Dahlia e il 16% del credito residuo

Per fortuna non ho abbastanza esperienza per calcolare se il valore dell’offerta di una società in liquidazione sia valido o meno.

Comunque molti di voi sapranno che Dahlia ha chiuso i battenti. Piuttosto rumorosamente. E che molti clienti sono rimasti con le loro schede cariche di credito senza poter più vedere i programmi della TV digitale che sono scomparsi assieme all’operatore.

Passo indietro. Dahlia è stata ammessa dal Tribunale civile di Roma alla procedura di concordato preventivo. Qui viene il bello.
Il concordato preventivo prevede il pagamento dei titolari di smart card Dahlia TV nella misura del 16% del credito residuo. Con pagamento, beffa nella beffa, tra un anno.
Leggo che ADOC polemizza su questo punto (con  ragione).

Ma a questo mi viene da chiedere quale sia veramente il valore di una scheda prepagata al di là del servizio e dell’operatore. Se in caso di un fallimento come questo si rende il solo 16% (speriamo di no, ma dubito che si arriverà mai al 100%) quali sarebbe le tutele per i clienti ricaricabili nelle TLC italiane?

Alla fine, per incredibile paradosso, in situazioni similari son più sicuri gli abbonamenti: a meno che non si debba pensare a un fondo di garanzia a tutela dei crediti dei clienti.

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Una risposta a “Dahlia e il 16% del credito residuo”

  1. Già, qualcosa come il fondo interbancario dei depositi, alimentato da contributi obbligatori dei player del mercato di riferimento =)

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