Telepass Mobile, un gigante a passi lenti

LogoFinalmente, per puro caso, passando per forum e ricerche varie (Telepass Mobile] Sim gratis per i clienti “Premium”!?) si viene a scoprire che Telepass Mobile – il gestore virtuale di Autostrade su rete Wind – esiste.

L’offerta resa nota a maggio, infatti, si scontra con la totale assenza di un sito dedicato: ad oggi era nota solo una pagina dedicata alla tariffa Telepass 10 e lode sul sito Wind.

Un po’ poco, come altrettanto scarsa è la nuova informativa che però finalmente regala un prezzo e un luogo di acquisto alla sim “autostradale”. Il tutto è all’interno di un vasto PDF by Autostrade.it.

L\'offerta Telepass Mobile by Autostrade.it

TELEPASS MOBILE


[…] il nuovo servizio nato dalla collaborazione tra Telepass e Wind che offre a tutti i titolari di un contratto Telepass la possibilità di accedere a servizi di telefonia mobile convenienti ed esclusivi.
La SIM Telepass Mobile si può acquistare presso tutti i Punto Blu e i rivenditori autorizzati al costo di 5 euro (con 5 € di traffico telefonico incluso) e con il piano tariffario “Telepass 10 e lode” che prevede:
– 10 eurocent/min per le chiamate nazionali verso tutti i numeri fissi e mobili
(2);
– 10 eurocent/min per inviare SMS dall’Italia verso tutti i numeri.

Inoltre con Telepass Mobile presto si potranno conoscere in tempo reale le condizioni di traffico, i tempi di percorrenza, i lavori in corso, il prezzo del carburante più conveniente, i pedaggi pagati con il Telepass e avere tanti altri servizi dedicati al tuo viaggio in autostrada.
(2) + Scatto alla risposta 12 cent.

A questo punto non resta che attendere gli innovati servizi, sempre che Autostrade per l’Italia voglia davvero fare il gestore e non giocare a nascondino.

Vodafone, ritorna la ricarica da 5 euro

La crisi economica fa il suo capolino anche nella telefonia mobile. O meglio questo sembrerebbe trasparire dalla decisione di Vodafone di ripristinare sul sito 190.it le ricariche da 5 e 10 euro tanto gradite ai clienti!

Ufficialmente o due tagli più piccoli di ricarica non erano mai stati ritirati dalla rete vendita, ma la loro reperibilità era sempre più scarsa: in tal senso gli sforzi di Lottomatica e POS erano davvero poca cosa.

Ora questa mossa è stata confermata dal Vodafone Lab, che sia l’inizio della consapevolezza degli italiani sull’uso del cellulare?

Wind e 3 Italia “promessi sposi”

I Promessi Sposi

L’offerta sembra esserci (4 miliardi per 3 Italia: Wind non scherza e fa la sua offerta | Mondo3 News), le parti sono stanno giocando ai “Promessi sposi”. Un giorno Sawiris attacca H3G, un altro le propone il matrimonio… e 3 Italia uguale tanto da farci tornare in mente un passo del Manzoni con protagonisti ancora attuali.

“Or bene, – gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, – questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”.
“Ma, signori miei, – replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, – ma, signori miei, si degnino di mettersi ne’ miei panni. Se la cosa dipendesse da me,… vedon bene che a me non me ne vien nulla in tasca…”

Coop Voce vuole crescere con… le terminazioni

Il mondo della telefonia non è indenne dai cosiddetti tormentoni. Sicuramente il tormentone più in voga in questo periodo è quello legato ai costi di terminazione. A dira la sua al riguardo arriva anche Coop Voce che vuole entrare a far parte nel giro delle interconnessioni. Perchè? Il motivo è molto semplice, i guadagni in percentuale sul traffico fatturato non bastano per costruire una rete e per uscire dalle maglie del “gestore madre”. Ovvio che tutto ciò fosse noto ben prima di entrare nel mercato, scegliere (o subire…) di fare l’ESP è ben diverso dall’essere un MVNO.

Comunque è interessante leggere che “in Italia la competizione è soffocata. Gli operatori virtuali italiani si trovano in una sorta di libertà vigilata. E gli accordi che vengono stretti con gli operatori di telefonia mobile per sfruttarne la rete danno margini di profitto e di manovra risicati.” A dirlo è Francesco Pinelli, direttore area telefonia per Coop, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica.

Coop VoceCoop Voce ha inoltre chiesto all’AgCom norme che tutelino gli operatori virtuali, come la possibilità di guadagnare anche dal traffico entrante, alla stregua delle tariffe di terminazione degli operatori normali. Intanto a breve Coop Voce lancerà tariffe scontate per le chiamate tra membri della famiglia e per il mercato etnico. Gli immigrati potranno anche trasferire denaro all’estero via cellulare.

Basterà? Probabilmente no, ma Pinelli promette anche che, entro un anno e mezzo, i clienti potranno usufruire di cellulari speciali per pagare la spesa, che funzioneranno come scanner da passare vicino ai prodotti.

[via WebMasterPoint]

La fibra ottica finanziata dai costi di terminazione?

La domanda nasce dal rileggere un articolo pubblicato su “Repubblica” nei giorni scorsi (vedasi Progetto a tre sulla fibra ottica IL RETROSCENA del 30 giugno 2008 a firma di Stefano Carli).

Si parla di far crescere la fibra ottica nel nostro paese e tra le varie forme per trovare i capitali si fa un’interessante analisi sui costi di terminazione tanto di moda negli ultimi tempi.

Il punto di partenza è semplice. All’Italia serve la banda larga […] Ma la banda larga italiana non ha un padre. Non uno Stato superindebitato come l’Italia. Non un incumbent superindebitato come Telecom Italia. E i soldi che servono sono intorno ai 20 miliardi di euro: in Italia ci sono più di 20 milioni di linee, e il costo per allacciare un utente in fibra ottica è di circa 900 euro.
E allora? Allora l’unica soluzione è creare un sistema in cui ognuno faccia un pezzo. […]
Sarà insomma una rete ottica a macchia di leopardo: parte pubblica e parte privata, in parte regionale e in parte magari di municipalizzate.[…]
Garante di tutto il processo sarà poi l’Autorità di Calabrò, che trova così un suo nuovo e più vigoroso ruolo proprio mentre il suo mandato originario, quello di vigilare sull’apertura dell’ex monopolio telefonico, sta andando a terminare.
Telecom in questo piano perde la speranza di avere un controllo totale sulle Ngn. Ma d’altra parte Bernabè ha sempre detto di non puntare al modello seguito finora da Deutsche Telekom, quello tradizionale, del secolo scorso: investimenti in cambio di monopolio. Anche perché non è che la posa di nuova fibra in Germania stia correndo. In cambio ottiene che tutto il paese e perfino i suoi concorrenti si impegneranno nelle nuove reti. E poiché lo scorporo della rete si sposta sulle Ngn può dormire sogni relativamente tranquilli sul destino della sua rete in rame: non gliela toccheranno più.
Gli altri operatori da Wind a Tiscali e a Fastweb che cosa ci guadagneranno? E’ uno dei passaggi più delicati. Finora le ‘altre’ Telecom hanno investito molto: in rapporto ai fatturati molto di più di Telecom Italia. E non vogliono vedersi costrette ad investire al buio nelle Ngn mentre faticano a far quadrare i conti in un mercato in cui Telecom ha ancora il 70% di quota. Una soluzione ci sarebbe: utilizzare per le reti ottiche il sistema che ha fatto decollare il mercato del mobile. I costi di terminazione.
Oggi una telefonata che raggiunge un utente mobile garantisce al gestore dei quell’utente una somma che è circa 14 volte quella che incassa un operatore di rete fissa per lo stesso lavoro. Una differenza che è servita a finanziare la realizzazione delle reti mobili e che ha di fatto garantito la concorrenza tra operatori su tutti i mercati. Ma quell’obiettivo è stato raggiunto e infatti oggi Viviane Reding, commissario Ue ai media, sta lavorando ad un taglio drastico di queste tariffe. Un taglio del 70% che potrebbe togliere qualcosa come 2 miliardi di euro di ricavi complessivamente agli operatori mobili europei. Ma gli operatori mobili europei sono di fatto tutti integrati. Solo H3g, nelle sue vari diramazioni italiana, britannica e austriaca è oggi soltanto mobile. La stessa Vodafone sta investendo sempre di più sulle reti fisse. E proporre un passaggio degli extra ricavi che premiano gli investimenti sulle nuove reti dal mobile al fisso (ma solo le Ngn, non certo il ‘vecchio’ rame) potrebbe essere una soluzione.
Questa è la direzione. Scajola, Bernabè e Calabrò hanno iniziato a lavorarci. L’idea sembra buona ma la strada è lunga e faticosa. Bisogna superare remore e diffidenze radicate e tutti dovranno convincersi che nessuno sta giocando sporco. Ma, se sarà davvero così, si può fare.

DVB-H, i numeri di 3 Italia dopo Euro 2008

I numeri parlano chiaro. Euro 2008 ha fatto registrare il record di telespettatori per la tv mobile di 3 Italia offerta in modalità  DVB-H.

Ma è un vero record?

L’articolo di MF, ripreso da Digital Sat Magazine, mostra i numeri del successo: una media di 10 mila utenti a partita (per un totale di 32 match), con picchi ovviamente per l’Italia.

Le partite degli azzurri sono state viste da circa 70 mila spettatori: 10 mila per Italia-Olanda, 32 mila per Italia-Romania e 17 mila sia per Italia-Francia, sia per Italia-Spagna. Già  solo in questi dati sono contenute alcune sorprese. La prima è che Italia-Romania, l’unico incontro disputato dagli azzurri alle 18, ha visto il picco di spettatori sul cellulare, sintomo che per tutti gli eventi in orario lavorativo esiste una domanda in crescita. Il secondo è che la partita Olanda-Romania, che si disputava in contemporanea alla decisiva Italia-Francia, ha comunque registrato un numero di utenti significativo rispetto al preventivato flop.

Allora i dati: record di ascolti con 10mila telespettatori per partita. Ma quanto sono i clienti DVB-H di 3 Italia? Erano 719.000 ad agosto 2007 (fonte Accenture), oggi sono sicuramente di più.

Vi pongo una domanda: se 1 cliente su 70 accende la TV voi lo festeggereste come un grande risultato? Forse la tv in mobilità  deve crescere ancora.