.
Come fai ad evitarli? “I consumatori stanno per vincere una loro battaglia e tu li ignori!” mi è stato scritto in un’accorata email.
Onestamente ho guardato ed osservato molto in queste settimane, ho dialogato anche con Andrea D’Ambra, colui che ha avuto il merito di portare ad alti livelli la discussione riguardo a questi costi.Ma da sempre c’è qualcosa che non mi convince, soprattutto da come viene descritta e vissuta. Si parte da aboliamoli.eu e leggo alcune inesattezze che già  ho segnalato sia pubblicamente che privatamente a colui che cura il sito. Ma fin qui niente di male, ho molta stima per Andrea D’Ambra e per il suo lodevole fine. Molto meno stima invece per chi sta trattando la questione. Anche oggi sul “Sole 24 Ore” – ossia sul maggiore quotidiano economico del nostro paese – mi tocca leggere la solita serie di populismo e demagogia: Altolà  delle Authority all’«anomalia italiana» Basta con le ricariche telefoniche gravate dal balzello del cosiddetto contributo, che finisce per pesare di più sulle tasche di chi ha meno soldi in tasca scrive l’importante giornale.

E rieccoci al punto fondamentale: in tempi non sospetti Massimo Cavazzini rese note alcune inesattezze al riguardo, il tempo è passato invano. Cosa non torna?

Innanzitutto non è un’anomalia solo italiana: il nostro paese certo non brilla per concorrenza e libero mercato nelle TLC (parole di Viviane Reding, Commissario Europeo, presso il nostro Parlamento a fine del mese scorso ndr), ma non è l’unico ad avere questo ‘balzello’, anzi. Sullo stesso PrePaidGSM.net – sito sulle prepagate mondiali che da anni gestisco con soddisfazione assieme al creatore Carlo Ghio – si può notare quanto siano numerosi i paesi ad avere questo (odioso) costo aggiuntivo.

Seconda cosa: in Italia, in casi particolari, è già possibile evitare questi costi. Wind ha un’offerta molteplice di ricarica senza costi (da 50 euro in su per tutti, per i clienti fissi anche per tagli minori) e la stessa H3G permette di evitarli. Mi si dirà che comunque rimangono esclusi i primi due gestori italiani. Vero, verissimo. Ma qui si parte con quell’effetto di ricerca del consenso (politico), perché trovo ingenuo pensare che un semplice intervento dall’alto freni questo ‘arricchimento ingiustificato’ dei gestori. Anzi, illuminante è stata la battuta di Gian Carlo nel newsgroup it.tlc.gestori.wind: “Bravi! Cosi’ i gestori aumenteranno le tariffe, e anche quelli che NON hanno MAI pagato i costi di ricarica come me ci andranno di mezzo… Complimentoni!“.

Ho la stessa identica sensazione. Perché, a mio modesto avviso, è sbagliata la base di partenza del confronto con i gestori. Sicuramente leggere 1 miliardi e 700 milioni di euro in costi di ricarica fa effetto, ma c’è da chiedersi anche perché si é in questa situazione. In Italia gran parte della clientela ha scelto l’offerta prepagata, eppure esistono anche gli abbonamenti. Eppure non ho mai visto nessuno lamentarsi della tassa di concessione governativa che costa ben 5,16 euro al mese anche per i clienti consumer, quelli a Codice Fiscale, che inutilmente la pagano. Sì, inutilmente – quanto se non di piu’ del costo di ricarica – visto che non produce nessun beneficio fiscale. Abolendo quella tassa – abolizione proposta dall’ex Ministro Gasparri, ma mai attuata ndr – ci sarebbe una scelta chiara e sicura CONTRO i costi di ricarica.

Ma questo è solo un punto: il costo di ricarica è odioso perché viene visto come balzello nascosto. Tutto mentre, da anni, il nostro mercato sta aumentando i prezzi in maniera subdola tra l’indifferenza generale. Un costo ben più odioso è  lo scatto alla risposta appena arrivato, nell’ultimo piano Vodafone “One Nation”, a ben 19 centesimi.
Eppure per queste altre subdole manovre nessuna parola, troppo difficile per trovare consensi? Scusate la malizia, ma penso che da un’iniziativa lodevole – quella di Andrea D’Ambra – molti siano saliti semplicemente sul carro dei (possibili) vincitori.

Ma questa battaglia cosa produrrà  realmente? Ammettiamo – lo spero anche io, mica lo nego – che i costi di ricarica vengano aboliti. Tutti più ricchi? Forse, ma intanto gli scatti alla risposta e la tariffazione a scatti rimangono, nonostante siano metodi di tariffazione talmente antiquati che all’inizio del Nuovo Millennio tutti corsero ad abolirli. Ecco, ora sono nuovamente presenti nei (nuovi) piani tariffari. Abbiamo costi nominali al minuto, infatti, molto bassi ma i costi reali chi li considera? Ben pochi a quanto pare. Gli stessi consumatori che gridano “Al lupo!” poi si compiacciono di avere una tariffa a 10 centesimi al minuto. Peccato che spesso quelle tariffe costino 20 centesimi e piu’ per pochi secondi, si vede che forse forse il prezzo e il costo reale è ben piu’ alto di quanto si vuol far credere… ben piu’ alto e ben piu’ incidente del costo di ricarica nelle tasche dei consumatori, soprattutto quelli piu’ deboli e meno informati.
Il rischio è che quei due miliardi di euro usciranno da altre vie. Ma stavolta con gli applausi di tutti.

74 risposte a “Costi di ricarica, una guerra persa?”

  1. Sono in completo disaccordo con le tue parole: non capisco se sia voglia di remare contro a tutti i costi o di assecondare le idee (sbagliate) di qualche altra persona/istituzione.

    Io commento, dopo aver -chiaramente- letto il comunicato di 90 e rotte pagine di agcom e agcm.
    Innanzitutto trincerarsi dietro alle ricariche di alta fascia è un gesto scorretto e sbagliato, perché il telefono -per quanto oggetto di benessere e surplus- deve essere alla portata di tutti, anche di chi non può impegnare vecchie 100mila lire. Discorso valido ancora di più con quelle da 90 euro di 3 e per le versioni CasaReWind (perché richiedono un pagamento differito su CC o bollettino).

    Altra cosa sbagliata è lo stupirsi che una persona non ricarichi da 100 o da 200 (perché no 255?) euro per ammortizzare la spesa. Ma stiamo scherzando? Se io in un mese uso 30€ voglio caricare quelli, non il 300% in più. Un medio operaio con cosa vive poi?
    Mi pare assurdo anche il commento di Gian Carlo e a motivarlo sei proprio tu: negli anni c’è stato un aumento ingiustificato dei prezzi, tra tariffe basi, servizi, promozioni, asterischi e scatti alle risposta che, visti nella loro globalità aumentano anche del 250% il valore nominale della tariffa (vedi Wind10 per lo scatto); una promo da 5.16€ è diventata di 9€ quando va bene, quando va male invece imperversano anche limitazioni d’uso e di tempo.

    Non discuto sul fatto che il futuro potrebbe non essere roseo, ma neanche che finora abbiamo vissuto nella bambagia. Vincere quella battaglia significa far scervellare le menti (alcune stupide) dei reparti marketing ad inventare qualcos’altro per fregarci 1.7 miliardi di euro, ma -anche se solo il tempo parlerà– credo che le aziende si stiano rendendo conto di quanto poco gli porti fregare l’utente (vedi le varie Relax e le varie No Problem che hanno avuto attivazioni alte ma scontentezza generale). Un cliente scontento è un cliente perso e, prima o poi, uno dei quattro operatori avrà la voglia di accontentarlo.

  2. Mi trovi d’accordo con la tua analisi! Sono anni che “lotto” come te per far sì che in Italia gli abbonamenti acquistino almeno pari dignità rispetto ai prepagati. Ma evidentemente fa molto più scalpore parlare degli inutili costi di ricarica che delle altrettanto inutili tasse di concessione governativa 🙁

    Quel che ci vorrebbe è un intervento a tutto tondo, che parta dal legislatore o spontaneamente da almeno un gestore che volesse rompere il “caretllo”, e che apporti delle modifiche sostanziali non solamente per quanto riguarda i costi di ricarica, ma pure per tutti gli altri costi “nascosti”, dagli addebiti alla risposta alle tariffazioni a scatti, dai canoni mensili agli asterischi sempre più piccoli…

    Su una cosa non sono completamente d’accordo: non penso che l’eventuale eliminazione dei costi di ricarica potrebbe essere direttamente proporzionale ad un contemporaneo aumento dei prezzi reali. Infatti i gestori si sono ben preoccupati di farlo avvenire IN ANTICIPO (e’ una battuta, ma fino ad un certo punto…).

  3. Ciao Giusva, forse non ho chiarito bene la differenza nei toni tra quello che penso sull’iniziativa e quanto stia invece emergendo.
    Secondo me si è creata una divisione sul fronte, a discapito di chi come me, te o lo stesso Andrea D’Ambra scrive sul nostro mercato da tempo. Io sono a favore dell’abolizione, non penso che sia una battaglia sbagliata. Il problema è che il tutto si è spostato in maniera incontrollata sui mass-media e sui giudizi di due autorità (a proposito, a cosa servono due autorità che commentano la stessa cosa?) che ben poco seguiranno il prosieguo after-costidiricarica.

    Cosa intendo? Intendo che questa è diventata una cosa di facciata per molti che se ne sono impossessati tanto che le stesse autorità – finché gli stessi massmedia non l’hanno resa un caso – l’avevano ignorata nell’ultimo decennio. E temo che questi soldi ‘recuperati’ saranno ripresi senza che nessuno – nessuno inteso nel senso lato, finché ci sono personaggio come te o il D’Ambra attenti nella telefonica ben poche cose saranno taciute – faccia molto. E te lo dico con l’amarezza di quanto avviene nei fatti: la povera Viviane Reding si è sgolata in Parlamento, per risposta ha avuto solo il consolidamente delle lobby delle nostre TLC e un mero link su agcom.it.
    E’ questa la salvaguardia del nostro mercato? La sola battaglia sul costo di ricarica è strumentale al gioco di quelli stessi che li nascondono – vedasi anche l’interessante articolo di MobileBlog sullo scatto alla risposta – per proporne di nuovi…

    …chiudo con una domanda (alla quale sarei contento mi rispondesse il protagonista): è solo una mia impressione o dello spirito originario di Andrea D’Ambra è rimasto ben poco?

    Quello spirito lo condivido e lo apprezzo tanto da affermare nuovamente in questo commento che emotivamente spero che questi costi vengano eliminati (sono correttissimi quei commenti che facevi sulla spesa del singolo cittadino, non lo contesto… anzi!), ma spero come frutto di una manovra coordinata a scardinare il ‘trust’ che pervade le nostre TLC. Non certo come unica bandierina da annoverare nell’albo dei successi. Se si parla di un’azione a lungo raggio d’azione annoveratemi subito in prima fila, altrimenti lasciatemi con i miei dubbi di efficacia… 😀

  4. Ora ho inteso meglio il tutto.
    Per quanto riguarda quel che penso su D’Ambra, che ho intervistato, mi è parso ancora il ragazzo semplice e pieno di ideali dell’inizio, anche se i suoi comunicati stampa sono un po’ troppo farciti di terze persone ed elogi. Sarà per questo che molti riformulano quel che dice o rimandano al sito senza riportare le sue affermazioni.

    Francamente ho una brutta impressione della nostra dirigenza politica (non parlo di destra e sinistra, ma nella sua totalità): io vedo poche persone capaci che vengono annullate dall’interesse globale del partito o delle aziende che girano lì intorno.
    Es: non avrei dato altri soldi per la copertura dell’ADSL in finanziaria, avrei obbligato a separare la rete dalla società Telecom, oppure non avrei bocciato emendamenti che (in ritardo) si occupavano del problema in esame.

    Trovo che l’unica soluzione al problema sia quella di sensibilizzare il maggior numero di gente e sperare che, tramite interventi esterni (vedi Commissione Europea con la sua media di 3 anni di ritardo), qualcosa nel mercato cambi. Ma sta pur certo che i passi falsi commessi con prodotti come la NoProblem e la Relax (15, 40, tuttorelax e autoricarica e altre) stanno dando come risultato quello di non credere più nella pubblicità. Ormai sta diventando naturale dire “É una fregatura!” se in sottofondo passa la parola “Gratis”.

    La mia speranza è che i gestori italiani presto paghino lo scotto di questo.

    (scusa per eventuali errori logici o di battitura, ma il mio 38.7 di febbre mi sta aiutando poco)

  5. Innanzitutto ti auguro una pronta guarigione. E ti ringrazio per farmi sciogliere al meglio una mia domanda che ho posto male. Ho scritto “è solo una mia impressione o dello spirito originario di Andrea D’Ambra è rimasto ben poco?” per intendere che in coloro che stanno portando avanti la cosa (ossia i massmedia e gli altri della mia critica) sia rimasto ben poco della volontà di Andrea, non che lui l’abbia persa. E’ la dicotomia che hai inteso, quella di noi ‘sognatori’ contro quella degli altri. Che spesso – hai ragione – sono il frutto di un compromesso politico piu’ che persone atte a dare una svolta concreta al nostro mercato.

    La soluzione che poni è meritoria: per ora siamo pochi a tentare di sensibilizzare le persone senza altri interessi di contorno, in questo senso spero che iniziative del genere prolifichino. Ma attenzione per tutti (me compreso): mai farsi superare dai facili richiami, il cadere nella demagogia è a portata di mano ed è un canto delle sirene a cui non tutti resistono… basti vedere quel che ci tocca leggere ultimamente.

  6. Le osservazione del primo reply, e parte del secondo, di Giusva potrebbero essere cosa scontata in un paese normale, l’Italia non lo è, e non ce ne meravigliamo!
    Il fenomeno del prepagato ha reso il nostro paese tra i più performanti in termini di sim procapite, rispetto ai post pagati, mentre all’estero il fenomeno è tutto il contrario e cmq non nella stessa misura…
    La prepagata è intesa come “libertà“, come lo chiamano gli inglesi pay and go, quindi l’utente/cittadino pensa di rispamiare, ed in questo TUTTI i gestori hanno giocato e continuano a farlo con il messaggi pubblicitari.
    Il costo di ricarica inizialmente poteva essere inteso come costo per compensare avviamento, distribuzione, insomma uno start up generale, ed ora gli stessi gestori potrebbero giustificarlo per gli enormi investimenti che stanno sostenendo per l’UMTS (nonostante il 2g dia utili lusinghieri).
    Io condivido la preoccupazione di AndreA per il semplice fatto che da noi in Italia è facile aspettarsi una “ripicca”, da parte della parte “lesa” dall’eventuale provvedimento.
    Ora come diceva Giusva e ribadiva AndreA, l’informazione andrebbe condotta nei confronti del cittadino/utente, il quale:
    1°) non sa nemmeno quale tariffa ha, nella stragrande maggioranza dei casi (almeno da quello che vedo).
    2°) fa tagli di ricarica piccoli pensando di rispamiare!!!
    3°) non è coordinato da nessuno, perchè le associazione consumatori in Italia possono avere tutti i buoni propositi di questo mondo, ma hanno un linguaggio comunicativo non comprensibile, o se lo rendono comprensibile è troppo allarmante; in più quando un loro messaggio viene raccolto dagli organi di informazione, come abbiamo visto, viene stravolto nel modo che a loro fa più comodo.

  7. Andrea, io sono totalmente d’accordo con la tua analisi.
    Ma davvero… a cominciare dalla tassa per gli abbonamenti (per cui tutti scelgono le ricaricabili, anche chi ricarica 10 volte al mese), fino agli scatti alla risposta e tariffe a scatti…
    Sono d’accordo perchè evidenziano il problema più grande del mercato delle TLC, e non è la bastardaggine delle aziende di telefonia, ma l’impreparazione evidente e la scarsissima avvedutatezza dei consumatori italiani.

    tutti sono preparati e bravissimi quando c’è da considerare i parametri possibili per l’acquisto di un’automobile, di far la spesa al supermercato, di comprare un vestito.
    Il cellulare no, il cellulare è ancora un feticcio magico che non si tocca, sia quel che sia, basta che esista e stia sempre in tasca e magari sia nuovo…
    A cosa serve davvero, come lo si utilizza, quanto costa, sono in pochi a chiederselo davvero…

    Se se lo chiedesse qualcuno di più, ora non avremmo i costi di ricarica ancora così diffusi, e forse le tariffe a scatti non sarebbero diventate la proposta pedominante del mercato.

    Sistemata questa questione, calera il silenzio sul resto, mi sa anche a me…. 🙁

  8. Concordo molto con quanto hai scritto, mi sento però di aggiungere una cosa:
    nessuno ha pensato a cosa accadrà alle ricariche di piccolo e piccolissimo taglio se davvero dovranno essere rimossi i costi? Credo che inizialmente saranno costrette a scomparire… io ricordo bene che nessuno faceva la ricarica da 100.000 lire di Wind nel 1999. Il gestore gioca anche su questo tipo di fidelizzazione che, evidentemente, poi scomparirebbe.

  9. Salve a tutti ed in particolare a Giusva,
    devo precisare alcune cose: non tutti sanno che il signor massimo cavazzini (maxkava) lavora per H3G (Tre) e quindi non è proprio il massimo in quanto ad obiettività sul problema, viste le sue critiche iniziali alla mia iniziativa, metteva in dubbio persino l’intervento della Commissione europea e la validità della petizione. Ora che c’è stato persino il pronunciamento delle Authority diventa difficile sostenere ancora le sue tesi.
    Anche maxkava sosteneva ripetutamente che l’Italia non fosse l’unico paese ad avere i costi di ricarica però, come hai fatto anche tu Andrea, non ha mai detto quale paese avesse il nostro stesso balzello. Spero tu voglia illuminarmi.
    Quella delle tariffe piu’ basse rispetto al resto d’Europa è una grande bufala. Se devo ammortizzare alla mia tariffa a 20 centesimi al minuto anche i 5 Euro di costi di ricarica la tariffa vera, comprensiva di scatto alla risposta e costo di ricarica sarà ben piu’ elevata dei 20 centesimi di € al minuto pubblicizzata.
    Come invece sostengo da tempo, e l’Antitrust conferma, senza il costo di ricarica le tariffe saranno piu’ comparabili e trasparenti.
    Ti ricordo che in Francia, ma tu lo saprai meglio di me, chi ricarica il telefonino oltre a non pagare alcun costo di ricarica, se non vado errato dai 25 Euro in su riceve un bonus di traffico sempre maggiore.
    Quindi capiterà che pagando 25 riceverai 20, pagando 50 riceverai 60 e così via fino ad arrivare al taglio di 100 € che da diritto a 150 € di traffico.
    Io ho posto un problema, mi sono attivato in prima persona ed ho sensibilizzato l’opinione pubblica, le authority, le ass. dei consumatori e la classe politica ad un problema davanti agli occhi di tutti ma su cui nessuno interveniva.
    Ho tolto tempo ai miei studi e soldi ai miei risparmi.
    Mi dispiace Giusva se i miei comunicati possano sembrare troppo farciti di terze persone ed elogi, ma chi non conosce come le cose sono andate dall’inizio, con le ass. dei consumatori che inizialmente hanno cercato (alcune riuscendoci) di cavalcare la cosa dopo che quest’ultima aveva ottenuto successo mediatico, gli elogi e le terze persone sono necessari.
    Invito tutti coloro vogliano avere maggiori informazioni sull’iniziativa da me lanciata a visitare il sito http://www.aboliamoli.eu
    Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buona serata
    Andrea D’AMBRA

  10. Caro AndreA come non essere daccordo con te?
    Noi Italiani siamo sempre gli stessi: ci fissiamo sulle cavolate e non ci rendiamo conto che il problema vero non lo si affronta mai!
    Prima domanda: perchè si chiede allo Stato (od a un suo organo) di imporre alle aziende di telefonia di eliminare i costi di ricarica e non si chiede allo Stato di eliminare contmporaneamente la sua tassa sugli abbonamenti?
    E’ evidente che le aziende perseguano il profitto: cercano di confonderci le idee il più possibile ed intanto ci aumentano continuamente le tariffe da anni. TUTTI, nessuno escluso. Questo perchè non esiste la concorrenza. Tanto l’italiano medio si vede la pubblicità con la marini, Totti, Paris Hilton,… ed abbocca.
    Seconda domanda: cosa faranno le compagnie una volta che gli verrà imposto di togliere/abbassare i costi di ricarica?
    Forse chiederanno che lo stato tolga la tassa di concessione per rilanciare i contratti e la concorrenza? ahahahaha figuriamoci…
    Si trincereranno ancora di più ostacolando per esempio l’ingresso degli operatori virtuali (che fanno poca pubblicità e campano di tariffe concorrenziali), affossando il wifi, piangendo miseria per il danno subito e sbandierando il rischio della perdita di milioni di posti di lavoro…
    Le lobby lavorano sempre, se ci danno qualcosa vogliono qualcosa in cambio… I politici faranno gli eroi e noi la prenderemo in qule posto.
    Siamo alle solite insomma. Curiamo sepre il sitomo ma mai la causa della malattia.

  11. Ringrazio Andrea D’Ambra per il suo intervento nel blog. Molto, molto apprezzato. E apprezzo quanto dice, fine meritevole quello di aver tolto tempo e soldi alla sua vita per questa battaglia. Infatti, lo ripeto la ritengo davvero utile, ha dato una visibilità senza precedenti alla cosa e il merito è tutto suo.
    Tra l’altro noto di aver quotato un pezzo dal blog di Maxkava, l’ho fatto non per mettere in altra luce quanto arrivato fin ora ma per smuovere quei colleghi giornalisti iad una ricerca piu’ approfondita sui problemi delle nostre TLC. Infatti, molti degli appunti di Massimo non sono mai stati studiati pur essendo molto precisi al riguardo. Non possono sperare, certo, che arrivi sempre un Andrea D’Ambra a sacrificare le proprie risorse personali quando invece un certo giornalismo d’inchiesta, magari supportato dalle grandi testate, avrebbe fatto molto bene alle nostre TLC.

    Tra l’altro accolgo l’invito di Andrea di raccogliere ed unire i costi ‘nascosti’ (tra cui lo stesso balzello del costo di ricarica) anche degli altri paesi europei in un unico post. Giusto il tempo di prepararlo, magari con la supervisione dell’amico ed esperto Carlo Ghio (aka Effendi), e lo metto online.

  12. Saluto Andrea D’ambra, che non conosco personalmente, ma che ha la mia stima per l’impegno onorevole che si è assunto.
    Riprendendo la sua risposta, credo che gli addetti ai lavori, gli smanettoni e gli amanti di NG e forum, sappiano benissimo che ruolo svolge massimo cavazzini alias maxkava, ma permettimi di dissentire dall’accostamento con questa discussione, perchè si tratta di soggetti con un fondo d’intenti completamente diverso.
    Io credo che qui, più che di critica, stiamo alimentando una discussione nata da una riflessione, alimentata da persone che amano le TLC e soprattutto che le conoscono.
    Non avremo le tariffe più basse d’europa, ma diciamo che siamo tra quelli che hanno le tarifffe meno peggiori (precisamente quelle tra il 1999 ed il 2004).
    Il nuovo corso intrapreso dai gestori, scattoni alla risposta, minuti inclusi con miriadi di asterischi, obblighi contrattuali ai quali non siamo abituati, rimodulazioni contrattuali tramite sms etc, li rendono si tra i peggiori d’europa se non del mondo.
    Io credo che da questo presupposto nasca la paura di una “ritorsione”, da parte dei gestori stessi, ad un provvedimento del genere e, vedendo come vanno le cose nel nostro paese, permettimi di dire che condivido una paura del genere.

  13. Rivedo in questa situazione lo stesso profilo dell’ italiano che si lamenta del sassolino e non vede la montagna, ripeterò alcuni concetti già espressi sopra, ma come posso gioire riguardo una battaglia che pone le basi sulla teoria della “coperta”, tiri da una parte e si scopre l’altra.
    Pur ottenendo una vittoria sui costi di ricarica, e far scervellando i vari marketing ( Poveri noi 😛 ), i costi dove li allocheranno?! Non oso immaginarlo vedendo anche le ultime tariffe in giro.
    Se il problema si risolvesse così cominciamo pure contro il costo dell’energia dove paghiamo ancora una quota relativa alle “vecchie (!)” centrali nucleari, ma non voglio andare fuori tema; in definitiva credo che la vera battaglia si giochi prima di tutto sull’accortenza dell’utilizzatore medio che crede ancora che pagando 10 centesimi al minuto e pagando 2€ di scatto alla risposta abbia la tariffa dell’anno.

    Saluti

  14. Chiaramente non volevo far apparire in modo dispregiativo il suo impegno, io stesso ho voluto sentire la “sua” direttamente con domande poste (che non mettevano in dubbio in alcun modo la petizione, anzi!) e mi sono complimentato in modo privato nel momento in cui qualcosa in positivo si è mosso.

    Questo però non distoglie dall’aver pensato che facesse di se “un ufficio stampa” parlando alla terza persona ed elogiando punto punto i fatti (e quest’ultima cosa comunque ci può stare). L’iniziativa è diventata popolare ed ha raggiunto ragguardevoli obiettivi proprio perché “è partita dal basso”. Dire “sono contento” è diverso dal dire “Andrea D’Ambra si ritiene positivamente soddisfatto” (ho inventato la frase, è solo per far capire!). Fa perdere quel qualcosa di class action che ha un po’ fatto “sognare” e spesso fa parafrasare dalle agenzie i comunicati, ridandogli connotazione “semplice”. Spero di essermi spiegato.

    Per il resto, continuo a dire quello che porto avanti un po’ dagli albori (e che ho inizialmente difeso anche qui): sono assolutamente felice di come le cose siano andate e spero se ne possano vedere gli effetti nel più breve tempo possibile, continuando a dare credito a D’Ambra e non alle associazioni dei consumatori.

    A presto

  15. Fashionvictim83 hai ragione. Ogni iniziativa è assolutamente lodevole e benvenuta ma finche non si affronta il problema alla radice non si risolve niente. Volete sapere come si spingono i gestori ad abbassare le tariffe e perchè in Italia siamo messi così male?
    Guardate come funziona “in Europa”

    oper. oper.
    rete virt. tot
    belgio 3 12 15
    germania 4 9 13
    uk 5 7 12
    svizzera 5 6 11
    olanda 5 5 10
    austria 5 4 9
    svezia 5 3 8
    francia 3 4 7
    danimarca 4 2 6
    grecia 4 2 6
    portogallo 3 3 6
    italia 4 0 4
    spagna 3 0 3
    (da prepaidgsm.org)

    ma vi rendete conto? Il Belgio che ha 10 milioni di abitanti ha 15 compagnie di telefonia mobile tra rete e virtuali!!!
    Finchè saremo così allergici alla concorrenza non ci possiamo aspettare un granchè…

  16. AndreA dissento completamente dalla tua analisi.
    Il punto è che la cultura del consumatore non la puoi imporre per decreto legge.
    La mia impressione è che tu non abbia letto le famose 91 pagine, perchè molti degli interrogativi che tu poni hanno risposta nella attenta analisi svolta dalle due autorità.
    Per il resto non ho mai considerato giusto il comportamento conservatore di chi si oppone alla correzione di un piccolo problema dicendo che ci sono altri problemi da risolvere. Iniziamo a risolverne uno, altrimenti ci si rinchiude in quell’incubo di Italia in cui “si scannano su tutto ma poi non cambia niente”.
    Credo infine si sottovaluti l’ottimo operato della AG.COM. (non dimentichiamoci che tra le autorità è la più giovane), che dopo il primo mandato “di rodaggio” ha iniziato finalmente a funzionare.
    Nei commenti AndreA chiedi perchè se ne siano occupate due autorità: la risposta è piuttosto complicata. Per semplificare si potrebbe dire che l’AGCM ha competenza PREVALENTE (ma non esclusiva) sulla telefonia in materia di concorrenza, mentre l’AGCOM ha competenza esclusiva in materia di trasparenza. Da qui la necessità di questa collaborazione, che IMHO ha portato a un ottimo risultato.

  17. Impressione sbagliata, mi dispiace veditu 😀

    Le ho lette, tutte e 91, comprendo e condivido molto di quello che mi viene fatto analizzare sia da quei risultati che dai commenti “critici” nei miei confronti. Assimilo e integro, penso che faccia solo del gran bene questo confronto. Nei successivi commenti ho anche chiarito molti lati che vedo sono rimasti oscuri, ma rimango ancora stupito che queste due autorità – ho chiesto sul perchè due autorità, è un discorso anche questo sulle radici e non sullo ‘status quo’ che conosco molto bene ndr – siano arrivate a dare queste risposte al mercato italiano solo a fine 2006.

    Tra l’altro cito Gusva e concordo: anche io sono assolutamente felice di come le cose siano andate e spero se ne possano vedere gli effetti nel più breve tempo possibile, continuando a dare credito piu’ a D’Ambra che alle associazioni dei consumatori. Detto ciò ribadisco che mai ho assunto l’aspetto conservatore che indichi, veditu, anche perchè mi pare di aver chiaramente esplicato (e se non lo avessi fatto adeguatamente l’ho riscritto nuovamente adesso) di condivere totalmente l’iniziativa.

    Quello invece che ho sottolineato e sottolineo ancora è che l’aspetto conservatore tanto temuto è invece dietro a coloro che invece fingono di portare avanti la campagna di Andrea D’Ambra. Basta leggere le maggiori testate nazionali: lo ripeto, sfornano populismo e demagogia… e tante cose che scrivono servono solo a preparare il terreno a chi andrà a restaurare la situazione precedente, ne’ piu’ ne’ meno. E lo dico a meno di essere così ingenui di credere che la lobby delle TLC non si stia muovendo proprio per stravolgere gli effetti benefici a cui dovrebbe portare questa (bella) discussione aperta dalla passione di aboliamoli.eu.
    Se noi tutti non daremo un seguito ad Andrea D’Ambra, rischieremo di capitolare piu’ di quanto non possa farci credere una prima (auspicata) vittoria. E sia chiaro: spero che si vinca, ossia che i costi di ricarica scompaiano.

    Però ho il difetto di pensare anche al dopo, ma se rimaniamo tutti attenti e soprattutto – come ho visto nei timori di Openmind e FabiO. – se cresce la consapevolezza del consumatore avremo un futuro radioso. Altrimenti non è stato che un effimero sogno…

  18. Vorrei commentare anche io l’articolo.
    Purtroppo devo dire che il mercato italiano è davvero strano….
    Tantissimi si lamentano dei costi di ricarica, senza però valutare una cosa…. all’estero dove non vi sono costi di ricarica e dove la ricaricabile ha molta meno penetrazione sul mercato, bhe… avete mai visto le tariffe delle ricaricabili straniere? Mi sembrano tutte molto alte….
    Cosa voglio dire con ciò? Che alla fine della fiera, tolgano pure i costi di ricarica ma aumenteranno la tariffa nominale….. vedrete che sarà così…. i gestori non sono Onlus e le pensano tutte per guadagnare.
    Aggiungo anche altre cose che potrebbero essere un buon spunto di discussione….

    Il mercato telefonico Italiano è uno dei più floridi e dove oramai ci sono più telefoni che abitanti, eppure con ciò il cliente medio italiano è uno dei meno informati, in particolare per pigrizia:

    – quanti sanno che tariffa usano? Pochissimi
    – quanti hanno protestato quando ci sono stati aumenti delle carte servizi omnitel? Nessuno (da 5 euro a 8!!!)
    – quanti hanno protestato per l’aumento delle tariffe con scatto alla risposta? Passato da 12 cent a 15 o 16 o 19 cent a botta….
    – quanti usano il cellulare come mero strumento di comunicazione e non come “feticcio fashion”? Pochi
    – quanti scelgono il gestore in base alla qualità, alle tariffe, ai costi? Pochi
    Рquanti scelgono il gestore solo perch̬ ha un bel marchio e fa figo? TROPPI!!!!

    E con l’ultima frase chiudo 🙂

  19. Innanzi tutto ringrazio chi ha citato una mia creazione (anche se sbagliando l’estensione!), ovvero http://www.prepaidgsm.net . La lista degli operatori virtuali non è comunque corretta in quanto su PPGSM cito solo le offerte prepagate e non quelle postpagate (vi sono molti gestori, specie in UK, Olanda, Belgio… che offrono solo offerte in abbonamento), per cui consiglio magari di visitare l’ottimo sito http://www.takashimobile.com. Comunque i MVNO sono assai di più di quanti inseriti su PPGSM, per cui il ragionamento di Openmind rimane valido, anzi si rafforza ulteriormente.

    Chiusa questa parentesi torniamo in topic. Personalmente, non ne faccio mistero, non ho mai condiviso l’iniziativa di Andrea D’Ambra che ho più volte criticato in modo piuttosto netto. Siccome sono coerente e non sono solito salire sul carro del (presunto) vincitore, confermo quanto ho già scritto in passato. Sia chiaro, sarei il primo a felicitarmi della scomparsa dei costi di ricarica, non a caso scelsi Wind più di 6 anni fa come mio unico gestore anche per questo motivo.
    Però, anche se il motivo può sembrare “nobile”, non ho mai condiviso il modo in cui è stata condotta questa campagna e continuo a vedere che il suo “lider-maximo” continua a ripetere (da mesi) come una macchina gli stessi errori grossolani, oltre ad autoincensarsi ed approfittare di ogni luogo (virtuale) per pubblicizzare il suo sito (sul quale abbondano i banner di AdSense, sistema che ben conosco ed uso, che non mi fanno propriamente pensare ad una grave perdita economica).

    Prendiamo proprio l’esempio qui sopra citato dal D’Ambra. In Francia, col gestore Orange (ma anche con gli altri 2) ci sono i “bonus di ricarica”, che ad uno sguardo (assai) superficiale possono sembrare l’antitesi perfetta dei nostri “costi di ricarica”. In realtà sono esattamente la stessa, precisa, identica cosa.
    La tariffa “Classique” ha un costo di 55c€/min e con una ricarica da 10€ si hanno 10€ di ricarica, la tariffazione è al secondo.
    Prendiamo la “EasyDay” di Vodafone Italia (un gestore non certo noto per la sua economicità). Ha un costo di 25c€/min e con una ricarica da 10€ si hanno 8€ di ricarica, quindi vi è un ricarico del 20%, la tariffazione è al secondo.
    Con Vodafone IT si spendono quindi 30 cent/min, con Orange FR 55 cent/min.
    Ricarichiamo da 100€. Col gestore francese avremo un bonus di 50€, quindi il 50% in più. La tariffa sarà quindi di 27.5 cent/min. Con Vodafone IT abbiamo un costo di ricarica di 5€, quindi un ricarico del 5%. Il costo al minuto sarà quindi di 26.5 cent/min.
    Aggiungiamoci che con Vodafone IT la validità del credito è sempre di 11 mesi, mentre con Orange si passa dai 15 giorni della ricarica da 10 ai 6 mesi per quella da 50.
    Siamo sempre convinti che il costo di ricarica sia il vero “male assoluto” della telefonia italiana? Siamo sempre convinti che in Francia non ci siano i costi di ricarica, magari camuffati con altro nome?
    E’ vero, sono pochi i paesi in cui vi sono i costi di ricarica come siamo soliti vederli noi (mi vengono in mente l’India, la Bosnia, Malta…), ma sono molti quelli che hanno sistemi alternativi, molto pratici, per prendere anche più soldi di quanti non ne prendano i nostri CARI (in tutti i sensi) gestori.

    Purtroppo temo pure io che l’eventuale abolizione (o diminuzione) dei costi di ricarica porterà facilmente a dei peggioramenti tariffari per riequilibrare la situazione (i metodi alternativi abbondano, più o meno efficaci) e pure io auspicherei l’abolizione (questa sì dovuta, da parte dello Stato) della Tassa di Concessione Governativa, come promesso, ma mai mantenuto, dall’ex Ministro Gasparri (che il signor D’Ambra dovrebbe conoscere bene).
    Purtroppo il mercato italiano ha sempre dimostrato una profonda immaturità da parte dei suoi clienti, dubito che qualche scottatura-relax possa aver cambiato la situazione, quindi propendo verso il pessimismo (ed il fastidio) e mi dispiace di non poter lodare più di tanto un’iniziativa che avrei anche condiviso appieno, nel suo intento ideale.

    Saluti a tutti e scusate per la prolissità! 🙂
    E grazie ad AndreA per aver proposto questo interessantissimo articolo.

    Siamo sempre convinti che i costi di ricarica siano il male assoluto?

  20. Come pensavo non sono l’unico a pensare che l’eliminazione di una fregatura ne comporterà un’altra magari più trasparente…
    Fatta la legge….scovato l’inganno 🙁
    L’unica è sperare che la maggior parte dei gestori scelga di seguire la strada percorsa da un noto gestore egiziano e cinese….. ciè dare la possibilità di usare la ricarica in un mese ma senza costi di ricarica.
    Sarebbe già un inizio….

  21. AndreA allora ti chiedo: quale provvedimento rappresenta la soluzione del problema? o meglio, esiste un modo per risolvere il problema?
    Fino ad ora non ho letto nulla di costruttivo nei vostri interventi: si dice che ci sono altri problemi, che anzi questo intervento verrà sfruttato dalla lobby telefonica per aumentare i costi e Effendi arriva addirittura a chiedersi se non sia un bene avere i costi di ricarica… 😀 (scherzo)
    ma allora quale è la soluzione a tutti questi problemi?
    Io, come sapete, nutro grande fiducia nell’AG.COM. e in Calabrò in particolare. Da quando è arrivato ha messo in atto una serie di iniziative che vanno nella direzione giusta: riduzione programmata costi terminazione, tetto massimo per numeri 12XY, regolamentazione sim-lock, regolamentazione VoIP e ora intervento sui costi di ricarica.
    Insomma… finalmente un’autorità garante presente sul mercato e che si impegna.
    Personalmente non condivido i ragionamenti della serite “fatta la legge scovato l’inganno” (come scritto da Alchimista), le varie tesi complottiste con lobby massoniche o del “si stava meglio quando si stava peggio”…
    ancora un po’ e qualcuno sosterrà che l’AGCM non deve multare gli operatori perchè se li multa poi finisce che per rifarsi ci aumentano le tariffe e le carte servizi 😉

  22. Quale provvedimento? Non c’è uno solo, lo sai bene. Sia chiaro, non sono portatore di nessuna verità ne’ ho la volontà di convincere le masse. Mi basta poter dire la mia e confrontarmi e lo sto facendo con piacere lo ammetto.

    Cosa fare? Innanzitutto stimolare la concorrenza: non credo che gli MVNO siano la panacea di tutti i mali, ma sicuramente potranno stimolare un mercato fin troppo fermo su una base comune ai quattro gestori presenti. Tra l’altro è stato davvero un peccato aver perso per strada prima Blu e poi IPSE, un panorama a sei facce invece che quattro magari avrebbe evitato qualche criticità.

    Tra l’altro prendo spunto dalla tua (ottima) ultima battuta per rovesciarla: ci vorrebbero atti piu’ concreti, magari multe piu’ tempestive e soprattutto capaci di creare reale dissuasione nei gestori rispetto all’attuale situazione (NB: quel qno che sostiene che l’AGCM non deve multare gli operatori perchè se li multa poi finisce che per rifarsi ci aumentano le tariffe e le carte servizi lìho già l’ho trovato navigando per internet! 😛 Sul serio… 🙁 ).

    Comunque noto che anche Paolo Attivissimo è stato molto cinico: http://attivissimo.blogspot.com/2006/11/petizione-costi-di-ricarica.html .

  23. Io andrei un po’ più indietro nel farmi la domanda e mi chiederei: veramente i costi di ricarica sono un problema? Che siano anti-trasparenti è indubbio, che siano antipatici pure, ma alla fin fine non mi pare siano un vero e proprio problema, quanto più uno specchietto per le allodole, una scusa per cavalcare un po’ di populismo e demagogia. Perché nessuno fa mai una petizione contro la TCG? Quella è veramente insensata ed è veramente una delle tante tasse “tutte italiane”. IMHO quello dei costi di ricarica è un falso problema.
    Mi stupisce come un amante dell’economia e del marketing come Veditu veda nei CDR un problema: è solo una strategia commerciale, che piaccia o meno. A me non piace, l’ho sempre detto, infatti ho scelto di non pagarli mai, altri scelgono di pagarli. Secondo me quando esiste una libertà di scelta il problema non si pone nemmeno.

  24. Veditu, conoscendo le offerte prepagate estere, condivido in pieno il discorso di Effendi, e capisco qualcosa di più specifico nel suo discorso, che spero anche tu sia riuscito a cogliere.
    Senza dubbio negli ultimi mesi si è mosso qualcosa verso la garanzia del consumatore (anche se di fatti ne ho visti pochi), ma qui non si sta facendo un processo alle intenzioni, almeno io non ho colto questo.
    Credo che il messaggio di AndreA, sia riferito al dopo provvedimento (se mai arriverà), vale a dire, in base al monitoraggio delle TLC, che obiettivamente lui conduce da sempre almeno da quando ero un niubbino :P, dicendo che occorre NON far cavalcare l’onda ad altri, ma recare la massima attenzione affinchè i gestori (che come diceva Alchimista non sono ONLUS) non rimpiazzino quel mancato introito attraverso il costo nominale al minuto. Questo magari coalizzando l’informazione corretta messa in rete, senza doppi fini e soprattuto senza dictat ricevuti dai potenti.
    Certo il problema sicuramente non riguarderà noi amanti delle TLC, che sicuramente ci siamo assicurati le migliori tariffe che il panorama telefonico possa aver offerto, ma bensì la massa, quella che porta soldoni per i dividendi.

  25. Ricordiamoci comunque che dietro un’offerta c’è sempre una domanda, i gestori conoscono i propri ” polli” ( leggasi italiani 😛 );

    Ci si lamenta dei costi di ricarica e poi si pagano 3 euro per una suoneria…

    Chiudo perchè altrimenti passo per bacchettone … Eheh

  26. raccolgo le due proposte del Sire e del Dittatore :D:
    -MVNO
    -abolizione TCG
    ma davvero queste due decisioni sono incompatibili o in contrasto con un intervento dell’AG.COM. volto a rendere più trasparente il parco tariffario?
    davvero un intervento volto a “internalizzare” i costi di ricarica è negativo?

    uno dei ragionamenti di fondo contenuto nelle 91 pagine è proprio l’idea di raggiungere l’eguaglianza sostanziale (art.3 c.2 Costituzione) :D, eppure le autorità hanno speso pagine e pagine nello spiegare questo concetto.
    si veda il paragrafo 194 che potrebbe riassumere l’intero documento: da un lato vi è la volontà di rendere più trasparente il mercato, dall’altro eliminerebbe la “regressività” del prezzo del servizio.

  27. dai vostri interventi invece mi è sembrato che nessuno riconosca in questo elemento (l’eliminazione della regressività) un elemento positivo…

    [perdonatemi se ho spezzato l’intervento ma per errore non ho finito la frase]

  28. Beh, veditu alla fine forse si converge verso qualcosa 😀

    Comunque lo dico qui e lo ripeto domani in Radio (a prop l’appuntamento è alle ore 8, LadyRadio http://www.ladyradio.it ): “internalizzare” i costi di ricarica non ha un risvolto negativo sempre che si vada davvero verso l’eguaglianza sostanziale che hai giustamente nominato come fine ultimo.

    Ma al di là delle tante pagine del documento emesso, io nutro i miei dubbi al riguardo. Pessimismo? forse, ma i miei dubbi vengono da come sta arrivando al cliente finale la questione. Ossia come una “panacea” che in realtà non è. Questa battaglia se rimane fine a se’ stessa, non è negativa nella sua accezione totale ma rischia di lasciare qualcosa di incompiuto. Senza risvolti negativi, almeno spero.

  29. Veditu io la penso in modo completamente opposto all’AGCOM: il costo di ricarica è l’unica cosa veramente confrontabile tra le offerte dei gestori. Dovrebbero concentrarsi nel multare tutte le pubblicità ingannevoli che i gestori fanno da anni prendendoci per il naso: “chiami tutti gratis per tutta la vita tua e dei tuoi eredi…” ma dai!! ci sono talmente tante clausole nei piani che non ci si capisce niente, altro che trasparenza. Un esempio di trasparenza erano le prime offerte di 3: chiare, convenienti e senza trucchi. Poi il cartello si è allargato anche a loro e sono nate le famigerate “rimodulazioni”.
    Vuoi una soluzione? Immagina altri 5 o 6 gestori che entrano sul mercato cosa possono provocare. Immagina Fastweb, Teledue, Libero, ed altre compagnie meno conosciute e che non hanno le risorse per fare massicce campagne pubblicitarie: potrebbero combattere solo sulla convenienza delle tariffe. E’ l’unica strada.
    Tuttavia io rimango pessimista. Basta vedere i costi di interconnessione italiani che sono scandalosi… non rinunceranno certo ad un business cosi grasso e sicuro.
    Riguardo alla convenienza della ricaricabile rispetto al contratto basta pensare a tutte le formule che regalano telefoni: hanno trovato il modo di legarti con contratti di 1-2 anni lostesso, invogliandoti coi cellulari quasi regalati. A questo punto mi chiedo che differenza c’è…

  30. Ciao Andrea,

    mi è stata segnalata la tua precisazione sui CDR anche all’estero e l’ho aggiunta alla mia indagine antibufala, grazie delle info.

    Per il resto, concordo che ci sia molta demagogia dietro l’interesse mediatico per questa faccenda, a prescindere dalle buone intenzioni di D’Ambra, ma non voglio entrare nel merito della polemica, seguo la cosa solo per quanto riguarda gli appelli distorti che girano intorno alla petizione.

  31. Ciao Paolo, grazie a te dell’onore.
    Ho estremo piacere nel vedere che ti sia stato segnalato questo mio intervento. Seguo da tempo il tuo sito e l’indagine riguardo agli appelli intorno alla petizione; non nego, tra l’altro, di aver preso spunto proprio dal tuo interesse alla questione per cercare di razionalizzare quel che sta avvenendo.

    Inizialmente il passaparola via email poteva anche far sorridere nelle sue distorsioni, il problema è che i mass-media hanno fatto proprio un linguaggio che, oltre alla demagogia, a mio avviso non porterà da nessuna parte. La trasposizione di quelle tematiche che facevano tanto breccia nell’opinione comune, infatti, temo che sia solo un’arma a doppio taglio… ma spero di averlo già esplicato abbastanza 😛

  32. Mi fa piacere leggere che gli interventi su questo tema, anche in questo blog, sono più gettonati di altri. Mi fa anche piacere leggere l’intervento dello stesso Andrea D’Ambra.
    Anche io come Carlo/Effendi sono sempre stato scettico sull’iniziativa della raccolta firme, ma non perchè volessi remare contro, o sperassi che non andasse in porto, anzi tutto il contrario.
    E’ che non trovo sia questo il modo giusto per risolvere i problemi, se è di risoluzione che si sta parlando. Perchè così non si risolvono i problemi, si spostano solamente.

    Quando avremo abbattuto i costi di ricarica, ci sarà qualcuno a dare battaglia contro le tariffe a scatti? E poi contro la TGC? E poi? Sul roaming internazionale, ad esempio, nessuno avrebbe da ridire, che c’è un cartello grosso come l’europa stessa che è andato avanti indisturbato per un sacco di tempo?
    La realtà è che così si sceglie il modo più comodo per risolvere una determinata e specifica questione, quella dei costi di ricarica.
    Si fa girare una petizione, una cosa che via mail gira DA DIO e non la ferma più nessuno, nemmeno lo strenuo impegno di Attivissimo a volte (tra 3 anni i costi di ricarica saranno aboliti, ma state certi che la mail sarà ancora in giro)… e che effetto dà questa petizione? Quello di dare l’impressione immediata di aver fatto qualcosa per il bene comune e proprio, spendendo 5 secondi della propria vita. Punto e basta.
    Poi firmata la petizione e sistemata la coscienza, il consumatore va avanti a fare le sue scelte incoerenti di sempre, magari a scegliere proprio i tagli di ricarica più piccoli su cui il costo di ricarica grava in percentuale più grande.

    Quindi qui si risolverà forse la questione, si vincerà la battaglia, ma in questo modo non si vincerà mai e poi mai la guerra dei costi occulti ed inutili, perchè non ci potrà essere sempre un D’Ambra che si sbatte per portare avanti la questione di turno.
    Così la prossima volta o ci pensa qualcun’altro, o ci si tiene il problema per anni…

    Rispondendo a Veditu (e tranquillizzo AndreA nel dirgli che non ho intenzione di rirpoporre anche qui il nostro solito siparietto 😛 ) direi che il modo di risolvere la questione una volta per tutte è quella di responsabilizzare ed informare i consumatori, e non solo sulle ricariche, ma a 360°…
    Se la gente inizia a scegliere in modo sensato, perchè è informata correttamente ed ha imparato che informarsi è sempre una cosa buona per fare una scelta consapevole, il mercato di sicuro ci guadagna in concorrenzialità e su tutte le questioni spinose, non solo quelle proposte da qualcuno e calate dall’alto.
    In Italia troppo spesso si aspetta che qualcuno cali dall’alto le cose, per risolverle…

  33. Aggiungo anche che ovviamente molta gente è convinta che il solo fatto che ne abbia parlato l’altra sera il TG1, sia di fatto una ipoteca sulla soluzione del problema…
    Via mail una amica l’altroieri mi ha scritto “hai visto che le petizioni servono? Hai visto che ne parlano tutti?”
    Scommetto che, oltre a sentirsi importante, è anche convinta che se ne parla il TG1 allora la cosa è fatta.

    Sarebbe triste scoprire, dopo il cancan solevato, che la maggior parte dei partecipanti all’iniziativa (soprattutto i “firmatari”, non certo i promotori) fossero tutti contenti di essere finiti sul tg e la cosa morisse lì con un bel “per ora se n’è parlato, prima o poi qualcuno risolverà anche…”

    Il solito modo di appagarsi la coscienza con il nulla e con le chiacchiere. Cose già viste, purtroppo….

  34. Winston, tu dici che così non risolvono i problemi ma si spostono; ma non spieghi come secondo te si può vincere la guerra dei costi nascosti e inutili.
    Secondo te come si può raggiungere l’obiettivo di responsabilizzare ed informare i consumatori?
    E aggiungo: siamo così sicuri che vincere la battaglia significhi perdere la guerra?

  35. Ripeto di nuovo la domanda (che non ha avuto risposta): ma siamo sicuri che i CDR siano veramente un problema? Siamo sicuri che siano così “nascosti” e “inutili”?

    Secondo me no e ve lo spiego. Le prepagate sul GSM sono praticamente nate in Italia e da sempre ci sono stati i CDR. Si parla ormai di due lustri. Ricordiamo anche le ricariche di Wind che indicavano comunque la dicitura “Costo di ricarica: 0£”. Per anni l’italiano è stato convinto che i CDR fossero “giusti” o in qualche modo un aspetto indispensabile per una ricaricabile. Perché li abbiamo sempre avuti. Ovviamente gli stranieri che venivano qui non si capacitavano di questa trovata. Certo Wind ha sensibilizzato un po’ gli utenti più accorti, ma la massa ha continuato a pagare i CDR perché vanno pagati e basta, come le tasse… anzi meglio delle tasse, perché quelle non le pagano mica tutti! 😀

    Tutti in Italia sanno che esistono i CDR, a chi vadano quei soldi poco conta. C’è chi crede vadano allo Stato, chi ai tabacchini, chi ai gestori, ma comunque si pagano e basta. E’ un modo per far apparire le tariffe più convenienti e per alzare il costo di gestione annuale del telefono. Ricordiamo però che all’estero in tanti casi questo costo è assai più alto che da noi (in Francia è lampante, 150 euro contro i 3/4 euro italiani) nonostante magari l’assenza di costi (o bonus) di ricarica.

    Come sempre in Italia si vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca, e magari con qualcun’altro che si è sbattuto a portarci il vino. Esiste un paese senza CDR, tariffazione al secondo, niente scatti alla risposta e costo al minuto basso, è la Finlandia, fa freddino ma non è un brutto Paese, chi vuole andare si accomodi. Se però ci confrontiamo coi nostri vicini latini e mediterranei scopriamo che la situazione può diventare molto peggiore della già non rosea situazione attuale in Italia. Però in Francia ci sono dei forfait ottimi, in postpagato, non sanno cosa sia uno scatto alla risposta e sono ottimi piani per chi fa chiamate lunghe e/o brevi. In Italia continuiamo a favorire le prepagate (ci piace pagare i soldi in anticipo, ma il nostro capo di solito non ci paga lo stipendio ad inizio mese… siamo un popolo curioso) ignorando totalmente il problema della TCG.
    C’è poi il problema del roaming internazionale come giustamente fatto notare, ma evidentemente lì il cartello non dà fastidio, l’importante è chiamare da Sharm con l’offerta di Vodafone “che tanto parlo gratis”…
    Povera Patria…

  36. Effendi ho capito il tuo discorso, ma detto da te, scusa se te lo dico, mi giunge assai nuovo… Mi sei sempre sembrato del tutto contrario all’esistenza dei costi di ricarica. Quando eri contrario non ti eri accorto che grazie a loro le tariffe possono essere più basse?

    Beh ti butto lì un’altro paio di idee: anche gli scatti alla risposta permettono di tenere un costo nominale più basso. Anche le tariffe a scatti. Per questo hanno più successo, no?
    Perchè la gente E’ CONVINTA che così spende di meno…

    Ma spende davvero di meno? Siccome sono convinto di no, resto convinto che questi costi percepiti come inevitabili, siano un problema… se a farli sparire si dovessero alzare le tariffe, se non si guadagna nulla dal puto di vista economico, si guadagnerebbe almeno in chiarezza.

    Il problema delle TGC è alla radice, e sono d’accordo che se lo stato agisse su quello (visto che può farlo, è roba sua) qualche problemino si risolverebbe…

    Veditu, a me sembra di averlo già detto. Come si fa a informare e responsabilizzare un consumatore? Non so tu come faresti? Non lo fai già nel tuo piccolo, coi tuoi amici? No?
    Io, quando mi è arrivata la mail della petizione di Andrea D’Ambra e quando ho visto che chi ma l’ha mandata ha commentato in modo superficiale l’iniziativa, ho sempre chiesto se sapeva che i costi di ricarica non sono una tassa, che non se li prende il tabaccaio, che si possono non pagare, che si può diminuire la loro incidenza percentuale.
    Guarda caso avevano tutti un’idea sbagliata?
    Tu cosa hai fatto, hai firmato la petizione E BASTA?
    Poi io, sempre nel mio piccolo, sai bene gestisco un sito/forum in questo ambito, insieme a Carlo&co. e credo che la filosofia che ci sta dietro sia quella.
    Se facessero tutti così, e soprattutto se si cominciasse a far passare l’idea (partendo dai noi ovviamente) che il cellulare non è una gran figosità, ma “solo” uno strumento utile della vita di tutti i giorni, da considerare come tale, forse lo spirito critico verso di esso aumenterebbe, non trovi?

    La ricetta magica mica ce l’ho, ma secondo me, in linea di principio, fare così è più giusto che firmare una petizione e basta… 😉

  37. Winston, capisco che il mio ultimo post possa sviare, ma io non sono certo a favore dei CDR, tutt’altro. Mi andrebbe benissimo avere tariffe più care (solo nominalmente) senza CDR e preferisco anche le ricariche piccole di breve durata rispetto a quelle attuali coi CDR.
    Purtroppo (o per fortuna) i gestori non possono aumentare le tariffe in modo trasparente. Ovvero se domani Wind volesse farmi pagare 30 cent/min la mia SempreLight (e 15 dopo e minuti) non potrebbe proprio farlo. Per cui i gestori si studieranno altre contromosse, probabilmente agendo sulla durata del credito, aumentando quindi sensibilmente il costo di “sopravvivenza” della sim. Per chi la usa regolarmente probabilmente non cambierebbe nulla, forse potrebbe risparmiare qualcosa, mentre tante sim silenti morirebbero. Non sarebbe nemmeno un’ipotesi così negativa, tutt’altro.
    Per cui, concludendo, mi va benissimo se aboliranno i CDR, ma è un “di più” che può seguire l’abolizione della TCG. Perché altrimenti facciamo direttamente prima ad abolire i postpagati… Poi però se lo Stato interviene sui CDR mi aspetto anche che intervenga contro gli scatti alla risposta e/o contro la tariffazione a scatti (come successo in Francia)…

  38. Un’ultima cosa. Dal mio ragionamento di prima volevo far notare che il CDR non è in se un “problema” che causa terribili aumenti tariffari. E’ esclusivamente un problema di trasparenza (e per questo lo condanno, solo per questo). Perché numeri alla mano, comunque, in Italia abbiamo delle tariffe tra le più economiche in Europa, è innegabile.

  39. io faccio un ragionamento elementare. Che i gestori vogliano fotterci è evidente, tutti ormai conosciamo le migliaia di trucchi e furberie inventate ogni giorno per spillare quattrini all’utente bue.

    Quello che invece non mi pare accettabile è l’assoluta e indecente latitanza dell’authority, dello Stato.

    Come è stato giustamente osservato, i gestori lavorano scientificamente su milioni di utenze, levano da una parte e alzano dall’altra e non se ne accorge quasi nessuno, ma la realtà è che i costi salgono e uno non sa mai in anticipo cosa spende esattamente.

    Ora io dico: ma perché l’authority non IMPONE un modo univoco per pubblicizzare le tariffe? Sarebbe un provvedimento praticamente a costo zero, semplice e di immediato vantaggio per gli utenti.

    Un costo calcolato in modo preciso, che comprenda scatti alla risposta, canoni palesi e occulti, costi di ricarica ecctera. Cosi’ gli utenti potrebbero capirci finalmente qualcosa e scegliere di conseguenza.

    Ma sembra che questo puttanaio tariffario faccia un po’ comodo a tutti.

  40. Ciao Winston,
    tu scrivi:

    “La realtà è che così si sceglie il modo più comodo per risolvere una determinata e specifica questione, quella dei costi di ricarica.
    Si fa girare una petizione, una cosa che via mail gira DA DIO e non la ferma più nessuno, nemmeno lo strenuo impegno di Attivissimo a volte (tra 3 anni i costi di ricarica saranno aboliti, ma state certi che la mail sarà ancora in giro)… e che effetto dà questa petizione? Quello di dare l’impressione immediata di aver fatto qualcosa per il bene comune e proprio, spendendo 5 secondi della propria vita. Punto e basta.”

    Complimenti!

    Ti assicuro che non è cosi’ semplice “far girare una petizione” contro un business che in un solo anno ha fatto guadagnare agli operatori di telefonia mobile italiani 1,7 miliardi di Euro.

    Se tu riesci a far meglio su un altro fronte sei il benvenuto

    Altro che 5 secondi… sono 8 mesi che mi sbatto per quest’iniziativa e tu non puoi neanche lontanamente immaginare lo sforzo che c’è voluto.

    Il fatto che il TG1 ne abbia parlato non è altro che la conferma dei risultati ottenuti finora da questa petizione.

  41. cmq i 5 secondi di cui parla Winston non sono quelli che hai impiegato tu in questa campagna, ma semplicemente il tempo di decisione che si prende chi chi firma la petizione…..
    Ribadisco che l’iniziativa è lodevole, io suggerirei di monitorare attentamente il dopo abolizione costi di ricarica (quando avverà), unendo l’intelletto di più persone possibili per fare la vera informazione, con la stessa criticità, imho costruttiva, utilizzata su questo e pochi altri blog.

  42. Io ho una sola domanda: ma il bun D’Ambra, prima di ripetere il mantra che “Cavazzini lavora per 3”, si sarà letto il mio post delle scorse settimane? Pongo alcune questioni, ma non mi pare ci sia stata risposta…

    A proposito, segnalo per l’ennesima volta che volendo io posso fare 10000 voti su Petitiononline, che rimane uno strumento di “misura” del consenso, comunque totalmente inaffidabile (una persona = n voti a piacere) e senza valore legale.

  43. Andrea, confermo…. non stavo parlando di te, infatti ho specificato che per la prossima battaglia da portare avanti “non ci potrà essere sempre un D’Ambra che si sbatte per portare avanti la questione di turno.”

    Nessuno nega il tuo impegno, per il resto mi pareva che il mio pensiero non fosse equivocabile. Non è la strada migliore che ci sia UNO e uno solo che si impegna per tutti, permettendo a tutti gli altri di sistemare la questione in 5 secondi, perchè la prossima volta ci sarà sempre bisogno di UNO ed uno solo…
    Invece quello che penso è che per risolvere le questioni, c’è SEMPRE bisogno dell’impegno diffuso. Non credo sia una novità quella che dico…

    Comunque per inciso, c’è già chi ha dichiarato che quelli che fa pagare lui non sono costi di ricarica, ma pagamento per un conferimento di servizi (ovvero per l’accesso al proprio portale internet mobile)… anche se poi al cliente questi servizi non interessano per nulla, o non li ha richiesti… dichiarando tra le righe di essere addirittura il primo operatore ad aver tolto i costi di ricarica.
    In questo modo, con un provvedimento calato dall’alto, si troveranno sempre delle scusanti, o delle clausole o qualche bel giro di parole per lasciare tutto intatto.
    Se a muovere il culo e ad interessarsi di queste cose assurde fossero stati un po’ tutti i consumatori (così come fanno benissimo gli italiani quando devono comprare un’auto) a quest’ora una scemenza del genere non sarebbe semplicemente saltata fuori.

    Spero sia un po’ più chiaro e meno equivocabile ora il mio pensiero 🙂

    Ringrazio anche Fabio che mi ha segnalato la tua richiesta di chiarimento…

  44. Pingback: faquick.org
  45. mi raccomando, cerca di far tesoro dei suggerimenti che hai ricevuto, in modo tale da poter sfruttare fino in fondo la tua visibilità 😛
    In bocca al lupo 😀

  46. Purtroppo il buon D’Ambra non sembra far grande tesoro dei suggerimenti e critiche che gli vengono fatti (magari da persone un po’ più esperte di lui in questo campo) e continua a scrivere cialtronerie sul suo sito (e magari pure al TG3, purtroppo mi sono perso il suo intervento, che immagino avrebbe potuto destare copiosa ilarità).
    Ora sostiene pure che col gestore austriaco Yesss (un virtuale posseduto da One) si spendano 6.9cent/min senza costi di ricarica… e lo credo bene, essendo un abbonamento postpagato! 😀
    Sostiene anche che in Francia spendano meno che da noi (eppure proprio qui sopra mi pareva di aver dimostrato l’esatto contrario) e che in Belgio spendano 5 cent/min senza scatti e costi di ricarica, altra cosa palesemente falsa visto che esiste un solo gestore (virtuale internet-based) che propone un costo di 5 cent/min, solo verso i fissi e con scatto alla risposta. Solo con la Finlandia ci ha azzeccato, ma casualmente si è scordato di dire la validità del credito…

    Ripeto fino allo sfinimento: poteva essere un’iniziativa lodevole, ma portata avanti così sa solo di spam (più adsense e paypal per l’indigente d’Ambra), di ipocrisia e di cialtronaggine… Peccato.

  47. io ho seguito l’intervista, e confesso di esserne rimasto deluso, sia dal commento del D’Ambra, sia dall’indirizzo dato allo stesso. Non ho voluto commentare in pubblico perchè so bene che la critica a volte fa male, ma in privato ne ho parlato. Le inesattezze divulgate confermano la tesi di Effendi, oltre che evidenziare una scarsa conoscenza sia della materia che del problema. Ho avuto l’impressione che il D’Ambra non sia stato ben consapevole delle potenzialità che tale visibilità avrebbe potuto dare. A questo punto la strada intrapresa IMHO porterà ad un vicolo cieco e, consumata la bolla sapone, al D’Ambra resterà che il ricordo di una qualche apparizione in TV. Sinceramente mi dispiace, poteva essere una valida opportunità per dare vita ad un movimento cittadino concreto, disposto a salvaguardare i diritti dei consumatori in ambiente TLC.

  48. Personalmente non capisco perchè chi cura queste trasmissioni NON si voglia informare. Tali e cotante inesattezze fanno rendere solo vano il reale impegno di tanti altri per la chiarezza… inutile chiedere trasparenza se per farlo si fanno torbide le acque. Non comprendo la scelta, faccio ammenda ma proprio non capisco.

    Segnalo comunque l’apparizione di Andrea D’Ambra direttamente sul sito RAI: http://www.tg3.rai.it/SITOTG/TG3_pagina/0,8769,11,00.html

  49. Mi pare che la RAI sia in linea coi principali quotidiani italiani e con il promotore di questa campagna… né più né meno… tanto fumo, arrosto zero.

  50. Il “fumo” è stato nelle dichiarazioni, i fatti sono noti. Il problema, caro Andrea, è che non capisco perchè si debbano fornire false documentazioni per un caso in cui comunque lo spirito è chiaro… si rischia di compromettere un buon lavoro con una semplice controprova 🙁

  51. Ripeto fino allo sfinimento: poteva essere un’iniziativa lodevole, ma portata avanti così sa solo di spam (più adsense e paypal per l’indigente d’Ambra), di ipocrisia e di cialtronaggine… Peccato.

    Effendi, prima cosa io ci metto il mio nome e cognome e tu? Un nickname? Ce l’hai la faccia di presentarti con nome e cognome o neanche quello? Mi piace sapere con chi sto parlando sai…
    Ti ringrazio per il tuo prezioso parere, però attenzione a non esagerare con gli insulti… io non ti ho chiamato né ipocrita né cialtrone. Attendo le tue scuse.
    Io, a differenza di altri, non vado avanti a donazioni ma il mio lavoro è stato totalmente gratuito e non retribuito da nessuno.
    Gli adsense, come riportato anche nelle FAQ sono li’ proprio per recuperare i soldi che mi servono a pagare il sito (dominio+gestione) e le donazioni (volontarie) idem.
    Sai, non sono né un’associazione dei consumatori né altrettanto un partito che, nonostante i finanziamenti pubblici che ricevono impongono ai loro iscritti una quota d’iscrizione soltanto per rispondere ad una e-mail, figuriamoci per un’iniziativa del genere…

  52. Inesattezze? Ti illumino io: sono elencate da Effendi.

    Altra illuminazione: Effendi si chiama Carlo Ghio come da articolo nel blog e pagina principale di PrePaidGSM.net 🙂

    Infine: perchè ‘forzare’ i dati in una discussione in cui comunque il tuo (lodevole) principio è ben chiaro?

  53. Mi sorprende che Andrea D’ambra pretenda scuse da effendi, spiegazioni da Winston, ma soprattutto si ostini a non capire la differenza tra critica ed attacco personale.
    Mi sorprende che chieda ad effendi di mettere la faccia oltre che dati i dati personali nelle cose che fa e scrive (gli ricordo che in questa faccenda è lui l’uomo pubblico).
    Certo non sarò io a spiegargli certi dettagli, che andrea trapani ha ben messo in evidenza, posso solo dare la mia piccola opinione all’interno della discussione nata, che vuole CRITICARE le modalità intraprese nel cercare di raggiungere un nobile obbiettivo. Le critiche riportate non sono attacchi personali, come vuole far credere d’ambra, ma semplicemente suggerimenti che non sono stati colti. Tutto il resto è molto opinabile, sta alla sensibilità e serietà di ognuno decidere come finanziarsi e come utilizzare tale finanziamento.
    D’ambra parla di partiti e dei loro finanziamenti, associazioni etc.
    Gli ricordo che gli esempi da lui citati presuppongono lo scambio di idee tra una molteplicità di persone, cosa che lui non è disposto a fare neanche in un blog.
    Onestamente, e dopo le ultime news, sono sempre più convinto che la bolla di sapone stia per scoppiare, e sinceramente me ne rammarico.
    Certo, a livello personale il sogno che davide battesse golia deve aver accecato il principio costituente, persosi durante il cammino, facendo si che il sogno cedesse il posto all’ambizione.

  54. Bolla di sapone che sta per scoppiare? Ma nooo, cosa dite?

    Intanto oggi mi è capitata tra le mani una ricarica di Tre da 10 euro, che reca una scritta (sul lato “normale”) del tipo:
    7 euro di telefonate
    3 euro di servizi sul portale
    SENZA COSTI DI RICARICA

    Ora non me le ricordo con precisione le scritte, e so benissimo che non sto affatto dicendo cose nuove qui…
    Mi chiedo solo perchè parlate di “montagne che partoriscono topolini” o di “bolle di sapone”, quando è evidente che le aziende sistemeranno le cose a modo loro, e noi dopo tanto parlare di battaglie di qua e lotte di là, sui giornali, in tv, sui blog, nei cinegiornali, resteremo beffati in questo modo.
    Non ditemi che a voi soddisfa quella roba lì sopra… eppure i consumatori di quel gestore telefonico magari apprezzeranno pure o se la berranno come nulla.

    Anche io lo dicevo, caro AndreA proprietario di questo blog; dicevo che per fare le cose fatte bene ci deve essere un mercato che chiede ricaricabili senza costi di ricarica. Se invece i clienti, come emerge dalla analisi conoscitiva che mi sono letto 2 giorni fa scaricandola proprio dal sito di Andrea D’Ambra, continueranno a firmare petizioni e poi ad andare dal tabaccaio a comprare ricariche da 10 euro, senza fare nemmeno lo sforzo di minimizzare i costi di ricarica… beh, le aziende sistemano le cose in quel modo lì sopra. Cosa credete che possa fare una authority qualsiasi di fronte ad un escamotage del genere?
    Non c’è storia, altro che bolla di sapone… il mercato va dove lo conducono i produttori e i consumatori. Il mercato italiano sembra quasi che VOGLIA questi costi (una cosa del genere era pure accennata nell’indagine conoscitiva di cui sopra)

    Speriamo solo che questa petizione sia servita a far aprire gli occhi a qualcuno, che INFORMANDOSI, potrà magari scegliere in modo più consono al proprio profilo di consumo e al proprio portafogli.
    Speriamo che serva ALMENO a questo…

  55. Spiace vedere che ancora una volta il buon D’Ambra perda ogni occasione di rispondere alle critiche corrette, inoppugnabili e costruttive che gli vengono rivolte, ma preferisca piuttosto lanciare accuse contro di me, senza nemmeno perdere 2 minuti su Google a scoprire chi sia mai questo misterioso Effendi e se quanto dice corrisponda o meno alla realtà (ma in entrambi i casi i risultati sarebbero poco positivi per chi mi accusa).
    Nella speranza che Adsense e donazioni riescano a ripagare i 24 euro ed 80 centesimi che il D’Ambra dovrà pagare ogni anno per il suo hosting, vi porgo cordiali saluti, e buoni costi di ricarica a tutti, eccetto noi pochi “windisti”… 😉

  56. Effendi dimentichi il costo del webmaster e le ore spese per l’iniziativa.

    P.S: Anche attivissimo usa donazioni e adsense lui però va avanti a donazioni nel senso che se non ne riceve non aggiorna nulla…. lì tutto ok? Paga qualcosa per blogspot?

    Au revoir

  57. Caro Andrea, non mi va di farti i conti in tasca, certo è che se paghi un webmaster per farti fare quel sito è una tua scelta, io preferisco scrivermi 2 righe di codice; di certo lui se è un vero webmaster di tempo ce ne perde davvero poco, vista la qualità del sito, mi pare sia come potrei farlo io (anzi, come li faccio io) che sono un ignorante in materia.
    In ogni modo non te l’ha prescritto il medico di perdere le tue ore dietro questa iniziativa, evidentemente non hai di meglio da fare. Pure io ho dedicato tante ore dietro a Mondo3, PrepaidGSM, WindWorld ed altri sitarelli, ma da quando ho un lavoro fisso la cosa è cambiata. Ognuno si fa i suoi conti, mi pare logico. E io per primo. come l’ottimo Attivissimo, ho la possibilità di donazioni ed Adsense sui miei siti, però nessuno dei due piange miseria né ha mai fatto notare di perder tempo e denaro per via del proprio hobby (e se mai sarebbe solo colpa nostra). Questione di stile, forse.

    Ma soprattutto faccio notare, per l’ennesima volta, come continui a sorvolare sulle critiche che ti ho fatto fin dai primi post su questo blog (senza contare quelle che feci fin dall’inizio di tutta questa vicenda) e vai avanti come un disco incantato, continuando con le solite inesattezze ed il solito populismo fino allo sfinimento. Se finirà tutto in una bolla di sapone (come spero, perché le alternative si profilano anche peggiori) sarà anche per colpa di chi ha giocato male le proprie carte. Io preferisco quando le Rivoluzioni le fanno dei rivoluzionari… 😉

  58. Andrea scusa, non voglio infierire…. però continui a scrivere che hai perso un sacco di ore per stare dietro alla cosa, e da come lo dicevi sembrava che lo avessi fatto per puro spirito di servizio per il bene di tutti (quindi gratuitamente), poi ora salta fuori che cosideri i proventi di Adsense (che non sono proprio scarsini, eh? Lo so anche io… anche io gestisco un sitarello con Adsense) come un rimborso per le ore spese…
    Nessuno ti vieta di farlo, lo facciamo tutti, anche se magari io preferisco considerare i proventi di adsense come una possibilità di investimento sul sito che gestisco (o nei confronti degli utenti che lo frequentano) e non come rimborso per me stesso, forse perchè ho già le mie entrate altrove…
    Non c’è nulla di male, ma davvero nulla, a considerarlo un hobby remunerato (come fanno in tanti, a maggior ragione quando sono studenti universitari, ma anche chi lo fa pur avendo un lavoro) e quindi cosiderare quei soldi come un rimborso per le ore spese (da usare come copertura molto parziale per l’università o per altri hobby), però non è bello continuare a dire a destra e sinistra che “si perde un sacco di tempo”…
    Se quello lo consideri un rimborso per il tempo speso, allora non è più tempo “perso”, è tempo “pagato”… bene o male, ma pagato…
    Tralasciamo il fatto che poi una iniziativa del genere alla fine ha ricevuto un bel po’ di pubblicità (perfino nei tg e in tv)… io posso fare un confronto a quello che succede al mio sito normalmente (quando è frequentato da un numero limitato di utenti), e quello che gli è successo quando è stato citato per 30 secondi a Mi Manda Raitre…. quindi per favore, fai quello che vuoi, gestisci la vicenda come vuoi, nessuno ti critica per il fatto che magari ti viene comoda la pubblicità ottenuta, nè voglio indagare il fatto che tu lo faccia perchè ci credi, per spirito di servizio, per la pubblicità che ottieni, o per tutte e 3 le cose (ovvero la cosa più normale del mondo, anche io non nego che la pubblicità ottenuta a MMR3 mi abbia fatto un sacco di piacere)… ma allora non spiattelare sempre il tempo che “perdi” o “spendi” per l’iniziativa, perchè rischi di far credere a tutti che lo fai SOLO per spirito di servizio, e non è così… 😉

  59. Altro punto da “lavoce.info”:

    L’insostenibile leggerezza della ricarica

    Dopo un’attesa di oltre cinque mesi, dopo le indiscrezioni di quotidiani e telegiornali, e le recenti dichiarazioni di Calabrò, il 16 novembre l’Autorità garante della concorrenza e del mercato e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni hanno reso noti i risultati dell’indagine conoscitiva sui servizi di telefonia mobile con ricarica del credito. La ricarica comporta il pagamento di un onere aggiuntivo (da 0 a 5 euro) rispetto al valore del traffico telefonico acquistato, la cui incidenza diminuisce al crescere del taglio della ricarica (in questo senso, si parla di regressività). Il contributo rappresenta una specificità italiana e ha permesso ai gestori di conseguire nel 2005 ricavi per circa 1,7 miliardi di euro.

    Cosa dicono le Autorità

    Le Autorità concludono che l’esistenza del contributo di ricarica – simile alla quota fissa di una tariffa a due parti – facilita la collusione fra imprese. E delineano due possibili interventi in relazione ai problemi di trasparenza dei prezzi e di discriminazione verso alcune categorie di consumatori. Il primo prevede l’eliminazione del contributo di ricarica, in modo che i consumatori possano meglio determinare i costi sostenuti e confrontare le offerte presenti sul mercato. Il secondo intervento prevede invece il mantenimento del contributo di ricarica, ma l’abolizione della sua struttura regressiva, così da non discriminare gli acquirenti di tagli di ricarica di importo basso, per lo più studenti o non occupati fra i 14 e i 24 anni con vincoli di liquidità.
    Anche se tutti noi consumatori saremmo ben lieti di non pagare più il contributo di ricarica, a parità di altre condizioni, come economisti nutriamo forti dubbi sui presupposti economici e sull’opportunità di intervento dell’Autorità. In breve, ci tocca il ruolo di “avvocati del diavolo”: le Autorità sembrano infatti aver ignorato la possibilità di comportamenti “innocenti” da parte delle imprese e fondano alcune conclusioni su assunzioni poco difendibili. (1) .

    Collusioni, regressività e trasparenza

    L’Autorità sostiene che l’esistenza del contributo di ricarica potrebbe favorire la collusione. Fissare una parte del prezzo indipendente dai piani tariffari e immediatamente osservabile dai concorrenti ridurrebbe infatti, almeno parzialmente, i costi di coordinamento legati alla complessità delle tariffe. A supporto di questa tesi, nell’indagine si sottolinea che, mentre i prezzi medi al minuto sono diminuiti, il contributo di ricarica è rimasto costante e pressoché uguale fra operatori, consentendo una “sacca” di redditività immune dalla pressione concorrenziale.
    Pur concordando che la parte fissa del prezzo possa favorire comportamenti collusivi, tuttavia non si può escludere che le imprese l’abbiano introdotta con altri obiettivi. La letteratura ha mostrato che, in un contesto in cui le imprese abbiano potere di mercato, tariffe a due parti consentono di aumentare i profitti, ma sono compatibili con un equilibrio non collusivo. (2) Nella telefonia mobile, il potere di mercato è legato alla presenza di switching cost, che ancora oggi rendono oneroso il cambio di operatore, nonostante la portabilità del numero. In particolare in Italia, date le peculiarità della domanda, le imprese concentrano le loro strategie sulla creazione di switching cost “artificiali”, attraverso l’offerta di piani tariffari volti a fidelizzare gli utenti. Hanno quindi un incentivo a mantenere la parte variabile relativamente bassa e ad appropriarsi del sovrappiù del consumatore attraverso la parte fissa.
    In termini di dinamica dei prezzi, l’evoluzione della concorrenza ha reso profittevole per le imprese abbassare la parte variabile, ma non la parte fissa. Con una domanda in espansione, al momento dell’entrata di Omnitel, la base installata di utenti ha reso Tim poco aggressiva sulle nuove categorie di consumatori con bassa disponibilità a pagare e ciò ha permesso a Omnitel di guadagnare quote di mercato. In particolare, non potendo discriminare tra vecchi e nuovi utenti sul costo di ricarica, Tim non ha avuto incentivo a ridurlo e la strategia ottimale di Omnitel è stata quella di imitare l’impresa leader.
    La regressività, poi, si ritrova in molti mercati di beni e servizi di uso comune (si pensi agli sconti di quantità). Inoltre è tutto da dimostrare che i suoi effetti gravino sulle categorie effettivamente deboli; il vincolo di liquidità per i giovani può essere in realtà frutto di un controllo della spesa da parte delle famiglie. In molti casi questi utenti acquistano tagli di ricarica di basso valore, ma con elevata frequenza, il che suggerisce un intenso utilizzo del telefono cellulare. Ci chiediamo dunque come si possa giustificare un eventuale intervento dell’Autorità volto a riparametrizzare un prezzo di libero mercato, soprattutto laddove non sia chiaro se la discriminazione colpisca i consumatori effettivamente più deboli.
    Per quanto concerne la trasparenza, è l’esistenza di un’oggettiva difficoltà a calcolare il prezzo medio al minuto a causa delle sue molteplici determinanti (per esempio scatto alla risposta, Iva, meccanismi di autoricarica) a limitare la trasparenza dei prezzi, più che il contributo di ricarica. È proprio tale complessità che rende difficile la determinazione del costo effettivo delle telefonate, nonché il confronto fra i diversi piani tariffari di un operatore o di operatori concorrenti. Pertanto l’eventuale eliminazione del contributo di ricarica da parte dell’Autorità non gioverebbe, se non molto marginalmente, alla trasparenza dei prezzi. Inoltre siamo sicuri che le imprese, una volta abolita la parte fissa, non aumenterebbero i prezzi al minuto per aumentare i loro profitti, proprio avvalendosi della scarsa trasparenza dei piani tariffari? Non dimentichiamo che oggi il mercato italiano presenta prezzi al minuto inferiori alla media dei paesi europei, come sottolineato dalla stessa Autorità. La crescente insofferenza verso il contributo di ricarica, che ha dato origine all’indagine, potrebbe avere per i consumatori effetti controproducenti.

    http://www.lavoce.info/news/view.php?id=9&cms_pk=2482&from=index

  60. COMUNICATO STAMPA – CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

    ABOLIZIONE DEI COSTI DI RICARICA – CE L’ABBIAMO FATTA!!!!
    La vittoria è degli oltre 800mila firmatari della Petizione Aboliamoli.eu

    Con grande contentezza apprendiamo che l’abolizione dei costi di ricarica è stata introdotta al primo articolo di un decreto legge varato questa sera dal Governo. Finalmente, dopo oltre 9 mesi dal lancio della petizione contro quest’anomalia tutta italiana dal sito http://www.aboliamoli.eu che ad oggi ha raccolto oltre 800mila firme, grazie anche al sostegno ricevuto da Beppe Grillo e da organi di informazione come Punto Informatico, Consumi & Consumi (Rainews24) e Mi Manda Raitre, tra i primi a sostenerci in tempi non sospetti, arriva il momento da noi tanto atteso.
    E’ una grande soddisfazione vedere quest’azione partita dal basso, dalla rete, dai cittadini e dalla gente comune sfociare in una cosi’ grande e bella Vittoria!
    E’ stato necessario l’intervento di un singolo cittadino che ha fatto appello alla Commissione Europea, nonostante le varie istituzioni italiane preposte al controllo e le varie associazioni in difesa dei consumatori affinché si potesse mettere una volte per tutte la parola FINE su quest’anomalia tutta italiana.
    Che gli operatori adesso si adeguino immediatamente e rispettino la legge!
    Generazione Attiva, associazione nazionale in difesa dei consumatori, nata dall’esperienza del promotore della petizione contro i costi di ricarica annuncia che assisterà i propri iscritti nella richiesta di rimborso per tutti i costi di ricarica sostenuti finora da noi cittadini/consumatori. Chiunque voglia aderire può farlo dal sito http://www.generazioneattiva.it
    Questa è stata solo la prima di una serie di battaglie che porteremo avanti, in difesa del cittadino/consumatore, contro i soprusi a cui quotidianamente dobbiamo sottostare.

    Andrea D’Ambra
    Presidente Generazione Attiva
    http://www.generazioneattiva.it

  61. Pingback: m4ss.net

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