Torna l’appuntamento su Lady Radio per parlare di telefonia, internet, adsl e nuove tecnologie.
Conduce Andrea Vignolini.
https://www.spreaker.com/user/9522527/andrea-trapani-al-gr-del-mattino-di-lady
Telecomunicazioni, internet e giornalismo
Torna l’appuntamento su Lady Radio per parlare di telefonia, internet, adsl e nuove tecnologie.
Conduce Andrea Vignolini.
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Da mesi vedo circolare sulle bacheche dei miei contatti avvisi vari sul “non rispondere a questi numeri“. Da un po’ di tempo le segnalazioni si sono concentrate su alcune numerazioni con prefisso 02, quello di Milano per intendersi.
Ho speso (inutilmente) troppo tempo nel passato per spiegare che in Italia, chiamate a carico del destinatario escluse (che però hanno una chiara voce guida che li precede, tra l’altro non si paga niente fino a a quando non si accetta *esplicitamente* di farlo, ndr), tutte le telefonate in arrivo sul proprio numero sono gratuite. Si paga per ricevere solo quando ci troviamo all’estero, quando usiamo il servizio di roaming internazionale fuori dall’UE.
Detta questa banalità gli avvisi su potenziali pericoli non hanno mai cessato di apparire ciclicamente. Anzi, nelle ultime settimane – come mostra anche l’attenzione di bravi debunker – questi appelli hanno sconfinato oltre le barriere del web per arrivare in televisione.
Nella ricerca di capire cosa sia successo nell’ultimo caso, David Puente è stato utilissimo: al minuto 1:46:00 circa della puntata del 13 gennaio 2017 della “Vita in Diretta” è intervenuta la vice questore aggiunto della Polizia di Stato che ha detto, letteralmente, che la truffa “non si avvia rispondendo alla telefonata, ma richiamando il numero!”
Ok. Fermiamoci nuovamente un secondo. Anche in questo caso – complice la mia ventennale partecipazione su forum e newsgroup del settore – negli anni ho perso la voce per spiegare la situazione: i numeri a cui bisogna prestare attenzione – i famosi servizi VAS , servizi a valore aggiunto – hanno prefissi ben precisi (i noti 89x, alcune decadi 4x, etc.) e un sistema di tariffazione particolare (con costi una tantum, etc). Cosa che non vale per tutti gli altri.
Insomma, il punto é che tutti i prefissi telefonici di rete fissa (quelli che iniziano per 0 e hanno due/tre cifre dietro, tranne appunto lo 02 di Milano e lo 06 di Roma) appartengono alle cosiddette “numerazioni geografiche” e non prevedono tassazioni particolari se non quelle previste dalla vostra offerta telefonica.
Ripartiamo da qui. Nell’invito a prestare attenzione a una possibile “truffa” in corso – l’immagine in alto, ovvero lo screenshot presente su DavidPuente.it che ho ripubblicato – vedo 4 numeri appartenenti al prefisso telefonico di Milano.
Nonostante i potenziali pericoli faccio una cosa incredibile, li chiamo tutti.
Ecco cosa è successo (spoiler: niente)
02.22198700: una voce automatica mi avvisa che è un call center (senza specificare quale);
02.280887028: occupato veloce;
02.692927527: il mio operatore mi informa che la numerazione non è più attiva;
Probabilmente anche le ultime tre numerazioni – ID spoofing a parte – appartengono e/o sono appartenute a contact center (intuitivamente fastidiosi).
Quindi, che cosa incredibile!
Chiamando 4 numeri di Milano non mi è successo niente! Per intendersi, non ho avuto alcun addebito “truffaldino”. Anzi, come si può vedere dal dettaglio chiamate l’unica telefonata andata a buon fine mi è stata correttamente tariffata a zero, andando a incidere per pochi secondi (14) nel mio bundle settimanale (ho una tariffa con 200 minuti/settimana compresi).
Insomma, la morale di questa storia?
Basta guardare come funziona la numerazione nazionale su agcom.it per evitare di creare timori irrazionali per un rischio che non esiste.
Photo credits: davidpuente.it
PS: volevo titolare “chiamate e rispondete tranquillamente ai numeri di Milano“, poi ho riflettuto sul fatto che i call center sono i veri responsabili di questa nuova forma di ansia e insofferenza per alcune telefonate in attivo.
Ecco, i loro numeri – qualunque prefisso cittadino abbiano – potete anche bloccarli. Anzi, fatelo subito che almeno risparmiate tempo prezioso.
Cara Apple ti scrivo di nuovo. Lo so, è bizzarro che dopo i millemila problemi per cui per oltre due anni non ho scritto più niente su questo blog torni a farlo con due post consecutivi dedicati al nostro rapporto. Ma è bene fare un riassunto, perché la nostra storia sta diventando davvero difficile.
In realtà abbiamo parlato spesso tra di noi, pur essendoci una fiducia negli acquisti alcune tue scelte sono sempre state mal digerite. E a volte tornano a galla.
Un mese fa abbiamo reso pubblico quel problemino che mi crea iOS 10 su un iPhone6, da quando è arrivato il nuovo software lo smartphone si spegne senza alcun (apparente) senso. Un phone poco smart. E molto caro. Come care sono le chiacchere del servizio assistenza. Sarà la distanza tra Italia e Irlanda, ma siamo arrivati anche a qualche piccola bugia. Capita.
In queste 4 settimane eppure ho fatto tutto quello che mi avevi chiesto, provo a riassumerlo per chi passasse da questo post.
Nell’ordine:
– ho ripristinato il telefono come se fosse nuovo;
– ho reinstallato il sistema operativo da iTunes;
– ho tenuto il telefono almeno per 24 ore (in realtà oltre tre giorni) senza applicazioni per vedere se aveva ancora spegnimenti improvvisi (e li aveva, sic);
– ho messo iOS 10.2 con le stesse cure di cui sopra (e molti più giorni…);
– da più di una settimana uso un iPhone senza applicazioni e dati, utile come un frigorifero nell’inverno islandese.
Nonostante tutto questo continua a spegnersi con indicazioni di carica superiori superiori al 40% (cfr. Forbes).
Tutto questo ci ha costretto a contattarci di nuovo.
Non proprio al volo, gli appuntamenti fissati online a volte non sono così precisi: email del tipo “ho provato a chiamarti” senza alcuna chiamata ricevuta possono capitare. Il nostro rapporto è in crisi, lo so. Però siamo riusciti a sentirci. E’ andata male.
Perché?
Perché prima mi dici che è scaduta la garanzia per una pratica aperta ben dentro i due anni dall’acquisto, poi quando ti ricordo che non è vero mi replichi che Apple ha la garanzia di un solo anno (pensare che al riguardo ti hanno pure multato anni fa gli amici dell’Antitrust, hai pure scritto – seppur con un titolo abbastanza sagace – la stessa cosa sul tuo sito italiano!). Ok, le questioni legali non hanno mai aiutato a migliorare un rapporto.
Mi hai detto che il richiamo è solo per iPhone 6S e che potrei avere una riparazione in un centro Apple spendendo al massimo 313 euro.
Non ho fatto in tempo a stupirmi che devo richiamarti, in queste settimane mi dici che non c’è neanche modo di fissare un appuntamento per avere un preventivo. Allora auguri, grazie della customer satisfation. Apprezzatissima.
Cliente storico, (più o meno) soddisfatto e con un telefono diventato inusabile in meno di due anni (comprato a dicembre 2014).
Parlo di iPhone6 che, da quando è stato introdotto iOS 10, ha deciso di avere una (non) gestione della batteria che lo rende inaffidabile come un prodotto mai testato.
Apprezzo la campagna di richiamo per iPhone6S, ma forse ci siamo dimenticati del suo fratellino iPhone6. Ed evito di ricordarti quanto ho già scritto su Twitter…
[breve storia triste]
iPhone6, biglietto elettronico del treno e batteria che muore al 45% con iOS10. Ecco.
— Andrea Trapani (@andtrap) November 24, 2016
Ben più interessante è ricordare la chiamata all’assistenza: servizio cortese come sempre, verifica online della capacità della batteria e l’operatore che consiglia di attendere “una nuova release software perché la sua batteria a sistema non ha alcun problema“.
Eppure si spegne, un problema c’è e andrebbe risolto. Anche per i modelli (non così) “vecchi”.
A volte ritornano i grandi classici. Attenzione: il sondaggio è la risposta in pubblico e non quella nelle urne (vs. The spirace of silence supports Hillary).
Opinione pubblica e controllo sociale, ovvero opinione pubblica è controllo sociale. Ma anche: opinione pubblica è rottura del controllo sociale, maelstroem dove precipita il potere consolidato che non si avvede della mutazione radicale del clima di opinione. Integrazione e controllo, disgregazione e rivoluzione.
Paradossale ma terribilmente concreto, reale.
Stefano Cristante nell’Introduzione a “La spirale del silenzio. Per una teoria dell’opinione pubblica” di Elisabeth Noelle-Neumann, Roma, Meltemi, 2002. ISBN 88-8353-170-1
Uno degli effetti della spirale del silenzio è l’esercizio, da parte dei mass-media, di una pervasiva funzione conformista di omologazione e conservazione dell’esistente, ostili al rinnovamento delle sensibilità , dei gusti, delle opinioni.
Umberto Eco, “Apocalittici e integrati: comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa”, Milano, Bompiani, 1964.
 Globalo ©
La notizia era uscita nei giorni scorsi, Wind è stata multata per aver rimodulato All Inclusive Digital Special dopo averla proposta a un “prezzo fisso per 5 anni”.
Interessante però è vedere cosa ha scritto oggi l’Antitrust, alcuni passaggi fanno ben sperare (specie per le rimodulazioni di tariffe a tempo determinato):
“[…] il professionista ha posto in essere una pratica commerciale aggressiva consistente nella generalizzata violazione dei diritti contrattuali dei consumatori perpetrata attraverso la rimodulazione coercitiva di un’offerta tariffaria alla cui stabilità il professionista si era impegnato, con l’imposizione al consumatore di un preciso comportamento attivo per poter effettivamente godere di un diritto da questi (già ) vantato. […] Il professionista, infatti, sfruttando la propria posizione di supremazia, ha rimodulato anzitempo i contenuti e il prezzo dell’offerta e ha in tal modo disatteso i propri obblighi, violando in modo generalizzato i diritti contrattuali dei consumatori. [..]
Nel campo della telefonia mobile, infatti, in virtù dell’esistenza di rapporti contrattuali basati su SIM ricaricabili, funzionanti con credito pre-pagato e piattaforma tecnologica controllata dal professionista, quest’ultimo si trova nella condizione di poter eseguire in modo unilaterale le modifiche tariffarie pretese (attraverso una variazione della propria piattaforma) potendo altresì procedere al prelievo coattivo dal credito telefonico dei clienti […] in violazione degli impegni contrattuali assunti dal professionista e tradendo altresì l’affidamento legittimamente riposto dai consumatori - anche a fronte dell’univoca e massiccia campagna attraverso la quale l’offerta promozional e era stata divulgata - alla stabilità delle condizioni contrattuali promesse.
[..] In particolare, a fronte di un diritto contrattuale del consumatore a mantenere stabile per cinque anni, in relazione a contenuti prestabiliti, una tariffa di vantaggio, non può considerarsi lecita la condotta del professionista che pretenda di modificare anzitempo, in via unilaterale, le predette condizioni [..]
Speriamo che questa decisione valga “per sempre”.
PS: ah, Wind è stata sanzionata di 200.000€