Per i fan di Viber la riflessione di Quintarelli

Tra le varie scelte che ho fatto negli ultimi tempi è aver deciso di NOB procedere all’installazione di Viber per iPhone.

Un’applicazione che ha fatto presa anche fuori dal mondo degli appassionati che hanno trovato in Viber un modo per risparmiare utilizzando la rete dati per le chiamate.

Non è tutto rose e fiori, leggete Quintarelli. Oltre al post sul blog interesanti anche alcune riflessioni emerse tra i commenti: “Non è un caso che TUTTI abbiano usato etichette per identificare gli utenti DIVERSE dai numeri. E che con i numeri, semplicemente non è legale. bello, elegante, tecnicamente funzionale, ergonomico. Ma illegale..

La legalizzazione del rompimento di palle

Mi scuso preventivamente per il titolo politically Scorrect. Ma non mi andava di dire altro dopo che la logica del buon senso è stata invertita.

Da alcuni giorni, infatti, è ufficiale sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (sarebbe da capire se si parla dello sviluppo economico in senso lato o quello dei call center ma questo è un altro argomento troppo pruriginoso per adesso…): di cosa parlo?

Di quelle simpaticissime telefonate che riceviamo solitamente nei momenti migliori della giornata. Insomma, parlo di quelle situazioni classiche: ossia quando pranzate di corsa e vi squilla il telefono con qualcuno che, spacciandosi per un eletto dalle divinità, vi intima a comprare una parabola satellitare… oppure il sabato pomeriggio durante la pennichella pomeridiana quando un’alacre (e moralmente ineccepibile) operatrice vi dice che la vostra compagnia telefonica sta per fallire e, bontà nostra!, la sua azienda la sta rilevando (ma perché vuole i miei dati allora?!)… senza dimenticare chi addirittura alza la voce contro voi che gli state facendo notare che forse forse non è autorizzato a rompervi le palle chiamarvi al telefono di casa. Beh, finalmente avete torto. Esatto, avete torto. Hanno tutto il diritto di rompervi i cogl… telefonarvi. Anzi, è colpa vostra se vi telefonano.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha approvato un Decreto del Presidente della Repubblica che regola il settore del marketing telefonico introducendo anche elementi di tutela della privacy degli utenti.

Il provvedimento prevede in particolare il silenzio-assenso per quanti vogliono continuare a ricevere chiamate telefoniche contenenti messaggi promozionali, commerciali o informazioni per sondaggi e altre iniziative di tele-marketing. Per quanti, invece, non desiderano ricevere questo tipo di chiamate, verrà istituito un apposito “Registro delle opposizioni” al quale gli abbonati telefonici potranno iscriversi in modo facile, anche per via telematica, a tempo indeterminato ma con la possibilità di modificare la propria posizione in qualsiasi momento. In tal modo gli operatori del settore potranno chiamare solo gli abbonati consenzienti, non iscritti al “Registro delle opposizioni”.

“Abbiamo trovato un punto di equilibrio – ha affermato il Ministro Scajola – tra le esigenze degli abbonati telefonici che non vogliono essere contattati e quelle delle imprese che così potranno utilizzare con maggiore efficacia gli strumenti del telemarketing in un quadro di certezze e di concorrenza, che stimolerà la competitività”.

Equilibrio un po’ precario: diciamo pure sbilanciato a favore di chi inutilmente il Garante della Privacy aveva biasimato – quasi un lustro fa… – per una pratica che aveva la logica opposta (varie MilleProroghe permettendo). Ossia chi NON aveva dato consenso esplicito alla pubblicità non avrebbe dovuto essere contattato… beh, ora è esattamente il contrario. Oddio, in teoria ancora non è finita. Il provvedimento passa adesso all’esame del Consiglio di Stato, delle competenti Commissioni Parlamentari, nonché dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei Dati Personali. Ma chi lo ferma?

Verba manent

Lo scorso anno, più o meno in questi stessi giorni, fui contattato per una retention da parte di Vodafone. Retention che non fu mantenuta, nonostante l’offerta verbale della signorina fosse ben chiara su cause ed effetti che avrei evitato.

In realtà non andò così, mi fu addirittura cambiata la tariffa e per avere soddisfazione (economica) sono andato in conciliazione. Ma prima avevo richiesto, in maniera così esplicita da scriverlo sia al Garante della Privacy che a quello della Concorrenza, che si potesse riascoltare la telefonata. Ricordo che questa mia insistenza fece così tanto inalberare il gestore che mi tempestò per giorni con telefonate per dirmi, senza mezzi termini, che ero un cliente ostile.

Leggo però, sul blog di Quintarelli, che il Garante della Privacy si è così pronunciato:

La registrazione di un colloquio telefonico che comporta l’attivazione di un nuovo servizio commerciale deve essere resa disponibile all’interessato che ne faccia richiesta: non è sufficiente che l’azienda gli fornisca la trascrizione dei contenuti della conversazione.

Verba volant, scripta manent? Non più, ora abbiamo anche VERBA MANENT. Usate bene questa possibilità: quando litigate con un gestore siate così “ostili” da rinfacciare loro le promesse telefoniche non mantenute. Con tanto di platea di ascolto…

Intercettazioni, gestori e…

…verità cercasi.

Oggi leggo su tutti i maggiori quotidiani che i dati dei clienti sono stati conservati per la bellezza di 7 anni con gravi conseguenze per la privacy.

La privacy? Dice un dirigente dell’autorità garante: “Chiunque tra il 2001 e l’inizio del 2008 abbia usato la rete internet deve sapere che tre tra i maggiori fornitori di accesso del paese (Telecom Italia, Vodafone e H3G) tre compagnie di telecomunicazione, hanno registrato tutto il traffico da mobile di quegli anni. Non tutti lo facevano con la stessa profondità, e lo abbiamo specificato nei nostri provvedimenti del 17 gennaio 2008. Non è nemmeno detto che lo abbiano fatto in modo continuo dal primo all’ultimo giorno. Però quella raccolta di dati avveniva e il pretesto era che bisognava tenersi pronti per rispondere alle richieste dell’autorità giudiziaria. Il punto è che raccogliere i dati personali in quel modo e con quella rozzezza espone gli stessi investigatori ad errori e valutazioni sbagliate” [da Repubblica]

Poi ripenso ad alcuni articoli delle scorse settimane e vedo che uno dei gestori sotto la lente d’ingrandimento non ha fornito i dati dopo xxx mesi perchè già li aveva cancellati.

[…] vicenda legata alla pubblicazione di un commento di minacce verso Silvio Berlusconi nel blog di Beppe Grillo entra in scena H3G.

Il gestore 3, infatti, è stata la connessione utilizzata da colui che ha lasciato il messaggio su cui si sono aperte le indagini che proprio per lo stop da Trezzano (e da Microsoft, nda) si sono arenate. Quale è il punto?

La risposta che ha bloccato tutto è il fatto che l’operatore, nel caso specifico, ha eseguito le indicazioni del Garante della Privacy ed ha risposto che dal gennaio 2008 viene seguito l’ordine di distruggere dopo 60 giorni l’indirizzo Ip di destinazione che identifica univocamente i dispositivi collegati nell’ambito di una singola rete informatica. [via Mondo3]

Pertanto domando agli esperti: quale è la verità al riguardo? Quanto sensazionalismo c’è rispetto alla situazione dei fatti? Possibile che da 7 anni 7 si sia passati a 60 giorni 60? Mi sembrano due posizioni talmente estreme da non essere credibili per qualsiasi fini vogliano perseguire.

Due buone notizie ogni tanto servono

Nella stessa giornata una doppia soddisfazione su temi che ho trattato nei giorni scorsi.

Martedì scrivevo che ogni tanto ci si incazza per le insistenze dei vari callcenter e stamani leggo della nascita di appositi numeri verdi contro questo fenomeno (ref. MobileBlog).

Ieri invece invitando chi invia gli SMS solidali all’Abruzzo, di digitare (bene) il 48580 mi sorgeva il dubbio – da una discussione su it.tlc.gestori.wind – sull’effettiva fine dell’euro di donazione dopo le polemiche degli anni scorsi. Anche in questo caso poco fa una piacevole conferma.

SMS al 48580: raccolti 3,5 mln, nessuna trattenuta gestori TlC | Cellularitalia.com

Gli operatori Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia smentiscono fermamente le voci, prive di ogni fondamento, in merito a presunte trattenute sulla cifra donata dai clienti. L’intero importo, ovvero 1 euro da Rete mobile e 2 euro da Rete fissa, viene interamente devoluto al Dipartimento della Protezione Civile. Mai in occasione dell’attivazione di questo strumento èstato addebitato un costo dalle compagnie telefoniche. L’Sms solidale inoltre non èsoggetto ad alcun tipo di imposizione fiscale.[…]

Per una volta posso segnare una giornata positiva nelle TLC.