Purtroppo queste settimane di autunno saranno ricordate in Italia per le alluvioni che hanno luttuosamente colpito Liguria e Toscana. Dalla Lunigiana alle Cinque Terre fino a Genova sono stati giorni orribili.
Tra le varie iniziative a favore delle popolazioni colpite è tornato nuovamente in auge il sistema degli SMS solidali, ovvero la possibilità di inviare aiuto nella forma di denaro utilizzando il proprio credito telefonico. Un numero molto pubblicizzato, il 45500 (utilizzato anche per il Giappone etc.), che ha un costo unitario di 2 euro.
Un sistema molto pratico (che somma la facilità di invio di un SMS alla cifra contenuta per ogni messaggio) che però apre alcune riflessioni che ho già visto condivise online. Riflessioni che cerco di ripercorrere anche ‘storicamente‘.
Il primo grande pensiero, almeno per il sottoscritto, torna alla tragedia dello tsunami di dicembre 2004. Una calamità di così ampia portata che attraversò i confini della solidarietà : i gestori aprirono in maniera massiva la possibilità di aiutare le popolazioni colpite. Però all’epoca c’era (ancora) il costo di ricarica, ricordo di aver polemizzato in quegli anni come fosse assurdo che per donare 20 euro dovessi fare una ricarica di 25 euro con 5 euro che sarebbero andati in tasca solo all’operatore. Nel 2007 però la cosa è cambiata, i costi di ricarica sono spariti ed almeno questo paradosso non esiste più. Ma si è andati oltre anche su altre questioni.
Ad esempio, sempre grazie ai problemi di quel primo primo evento, arriva forse la più grande novità nella gestione degli SMS solidali, l’esenzione IVA: la Risoluzione 124 dell’Agenzia delle Entrate del 12.08.2005 ha fornito, infatti, una nuova interpretazione del rapporto che intercorre tra il gestore di telefonia mobile e la Onlus sostenuta con la tecnologia SMS, in base alla quale non sono più considerate valide quelle caratteristiche assimilabili a un servizio commerciale che determinavano l’applicazione dell’IVA.
Peranto relativamente a tutte le iniziative sostenute attraverso il cosiddetto Messaggio Solidale a partire da agosto 2005, gli operatori – come spiega ad esempio Vodafone Italia sul proprio sito – devolvono interamente il ricavato all’associazione prescelta.
Hanno continuato ad esistere (giustamente) però gli SMS solidali: un altro grande momento emotivo è stato quello del terremoto in Abruzzo. Stavolta non ci sono i costi di ricarica ma gli sciacalli del telefonino: in pratica, sfruttando le numerazioni che non distinguevano gli SMS solidali da quelli a pagamento (e neanche da quelli gratuiti di servizi degli operatori stessi! nda) alcuni servizi commerciali avevano adottato numeri simili per intercettare il denaro inviato tramite questa modalità .
Il tutto però “serve” per scuotere chi doveva decidere per arrivare alla situazione attuale: in pratica, complice la confusione regnante sui numeri a pagamento in cui loghi e suonerie impervesano con condotte non sempre commercialmente corrette, AgCom decide di fare ordine tra le varie numerazioni che iniziano per 4, tanto per gli SMS quanto per le telefonate.
Andando al caso degli SMS solidali è la delibera AgCom n. 34/09/CIR del 9 luglio 2009 recante “Misure urgenti di modifica ed integrazione del Piano Nazionale di Numerazione di cui alla delibera n. 26/08/CIR†ad aver introdotto il codice 455 per i servizi di raccolta fondi per fini benefici di utilità sociale da parte di enti, organizzazioni e associazioni senza fini di lucro e di amministrazioni pubbliche.
Un codice che quindi ha una finalità ben distinta (qui la spiegazione sulla decade 4 in cui si evince la divisione ad esempio tra “40â€, “41†,“42â€, servizi a sovrapprezzo “43 e 44â€, “46 e 47†– servizi di chiamate di massa esclusi escluse le raccolte fondi- , “48 e 49â€Â e infine “455â€, i servizi di raccolta fondi) e su cui si può stare (relativamente) tranquilli: i soldi vanno all’associazione prescelta, ovviamente se avete ulteriori dubbi potete chiederne conto ai protagonisti. Ma tecnicamente i 455xx sono diventati (finalmente) numeri per le donazioni senza vantaggi per gli intermediari.
articolo molto interessante, grazie. immagino che sia impossibile, ma sarebbe molto utile se questo sistema potesse essere utilizzato anche all’estero. io sto in svizzera e mi attiverei subito a mandare sms se fosse possibile
Buongiorno silvia, il sistema – come così l’ho spiegato – funziona ovviamente per la telefonia italiana: dalla Svizzera potrebbe contribuire con questa modalità solo se utilizzasse una sim italiana in roaming internazionale ma non attraverso i gestori elvetici.
Ho trovato l’articolo molto interessante, soprattutto la parte che parla dell’esenzione dell’IVA. Mi sono chiesto però una cosa, tecnicamente chi “apre” queste numerazioni solidali ?
Sono i singoli operatori oppure c’è un ente/società che fa ciò?
Ma sarebbe ancora più interessante capire chi effettivamente “conta” gli sms inviati ? Sono gli opratori a contarli o altri ? Io sarei più sicuro se a “contare” fossero altri…
Un saluto!
Quanto costa per un’associazione senza scopo di lucro attivare un servizio di sms solidale? Ti ringrazio per le informazioni che hai dato.Anna