Chiarezza nelle pubblicità: mission impossible

Il garante Antitrust ci avverte che nel campo dei telefoni e dei telefonini ci sono troppe pubblicità che non spiegano tutto dei servizi offerti.

In particolare, chissà come mai, non spiegano le parti più seccanti per gli utenti mentre quelle più favorevoli sarebbero invece piuttosto evidenziate. Che dire, uno sarebbe felice di questa bacchettata alle pubblicità mal fatte.

È giusto, le offerte di telefonia bisogna spiegarle bene. Per quel che ne so io c’è solo un modo: affidare l’incarico a Piero ed Alberto Angela, con budget illimitato e solenne giuramento di imparzialità su quel che hanno di più sacro, suppongo una reliquia di Galileo o di Darwin. Sarebbe sufficiente una serie di novanta puntate di tre ore, ognuna delle quali spiegherebbe a malapena una singola offerta. Per confrontarle due alla volta si potrebbe pensare ad un ulteriore ciclo di trasmissioni. Per confrontarle tutte insieme non so, credo che la mente umana non sia progettata per questo. Oppure, stante che gli spot durano trenta secondi, che le bellone e i calciatori e i vippazzi vari li hanno già contrattati, ci sarebbe una soluzione.
Si registrano gli spot che spiegano tutto a velocità normale (tre ore) e si mandano in onda acceleratissimi, con Totti, Gattuso e le belle di turno che dribblano dati, grafici e istogrammi a velocità folle.

Non capiremo nulla lo stesso, ma almeno ci facciamo due risate.

di Chicco Gallus, scrittore satirico, da “Il Firenze” del 15.04.2007

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