Telecom taglia i prezzi, ma non verso H3G


TELECOM: DAL 7 MAGGIO TAGLIO A PREZZI FISSO-MOBILE

ROMA, 3 aprile – Lieve sforbiciata ai prezzi delle chiamate da telefono fisso a mobile da parte di Telecom Italia. A partire dal 7 maggio, infatti, entrerà in vigore la nuova manovra tariffaria che prevede riduzioni dei prezzi al minuto delle conversazioni per le telefonate ai clienti Tim, Vodafone e Wind, e un leggero aggravio per chi chiama un telefonino H3G. Le riduzioni riguardano sia le famiglie che la clientela affari.

2006-04-03 10:54
(ANSA) – ROMA, 3 apr – La nuova manovra si inserisce nel meccanismo di price cap, che prevede un decremento annuo della quota di retention (vale a dire la parte di tariffa di spettanza dell’operatore fisso) relativa a Telecom Italia. Da luglio, poi, dovrebbero partire altre riduzioni, stavolta relative alla cosiddetta termination, cioé la parte di tariffa che finisce nelle casse degli operatori mobili. Il nuovo listino in vigore dal 7 maggio non prevede variazioni allo scatto alla risposta, ma solo ai prezzi dei minuti successivi di conversazione. In particolare, le famiglie (nella fascia oraria intera) pagheranno 20,88 centesimi al minuto per chiamare un telefonino Tim (contro gli attuali 21,55), 20,42 per uno Vodafone (adesso sono 20,92) 26,57 per uno Wind (attualmente 28,02) e 39,98 per uno H3g (in rialzo dagli attuali 38,32). Il prezzo nella fascia oraria ridotta resta invece invariato a 12 centesimi. Quanto alla clientela affari, i cui prezzi vengono tradizionalmente espressi al netto dell’Iva, le riduzioni sono per i cellulari Tim da 13,30 a 13,17, per Vodafone da 15 a 14,91, per Wind da 15,46 a 15,12. Per chiamare un cellulare H3g, invece, si spenderanno 19,90 centesimi al minuto, contro gli attuali 19,41.

La morale di Tim

Tim sta svolgendo in queste settimane una serie di spot promozionali sulla nuova offerta “Tim Famiglia“, il profilo tariffario – disponibile dal 24 ottobre 2005 – che prevede la possibilità di (video)chiamare tra 2 numeri TIM e 1 numero di rete fissa alla speciale tariffa di 1 centesimo al minuto (oltre a scatto alla risposta di 16 ct.) e soprattutto di ricevere un’autoricarica per le chiamate ricevute da Rete Fissa di 5 centesimi al minuto.

Su questo secondo punto Tim – al pari dei propri competitors – punta molto ed ha lanciato uno spot ad hoc: http://www.azienda.tim.it/delivery/showfile/0,,20031,00.mpg . La prima impressione a caldo è di sorpresa. Christian De Sica, infatti, si arrabbia con la figlia che – come molti suoi coetanei – abusa del meccanismo di autoricarica. “Miracolo!” avranno pensato molti genitori attanagliati dallo stesso problema. Ma poi riguardando lo spot in TV mi sorge un grosso dubbio.

La tariffa pubblicizzata è di 1 centesimo al minuto senza alcuna menzione allo scatto alla risposta di ben 16 centesimi fino parte finale dello spot dove appare in sovraimpressione assieme al sistema di tariffazione. Rifletto ancora. Il target di clientela verso cui si rivolge la pubblicità è chiaro, basti vedere la famiglia e la giovane età della protagonista che chiama casa per farsi ricaricare. Ma dietro alla risposta da bravo padre di famiglia di De Sica cosa c’è? C’è tutto il meccanismo di “costi nascosti” della tariffa che va a rimpinguare le casse del gestore… infatti, la figlia (povera ingenua?) spende 17 centesimi per chiamare casa sperando che la madre la richiami per guadagnare qualche soldo di autoricarica (autoricarica, questa sì, ben pubblicizzata a 5 centesimi al minuto). Peccato che per pareggiare il costo dei 3 secondi di telefonata la giovane debba ricevere una chiamata di oltre 3 minuti e 20 secondi da rete fissa. Insomma, per farla breve una pubblicità che punta al non abuso del meccanismo di autoricarica incita la classica famiglia italiana invece a comportarsi nella maniera piu’ conveniente per le casse di Tim. Ossia telefonata breve verso casa (17 centesimi sicuri) e chiamata entrante da fisso.

Alla fine quale è la vera morale di questo spot? Fare soldi, come sempre.

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