Perché la TCG non scomparirà (almeno per ora)

Ho tanti amici che mi scrivono emai, mi sollecitano sui vari forum per una domanda sempre più pressante: la soppressione della Tassa di Concessione Governativa, ossia quell’odioso balzello che grava da sempre sugli abbonamenti di telefonia mobile.

Complice l’attivismo (sano) di molte associazioni e qualche risposta a volte fin troppo accondiscendente la speranza di una sua abolizione, o quanto meno un rimborso per chi la paga, si è fatta sempre più frequente tra i consumatori. Il problema è che alla fin fine, nonostante autorevoli dubbi, sembra che dobbiamo rassegnarci a pagarla.

Perché? Perché garantisce un gettito pressoché “certo” (il calo dei postpagati sembra essersi attenuato peraltro) a cui difficilmente si può fare a meno senza trovare fonti sostitutive di quell’imposta. In questo senso l’attuale crisi economica proprio non giova: i pochi (tanti?) milioni di euro che sparirebbero dalla TCG andrebbero recuperati attraverso tagli o una nuova imposta.

Pur non essendo più da tempo un cellulare un “qualcosa di lussuoso” che giustifica la tassa di concessione governativa cosa si potrebbe tassare al suo posto? Tra il rischio, concreto, è che la tassa che uscirebbe dai cellulare rientrebbe da un’altra porta a carico, probabilmente, degli stessi esonerati.

E soprattutto resta perché gran parte dei casi portati a giustificazione della sua eliminazione riguardano casi particolari tra la Pubblica Amministrazione e lo Stato. Insomma, non serve un esperto per capire la differenza dell’applicazione tra soggetti privati e soggetti pubblici.

Risultato di tutto ciò? Nonostante se ne parli da anni chiudiamo il 2011 come era iniziato e anche per il 2012 imho non si otterrà niente. A meno che non diventi un argomento capace di coinvolgere il discorso politico, ma visti i precedenti temo ci dovremo rassegnare ancora a diversi anni di TCG mensile.

L’unica via per uscirne rimane … farsi una ricaricabile.

 

2 risposte a “Perché la TCG non scomparirà (almeno per ora)”

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