La concorrenza si gioca sul filo dell’iPhone

La concorrenza ogni tanto bussa alla porta. E in questo periodo lo fa per l’iPhone: sintomo che le vendite di questo terminale che ha contagiato anche il sottoscritto valgono molto.

L’arrivo del melafonino 3 ha sicuramente cambiato le carte in tavolo: dopo che Vodafone ha ribassato di 100 euro i costi del cellulare Apple (con tanto di rimborso in fattura per chi lo ha comprato al prezzo più oneroso!) ora arriva anche Tim.

E lo fa in modo bizzarro: inserisce due novità positive (l’ampliamento dell’offerta relativa al modello da 32Giga e la riduzione dell’entry ticket per iPhone 3G-S 16 GB per la Tutto Compreso Starter da 269 a 199 €) ed aumenta i prezzi praticamente di quasi tutta l’offerta. Guardate per il 3G-S 16 GB…

  • Tutto Compreso 35: contributo iniziale 299 € (erano 259€)
  • Tutto Compreso 60: contributo iniziale 259 € (erano 219€)
  • Tutto Compreso 90: contributo iniziale 209 € (erano 169€)
  • Tutto Compreso Unlimited: contributo iniziale 119 € (erano 69€)
  • Tutto Compreso Unlimited: contributo iniziale 219 € (erano 69€) per il 3G-S 32 GB.

Concorrenza? Sì, per scherzo.

| via MobileBlog

Con Vodafone scordati di chattare…

…o quasi. Probabilmente il mio è masochismo, avevo già scritto nelle scorse settimane dei limiti di velocità per il servizio internet Vodafone che, non pago, oggi mi trovo a doverne affrontare dei nuovi.

vodafone_limiti-internetcard

Per carità, nessun sopruso: gli ulteriori limiti sono ben scritti nella promozione Internet Card e probabilmente, visto l’APN condiviso, valgono anche per tutti gli altri usi di internet in mobilità.

Anche perchè “avvisaglie” da amici ne avevo avute: “Sai Andrea che con Vodafone mi cade spesso Skype?” o “MSN proprio non va con Vodafone, chissà cosa ha il mio computer” sono stati frasi ricorrenti. Che probabilmente non ho valutato fino ad oggi quando ho attivato, sul mio abbonamento dati, l’offerta Internet Card che recita testualmente che “non è valida per l’utilizzo di alcuni protocolli di comunicazione su Internet (come Voip, software peer to peer e Instant Messenger)”.

E, infatti, MSN al momento è una chimera… Skype quasi e non ho assolutamente voglia di impazzire con Torrent o P2P. A questo punto mi chiedo se anche la mia pazienza ha un limite tale da sopportare Vodafone

Portabilità del numero e… del credito

Siamo ormai al countdown.

Mancano, infatti, solo sette giorni al trasferimento del credito tra gli operatori mobili. Se ne parlava addirittura dalla fine degli anni ’90, si è dovuta aspettare prima la MNP e poi questa decisione per permettere, come prevedeva probabilmente la più ovvia delle evoluzioni per il cambi ooperatore, il passaggio del credito residuo delle schede ricaricabili in concomitanza alla portabilità.

Una pratica che, se attuata in contemporanea alla nascita del 3° e del 4° gestore, avrebbe portato maggiori benefici ai conti di Wind e H3G (nonché alla concorrenza) in questi anni. Si arriva invece al 10 agosto 2009 per avere tutto questo.

La ricarica e l’accredito verranno erogati al cliente direttamente dal nuovo operatore (recipient), ma l’importosu cui speriamo ci sia la massima trasparenza, nda – viene definito dal vecchio operatore (donating), che ha facoltà di detrarre dal credito residuo:

  • i bonus e le ricariche omaggio presenti nel credito residuo;
  • un costo per il servizio di trasferimento credito.

Il servizio di trasferimento del credito ha un costo per il Cliente: tale costo viene definito dal vecchio operatore e viene incassato sempre da quest’ultimo (e non dal nuovo operatore) attraverso un addebito sul vecchio credito disponibile. Per avere un’idea sui costi le anticipazioni di Vodafone al riguardo evidenziano una cifra ragionale: 1,5 euro circa.

Inq1, la “recensione impertinente”

Sull’Inq1 si è scritto molto. Specie a caldo quando le rece spopolavano su tantissimi siti e blog. Personalmente mi ero ripromesso di attendere qualche settimana prima di fare la recensione, ahimé non sono il tipo che trasforma un mero unboxing in un articolo esaustivo sull’uso di un cellulare.

Forse ho atteso financo troppo, ma ho visto che almeno non sono stato il solo ad aspettare luglio per commentare un cellulare uscito molto  tempo prima. Pertanto ho usato l’Inq1 a fondo, sia con la sim associata (opzione SuperInternet) sia con una scheda già in mio possesso, un abbonamento Zero5, che era possibile inserire nel terminale. Eh sì, partiamo dalle buone notizie in questa recensione. L’Inq1 viene venduto, seppur a un prezzo più caro che altrove (in Inghilterra costa 70 pounds pari $115.46, in Italia  invece 99 euro che corrispondono a $141.01 – fonte Forbes), con una buona offerta e soprattutto senza il limite del simlock: ossia si possono usare al suo interno, oltre alla scheda allegata nella confezione, tutte le altre USIM H3G in nostro possesso. Unica cosa a cui fare attenzione è la presenza di opzioni internet attive, come nel caso del mio Zero5, per usufruire dei servizi avanzati come Skype e MSN (le soglie X-Series di molti abbonamenti, 3 ad esempio, sono perfette, nda): uno perchè navigare a consumo costa caro, due perchè alcune applicazioni richiedono proprio queste opzioni.

Detto quanto serve per gestire il telefono, passiamo ai primi commenti. Ne ho letti, alcuni di persone strafelici ed altri di clienti non propriamente contenti. Io “sto nel mezzo”. Non per evitare facili polemiche, ma per cercare di spiegare.

Parto subito da una considerazione importante. Chi ha uno “smartphone” NON compri l’INQ1 come ‘sostituto’. Se si passa da un terminale avanzato a questo si fa sicuramente un downgrade che difficilmente si potrebbe accettare. Personalmente mi trovo in questo caso, infatti ho usato il cellulare come “backup” o meglio come secondo telefonino. Visto in questo ottica l’ho apprezzato molto nonostante mi sia sembrato fin da subito troppo spartano. Ma non è certo un difetto per chi cerca un  cellulare entry level che sicuramente ha costi con servizi più che adeguati. Definirlo “low cost” è forse troppo, sicuramente non costa moltissimo per quello che da’. E’ possibile usare i social network e i sistemi di messaging presenti, ma soprattutto si possono installare tante altri programmi Java. E’ quindi versatile anche se la sua funzione principale, tanto da essere stato chiamano facebookfonino, non è che entusiasmi molto. Anzi, per dirla proprio tutto l’applicativo dedicato a Facebook è di gran lunga il più… “bruttino”.

Mentre Skype e MSN sono di facile utilizzo, quello per FB sembra è la copia (non riuscita) del portale mobile. Si rimane sì in contatto con gli amici, ma che delusione… speriamo che il fratellino Inq2, o come si chiamerà, dia più affidabilità sulla sua “killer application” (Twitter, per la cronaca). Forget The iPhone titola “The Forbes”, ma sarà ardua temo. Soprattutto perchè, come ho detto in apertura almeno per questo terminale, INQ offre agli utenti  avanzati più un downgrade che altro.

Torniamo però al nostro Inq1 in ordine sparso. Bene la batteria, si fanno anche tre giorni abbondanti con oltre due ore di chiamate al dì. Insomma la tastiera, fin troppo spartana e poco reattiva a chiamate consecutive quali il sottoscritto è solito fare per lavoro. Malino, infine, la qualità della chiamate voce: questo è un punto che ho valutato a lungo e che ha rallentato questo articolo. Ho fatto quindi (molte) prove incrociate nelle stesse zone ed altri terminali UMTS, il risultato è stato che i miei contatti si accorgevano quasi sempre di quando usavo Inq1. E come facevano? Semplicemente mi sentivano… peggio. Un suono più metallico, sicuramente non paragonabile a quello di altri terminali a listino (uno su tutti, nelle varie prove, ossia l’E51 di Nokia, nda). Non ho commentato le foto. Perchè? Perchè non scelgo, e non sceglierò mai, un telefono per le sue ‘qualità fotografiche’.

Comunque riassumendo per 100 euro il prodotto è più che valido e mi auguro che possa dare una spinta a un ricalibramento dei prezzi verso il basso di tutta quell’ampia fascia di cellulari che promettono (inutilmente) servizi avanzati quando invece fanno assai meno dell’Inq1.

PS: approfitto di questa occasione per tirare fuori un piccolo sassolino dalla scarpa: a differenza di molti altri blogger, l’Inq1 di questa prova è stato pagato dal sottoscritto. Nessun regalo quindi da parte di 3 Italia, almeno nel mio caso, mentre osservo al contrario una blogosfera talvolta troppo vicina alle aziende a cui dovrebbe fare le… pulci. Si può recensire un terminale senza preclusioni di sorta anche pagandolo e magari aspettando qualche giorno dopo l’arrivo del…. corriere. 😉

SMS in auto, fermatevi e riflettete

C’è chi scrive SMS ovunque. Ci sono gare con premi in palio, milioni di promozioni e polemiche sui loro costi. C’è chi però esagera: al di là di chi si sente “padrone” di scriverli dove gli pare, indubbiamente guidare ed inviare messaggini è davvero pericoloso.

Guardare per credere i dati rilanciati da Aduc: se un conducente invia un messaggino mentre sta guidando aumenta di 23 volte il rischio d’incidente. I  ricercatori hanno, infatti, rilevato che l’atto del digitare  sottrae 5 secondi all’attenzione che spetterebbe alla strada. Eppure in autostrada, in questi giorni di torpedoni estivi, la normalità è vedere persone con la testa china sul cellulare: in barba alla strada e alla sicurezza altrui. Perchè sia chiaro agli “audaci dell’SMS”: della vostra vita onestamente importa a pochi, ognuno se la gestisce come vuole… ma quella degli altri è sacra.

| via Aduc