Un’antenna per tutti

Riparto da una delle mie segnalazioni più frequenti, una legge francese che permette di avere una rete unica condivisa per le cosiddette Zone Bianche (direttamente dal francese, non c’è bisogno di grandi traduzioni: “Une zone blanche est, dans le domaine des télécommunications, une zone du territoire qui n’est pas desservie par un réseau donné, plus particulièrement un réseau de téléphonie mobile ou Internet. Il s’agit souvent des zones les moins densément peuplées (typiquement les zones rurales), pour lesquels les opérateurs n’ont pas intérêt à investir dans les équipements nécessaires, car ils ne peuvent pas espérer une exploitation rentable”), ossia quelle aree dove – per motivi orografici e/o economici, solitamente entrambi – nessun operatore di telefonia mobile copre con la propria rete.

Accade anche in Italia, nel “mio” Appennino Tosco-Romagnolo è quasi una costante. I francesi in tal senso sono stati sempre molto pragmatici: “Pour couvrir les zones blanches, les pouvoirs publics (État, collectivités locales) peuvent subventionner les opérateurs privés. Une association à but non lucratif peut également prendre en charge la couverture d’une zone blanche. En France, un programme « zone blanche » visant à leur résorption a été lancé par le gouvernement en 2003.”

Nove anni dopo, 2012, si apre anche in Italia questa possibilità: a darne notizia il sempre aggiornato Corriere delle Comunicazioni che scrive di come “Agcom potrà imporre la condivisione dei siti con l’obettivo di promuovere investimenti e innovazione nelle reti di tlc. E’ una delle novità contenute nei due decreti legislativi esaminati e approvati in via definitiva oggi dal Cdm che vanno a recepire le direttive comunitarie 140 e 136 del 2099.”. Nello specifico il primo decreto legislativo punta a “promuovere investimenti efficienti e innovazione nelle infrastrutture di comunicazione elettronica, ad esempio introducendo la possibilità per le autorità nazionali di regolamentazione – si legge nella nota del governo – di imporre la condivisione di facilities di comunicazione elettronica o di “proprietà”, tra cui: edifici [..]

Che dite, potremo avere anche noi la mitica rete F-Contact per le nostre “aree bianche” (o banalmente “posti dove il cellulare non prende” come direbbe l’uomo della strada)? 😉

8 risposte a “Un’antenna per tutti”

  1. “direttive comunitarie 140 e 136 del 2099” emh direttiva del 2009 non 2099 😀 ciao! Enrico Grandi

  2. Interessante! Dunque adesso AGCOM potrà obbligare i gestori a coprire una zona senza copertura, creando una rete terza “ibrida” con le infrastrutture di tutti i gestori insieme ?

    Oppure potrebbe anche obbligare un gestore ad aprire la propria rete anche ai clienti degli altri gestori che in quel posto non hanno copertura?

  3. Secondo me ne’ l’una (niente I-Contact :P) ne’ l’altra (roaming forzoso): probabilmente diranno di mettere le proprie singole strutture in un determinato punto. 
    Per creare la prima ci vorrebbe un’entità pubblica/privata con finalità sociali che vedo difficile da creare, nel 2012, in Italia. Idem il “roaming forzoso”, più facile che ci sia la condivisione della sola struttura fisica. Cmq aspetto il primo caso concreto, sugli Appennini gli spazi “bianchi” non mancano purtroppo!

  4. Pingback: Anonimo
  5. In arrivo, per tutti i gestori, nuove installazioni in provincia di Bolzano. http://www.ras.bz.it/it/progetti/mobilfunkprojekt2_i.htm
    Interessante notare come l’iniziativa si avvalga dei fondi europei. Con le dovute modifiche, il progetto è simile a quello delle Zone bianche in Francia. Chissà se altre regioni italiane seguiranno l’esempio dei Sudtirolesi.

  6. E’ simile in tutto e per tutto: la differenza più marcata è che, se ho ben capito, comunque non c’è una sola rete comune ma ne vengono irradiate 4 diverse (una per gestore). Sbaglio?

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