48201, multata la RAI

Mi era sfuggita una sanzione alla Rai da parte dell’Antitrust per l'(ab)uso di un numero VAS per il cosidetto “televoto”.

Lo segnala Aduc ed è  di particolare interesse. Specie per sensibilizzare quei genitori che, come voleva il conduttore, lasciano i propri figli liberi di fronte alla TV con un telefonino in mano.

Una cosa normale, ma che può costare molto.

Cosa succedeva durante la trasmissione RAI?

La comunicazione fuorviante veniva lanciata nell’ambito del programma per bambini E’ Domenica papà quando, nel salutare il pubblico, il presentatore ha invitato i bambini a far attivare ai genitori un servizio telefonico a pagamento, in abbonamento, tramite il numero 48201  di cui risulta intestataria la stessa Rai.

Insomma, un (costoso) servizio per ricevere notizie sulle manifestazioni e sugli altri eventi in svolgimento presso le varie città  italiane. La trasmissione è andata in onda per un lungo periodo, dal novembre 2008 a maggio 2009.

La stessa autorità non ci è andata leggera come si legge nel bollettino Antitrust: “[…] si è evidenziato come le omissioni informative poste in essere da RAI riguardano elementi imprescindibili ai fini dell’adozione di una decisione commerciale consapevole, quali la natura a pagamento dell’abbonamento al servizio pubblicizzato e i relativi costi e condizioni. […] Il messaggio risulta, peraltro ambiguo e fuorviante in relazione anche alla stessa mancata evidenziazione della stessa natura pubblicitaria della comunicazione […] il comportamento  deve ritenersi grave considerato che ha reso possibile il realizzarsi di una pratica commerciale scorretta […]

Serve aggiungere altro?

Vodafone, problemi e ritardi

Ho un problema con il numero fisso Vodafone dal suo primo giorno di funzionamento. Ho segnalato il tutto a luglio, mai avuto una risposta dal 190. Tanto che il 22 settembre ho richiesto al Corecom Toscana il tentativo obbligatorio di conciliazione dato che dal Servizio Clienti  Vodafone non ho mai avuto notizie di una pronta risoluzione della pratica. In realtà – oltre a questo inconveniente – sono in attesa anche di un rimborso di un’altra pratica addirittura da febbraio scorso (ossia 8 mesi fa!): almeno a livello personale posso dire che da Vodafone ho tutto tranne che… risposte.

Beh, siamo ad inizio ottobre e non avendo avuto date oggi chiamo il (solitamente solerte) Corecom regionale: “Sì, sig. Andrea ci scusi ma Vodafone ha così tante pendenze qui a Firenze che prima del 2010 non riusciamo a fissare una data…“. Così tante da non avere tempo fino ad anno nuovo, alla faccia dello slogan la qualità si paga 😉

Ah, con altri gestori la coda è ben più corta. Saranno ancora così contenti i solitamente raggianti clienti Vodafone? Almeno in Toscana PARE di no.

Europa, geografia e Antitrust

Per quei pochi che non lo avessero notato adoro parlare di Europa.

Sarà  perché la passione per la geografia coniugata a quella per la telefonia ha creato un mix “letale”, fatto sta che da tempo parlo del nostro Vecchio Continente e delle decisioni della fu Comunità Europea. Vecchio Continente in senso geografico che solo in parte è compreso dall’UE. O almeno così credevo.

L’Europa è l’UE?

Perché nei mesi scorsi avevo segnalato, proprio per rimarcare la distinzione politica da quella geografica, il fatto che molti gestori (come Wind nell’immagine a lato) avessero la cattiva abitudine di confondere l’Unione Europea con tutto il continente.

Se un SMS indica genericamente “in Europa dal 1° luglio si spende meno“, istintivamente penso di poter risparmiare anche nei lviaggi in paesi come Croazia, Ucraina o Serbia. Peccato che però l’Antitrust – come mi ha comunicato via lettera in data odierna – nell’adunanza del 16 settembre scorso abbia affermato che “la fattispecie segnalata non integri una pratica commerciale scorretta in quanto, nella sua comune accezione, il termine Europa è utilizzato per fare riferimento ai paesi appartenenti alla Comunità  Europea“.

Comprendo il pragmatismo ma continuo a non comprendere perché si giochi sull’equicovo UE/Europa e non non si informi correttamente sui paesi compresi.

Eurotariffa e la doppia faccia dei gestori

Partiamo con una buona notizia. Per l’avvocato generale della Corte UE l’Eurotariffa è legittima. E’ importante ribadirlo perchè quattro importanti gestori europei (ossia Vodafone, O2, T-Mobile e Orange, nda) ne avevano contestato la validità.

Con un evidente paradosso che ho piacere di ribadire prendendo ad esempio Vodafone.

A livello comunitario Vodafone afferma che “è compito degli stati nazionali imporre tetti tariffari e non della Comunità Europea“. Volete ridere?

Proprio ieri Vodafone, tramite Asstel che rappresenta i gestori italiani, rinfacciava a Mr. Prezzi (emanazione dello Stato nazionale italiano, nda) l’esatto contrario sostenendo che “Un provvedimento ad hoc per fissare per legge un tetto al prezzo degli Sms potrebbe avere effetti frenanti sulle dinamiche competitive del mercato, costringendo gli operatori a recuperare le perdite aumentando il livello generale delle offerte o riducendo gli investimenti“.

Bella coerenza, vero?

L’unica cosa certa è che per i gestori le leggi in favore dei consumatori sono da vedere come fumo negli occhi.

Numeri su numeri

Attenzione ai numeri. Non c’è di mezzo nessun concorso, ma solo qualche riflessione su alcune dichiarazioni dopo la ricerca del Ficora dove risulta che in Italia ci sono (forse) gli abbonamenti più cari d’Europa.

Cosa opinabile con mille fattori da valutare, ma che probabilmente qualcuno cerca di girare a proprio favore. A partire da un organismo (teoricamente) indipendente che è partito per la tangente:

[…] il Consiglio Nazionale degli Utenti replica alla ricerca dicendo che “lo studio datto conferma che la strada da seguire è quella di andare sempre più verso tariffe flat e abolire quelle a consumo” via Mondo3

Se non bastasse Tim attacca la ricerca finlandese affermando che – con il loro miglior piano flat – si spenderebbe meno della metà dei 200 euro calcolati per il profilo più oneroso. Quel che dice Bona è vero, peccato che i suoi clienti probabilmente usino un profilo tariffario “sbagliato” come dicono i numeri scandinavi. E visto che Tim sembra così decisa ad aiutare i suoi clienti a spendere meno perchè non tira fuori l’opzione BOP (Best Option Plan, automaticamente ai clienti abbonati viene fatturato il miglior piano telefonico in commercio rispetto al traffico effettuato nda) che Wind aveva “inventato” nel 1999?

Fabrizio Bona qualcosa del passato di quel gestore dovrebbe ricordarselo visto che lo ha gestito per diversi anni…