SMS, una tassa (quasi) più cara della tariffa

Molti dicono che gli SMS stiano diminuendo, in realtà i dati del 2011 mostrano la messaggistica di testo ancora in crescita. In Italia.

Forse sarà stato questo uno dei motivi che avrà portato ad ipotizzare in un decreto legge una tassa sugli SMS. Nessuno stupore, ci provarono anche nel 2004. In quel caso la motivazione mi pare fosse per ridurre la pressione sull’IRAP, stavolta era per il fondo per le calamità naturali. Non è certo la destinazione del fondo il problema, personalmente neanche l’idea di una nuova tassa.

Ma una riflessione la vorrei fare. Al di là del passo indietro di Palazzo Chigi sulla tassa SMS, comunque c’è una cosa che mi ha colpito fin da subito.

Chi mi segue da tempo sa anche della mia passione con cui seguo, ormai da più di un lustro, l’evoluzione dell’Eurotariffa. Viaggio molto per l’Europa e la questione del roaming internazionale mi è sempre stata (personalmente) cara: tra l’altro è un fattore importante di spesa su cui sono state fatte varie analisi. E sono state proposte molte novità positive che hanno provocato perfino “divertenti” paradossi come il fatto di pagare più gli SMS nel proprio paese che viaggiando su reti di terzi.

Cosa c’entra tutto questo con la tassa? Un passo per volta. La Commissione Europea nello stilare le linee guida e i prezzi massimi del regolamento sul roaming ha posto l’accento anche sui guadagni degli operatori: nonostante tutto (e nonostante quando si sia in roaming ci siano 3 soggetti da remunerare, ovvero il nostro gestore telefonico, quello che ci ospita all’estero e quello a cui inviamo l’SMS) si è arrivati a costi finali (remunerativi) molto minori alle offerte nazionali in vigore.

In questo senso sono stati fissati anche i costi massimi che un’autorità pubblica – come la Commissione  – ritiene abbiano al loro interno guadagni congrui per i prezzi “wholesale” tra operatori. Ecco, qui mi casca l’occhio. Si ritiene di avere un limite massimo – dal 1° luglio 2012pari a 4 ct. per ogni SMS inviato in roaming, tetto che dovrebbe calare addirittura a 3 l’anno prossimo. E in Italia si pensava di gravarlo con 2 ct. di tassa, il 66% del valore.

Non solo è anacronistico rispetto all’avvento di altre forme di comunicazione agli SMS, ma è pure paradossale rispetto al limiti di extraprofitto imputati ai privati. Chissà cosa ci avrebbe detto, stavolta veramente, l’Europa…

2 risposte a “SMS, una tassa (quasi) più cara della tariffa”

  1. Non sarebbe stato niente di diverso dalla benzina… visto che ormai più della metà di quello che si spende alla pompa va via in tasse…

    Con la differenza che se si vuole evitare di mandare SMS, ci sono mille alternative più economiche, mentre se vuoi evitare la benzina devi pedalare…

  2.  Vero, ma rimangono due settori che per ora sono trattati diversamente in maniera piuttosto simile ovunque: per me non sarebbe un problema cambiare paradigma spostando le accise/tasse/bolli da un bene a un altro, ma il fatto che la benzina abbia una domanda anelastica (almeno rispetto agli SMS tassati) penso sia dura produrre variazioni in tal senso.

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