Europa, geografia e Antitrust

Per quei pochi che non lo avessero notato adoro parlare di Europa.

Sarà  perché la passione per la geografia coniugata a quella per la telefonia ha creato un mix “letale”, fatto sta che da tempo parlo del nostro Vecchio Continente e delle decisioni della fu Comunità Europea. Vecchio Continente in senso geografico che solo in parte è compreso dall’UE. O almeno così credevo.

L’Europa è l’UE?

Perché nei mesi scorsi avevo segnalato, proprio per rimarcare la distinzione politica da quella geografica, il fatto che molti gestori (come Wind nell’immagine a lato) avessero la cattiva abitudine di confondere l’Unione Europea con tutto il continente.

Se un SMS indica genericamente “in Europa dal 1° luglio si spende meno“, istintivamente penso di poter risparmiare anche nei lviaggi in paesi come Croazia, Ucraina o Serbia. Peccato che però l’Antitrust – come mi ha comunicato via lettera in data odierna – nell’adunanza del 16 settembre scorso abbia affermato che “la fattispecie segnalata non integri una pratica commerciale scorretta in quanto, nella sua comune accezione, il termine Europa è utilizzato per fare riferimento ai paesi appartenenti alla Comunità  Europea“.

Comprendo il pragmatismo ma continuo a non comprendere perché si giochi sull’equicovo UE/Europa e non non si informi correttamente sui paesi compresi.

Petizione all’UE per tariffe intracomunitarie pari all’Eurotariffa

Nel titolo scrivo pari all’Eurotariffa: in realtà sarebbe auspicabili anche minori visto che lo spirito del regolamento europeo parlava di portare il roaming intracomunitario a livelli competitivi ‘come quelli nazionali‘. In realtà il paradosso dell’Eurotariffacome già anticipato nei mesi scorsi e come sollevato da attenti consumatori a giro per il web – fa sì che in taluni mercati, Italia in primis, le tariffe SMS e voce verso i paesi UE/EAA (verso cui si applicano i sempre più convenienti prezzi comunitari) siano più care nei mercati nazionali piuttosto che in roaming.

Un paradosso non solo italiano, ma che trova nel nostro paese (teoricamente) la sponda delle due Autorità per risolverlo. Ma visto che, oltre che consumatori italiani, siamo anche cittadini europei pensavo di sollecitare anche la stessa Comunità Europea: come? Con una petizione.

Cosa è? Così risponde l’UE.

Uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei:
qualsiasi cittadino può esercitare in qualsiasi momento il diritto di presentare una petizione al Parlamento europeo, individualmente o in associazione con altri, ai sensi dell’articolo 194 del trattato CE.

Qualsiasi cittadino dell’Unione europea o residente di uno Stato membro può presentare una petizione al Parlamento europeo, individualmente o in associazione con altri, su una materia che rientra nel campo d’attività dell’Unione europea e che lo concerne direttamente. Il diritto di petizione, garantito dal trattato, è riconosciuto anche alle società, organizzazioni o associazioni con sede sociale nell’Unione europea.

Una petizione può assumere la forma di una denuncia o di una richiesta e può fare riferimento a questioni d’interesse pubblico o privato.

A questo punto direi che, dopo la segnalazione per il CARO SMS alle autorità nazionali, si potrebbe scrivere assieme anche questo nuovo passaggio con il Parlamento Europeo. Che ne dite? 😉

Eurotariffa: costi minori, maggiori spese

Riflessione semplice quella di stamani sull’Eurotariffa.

I costi sono notevolmente diminuiti, i gestori hanno pianto lacrime e miseria ma probabilmente non ha calcolato – come invece hanno fatto alcuni amici sul forum di Mondo3, post 85 e ss. – che i prezzi finalmente ragionevoli del roaming internazionale in Europa abbia portato molti cittadini a spendere più di prima.

Io stesso guardavo il dettaglio del mio ultimo viaggio in roaming e lo confrontavo con quello dell’anno precedente nello stesso paese: a 50 ct. l’uno lo scorso anno ho mandato solo 3 SMS in una settimana, quest’anno la bellezza di 44. E per le chiamate ricevute idem: la tariffazione al secondoha fatto sì che rispondessi a quasi tutti i miei interlocutori che invece lo scorso anno hanno fatto spesso “amicizia” con il tono di occupato 😉

Andando alla fine dei conti: secondo voi il mio gestore è più contento quest’anno che ho speso 26 euro di roaming a “costi ridotti” o lo scorso quando ne ho spesi solo 6 ma a “costi folli”?

Mi sa che una simile valutazione andrà fatta anche per il caro SMS in Italia… o no? 😉

Anche le mucche piangono

Prendo la battuta in prestito dall’amico blogger Maxkava che, parlando di una possibile nuova tassazione degli operatori delle TLC spagnole, si chiede : “Sono abbastanza preplesso, mi sembra che quando non si sappia dove trovare soldi, le mucche da mungere siano sempre le stesse. Che ne pensate?

Rispondo schiettamente. Penso che nel caso specifico facciano bene: basta guardare le tariffe finali degli operatori mobili. Gli operatori vendono a tanto quel che a loro costa poco o niente. Avrei pensieri peggiori se invece a chi fa sempre (meno giustificati) extraprofitti li avessero presi dall’aumento di un punto percentuale di tasse agli altri vettori del settore privato dove margini del 15/20000% non sono concessi neanche dalla più permissiva delle antitrust… demogogia, populismo? Forse sì, ma attenzione che è (finalmente) la strada intrapresa dall’UE.

Meno male che l’Europa c’è

Le Elezioni Europee si avvicinano, ma le TLC è come se non esistessero. Tra i tanti temi delle varie campagne, infatti, riecheggiano tanti appelli che raramente riguardano la telefonia. Che invece, come testimonia Viviane Reding, è un settore fondamentale della nostra quotidianità e della nostra vita.

Andiamo quindi noi a vedere quel che l’Europa sta facendo: dopo la nota vicenda dell’Eurotariffa si torna ai costi di terminazione. Sono state definite dalla Commissione Europea le regole (riassunte in una raccomandazione dopo aver studiato oltre 120 proposte in merito) per l’applicazione dei metodi basati sul costo delle tariffe di terminazione (addebitate a un utente per connettere chiamate provenienti da un altro utente).
Secondo la raccomandazione le nuove tariffe si baseranno solo sui costi reali di un operatore, togliendo di fatto le differenze di prezzo fra i gestori di telefonia Europei  (prezzi al momento compresi in un range che va dai 2 ai 15 centesimi al minuto, a seconda della nazione, per i telefoni fissi, e dai 57 ai 113 per i mobili). Conseguenza del livellamento sarà l’abbassamento dei costi delle chiamate vocali internazionali (sono previsti fra il 2009 e il 2012 risparmi per le famiglie di ben 2 miliardi di Euro), con successivo aumento della concorrenza fra i vari gestori di telefonia.
La convergenza delle tariffe dovrebbe portare, secondo le previsioni della Commissione, ad un abbassamento dei prezzi entro il 2012, rispetto a quelli attuali, di fino a 3 centesimi al minuto.

Dovrebbe, il condizionale è d’obbligo specie in una nazione come la nostra dove l’AGCOM ha in mente tutt’altro piano di abbassamento dei costi. Non diciamo sbagliato, sicuramente asimmetrico e poco coerente con l’indicazione comunitaria. Intanto le associazioni dei consumatori sono soddisfatte, mentre il buon Stefano Quintarelli dice una cosa giusta sull’extraprofitto che ha causato un equilibrio del mercato artificiale. Non è che bisognava essere iscritti a qualche partito per vedere che alcuni modelli dello sviluppo industriale delle TLC non erano propriamente i più adatti per la concorrenza…

[via BitCity]

Cara Wind ti scrivo…

…potrebbe essere questo l’incipit della lettera di pressoché tutti i clienti Wind in roaming internazionale negli ultimi mesi.

Perchè? Perchè da mesi, come segnala WindWorld, all’estero non è chiaro cosa sia successo agli accordi di roaming internazionale per il traffico dati. Tanti utenti, infatti, dalla scorsa estate segnalano sul nostro forum delle stranezze, ognuna diversa a seconda del gestore estero che li ospita. Alle volte la connessione dati parte, ma non scambia pacchetti; in altre occasioni non si apre nemmeno il dialogo con la rete. Poche volte, purtroppo, tutto funziona regolarmente. In questo segnalo una bella pagina riassuntiva “sul campo” (ossia quelle esperienze che, anche con il sottoscritto, spesso il 155 nega nella loro evidenza dicendo che… ‘funziona tutto, non ci risulta’ da mesi e mesi) dell’amico Carlo: Wind e i problemi di roaming internazionale.

Un lavoro certosino con una statistica disarmante: 17 paesi monitorati, 17 paesi con problemi di roaming. Il 100% dei disservizi. Che solo Wind pare non vedere…