L'(ab)uso del Corecom (2)

Seconda nuova avventura nella “serie” sull’(ab)uso del Corecom.

Protagonista stavolta di questa serie, che speravo non avesse altri capitoli, è mio padre. Partiamo dalla fine: anche in questo caso l’esito è positivo, estremamente. Quindi il fulcro non è la risoluzione del disservizio, è ancora una volta la funzione dell’organismo regionale per risolvere problemi semplici che competono ai vari Call Center.

Andiamo in ordine anche questa volta: nel 2007 (sì, oltre due anni fa…) l’account Alice legato alla linea ADSL di casa ha dei problemi con i servizi di autenticazione, pop3 e smtp. Segnalato il tutto, arriviamo – con 3 solleciti al 2009 – quando convinco mio padre a un nuovo (inutile) fax e al tentativo obbligatorio di conciliazione con richiesta di risarcimento. Qui la storia diventa divertente: a tre giorni dalla convocazione il disservizio viene risolto, aspettiamo la conciliazione per il risarcimento. Mio padre all’ultimo è assente non giustificato, l’arbitrato non ha luogo per la sua assenza ma nonostante tutto Telecom Italia ci rimborsa per l’importo richiesto in sede arbitrale pur non avendo obbligo conciliativo in tal senso.

Tutto bene, ma anche in questo caso era troppo “banale” aver risposto al primo fax inviato al Call Center 26 mesi fa piuttosto che arrivare a questa assurda situazione?

PS: nei prossimi giorni l’aggiornamento del blog – causa ferie, soprattutto mentali 😉 – sarà sospeso: riprenderà, più o meno, nella prossima settimana. A rileggersi presto!

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