MVNO: così non basta, Vodafone deve fare di piu’

Gli accordi per dare il via all’operatore mobile virtuale con Carrefour e Poste non sono stati sufficienti. L’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato) ha infatti bocciato gli impegni proposti dal gruppo guidato dall’amministratore delegato Pietro Guindani (secondo la prassi avviata con la legge Bersani) per chiudere l’istruttoria per abuso di posizione dominante avviata su ricorso di Tele2 e altri operatori fissi che hanno accusato Tim, Vodafone e Wind di bloccare di fatto le intese, abusando della loro posizione dominante.

Quasi indifferente la reazione di Vodafone: «La valutazione dell’Antitrust – è stata la replica ufficiale – non cambia le nostre strategie e non ci preoccupa. Abbiamo aperto il mercato agli operatori mobili virtuali già con due accordi e altri, con soggetti diversi, ne seguiranno. Ciò sarà motore di sviluppo e rafforzerà le condizioni concorrenziali del mercato». Dei tre operatori mobili sotto accusa, soltanto Vodafone ha presentato venerdì 30 marzo e nei termini (a questo punto scaduti) impegni all’Antitrust per chiudere un accordo con un operatore virtuale entro il 30 marzo 2007.

La filiale italiana del gruppo britannico si era impegnato ufficialmente a fine gennaio con gli uffici del garante, Antonio Catricalà, a fare «quanto ragionevolmente possibile» per chiudere entro il prossimo marzo «un accordo giuridicamente vincolante, preparatorio o definitivo» per permettere l’accesso alla propria rete di un operatore di telefonia mobile virtuale. Una partita iniziata a seguito dell’istruttoria avviata due anni fa per abuso di posizione dominante collettiva contro Tim, Wind e la stessa Vodafone. Secondo le risultanze, i tre big della telefonia avrebbero fatto “cartello” per impedire l’ingresso sul mercato degli operatori virtuali. Il procedimento dell’Antitrust, che non compromette gli accordi commerciali siglati, prosegue e si concluderà entro il 7 giugno.

Sulla questione, secondo l’agenzia Radiocor, è pronta a intervenire anche l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Via delle Muratte potrebbe infatti riaprire l’indagine sul cosiddetto “mercato 15” (accesso e raccolta delle chiamate nelle reti telefoniche pubbliche mobili) e presentare una bozza di provvedimento da mandare alla Commissione Europea che contenga l’obbligo per gli operatori mobili di concludere accordi con i fissi.

Si passerebbe dunque dalla “moral suasion” usata finora dall’Autorità guidata da Corrado Calabrò per il raggiungimento delle intese all’imposizione di un vero e proprio obbligo di natura regolamentare. L’Agcom aveva già aperto un’indagine sul “mercato 15” conclusa a gennaio con la valutazione che le condizioni competitive del mercato erano sufficienti. Ora c’è invece la possibilità che si riaprano i giochi poiché l’Autorità ritiene gli accordi nel frattempo conclusi dagli operatori mobili «inadeguati a realizzare l’integrazione fisso-mobile». Vodafone ha annunciato oggi l’accordo con Poste italiane mentre risale al 2 aprile scorso l’annuncio dell’accordo con Carrefour. Tim, invece, ha concluso un’intesa con Coop.

[dal “Sole 24 Ore”, via Mondo3]

Una risposta a “MVNO: così non basta, Vodafone deve fare di piu’”

  1. ecco allora il nuovo accordo con BT che opererà -sembra- sempre nel segmento business. Vodafone spera cosi di “sfuggire” alle pressioni di Catricalà…

    BT sarebbe il primo importante mvno (dopo Coop Carrefour e Poste): operatore proveniente dal settore in grado di offrire quella convergenza cosi auspicata anche da altri carrier quali ad esempio Fastweb e Tiscali…vedremo 🙂

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