Telecom, ma quanto mi costi…

Dalla SIP a Telecom Italia, cambiato il nome ma non la cantilena degli italiani. Almeno stando a sentire gli operatori alternativi concorrenti nella telefonia fissa. “Con la presente le società scriventi intendono portare all’attenzione di Codeste Autorità  la preoccupante situazione del mercato dei servizi di rete fissa, sia dal lato wholesale che dal lato retail. In particolare le scriventi – ossia Bt Italia, Colt, Fastweb, Tele2, Tiscali, Vodafone, Welcome Italia e Wind – segnalano la strategia di Telecom Italia volta alla compressione dello sviluppo di una concorrenza sostenibile e la conseguente necessità di una regolamentazione ferma che scongiuri il pericolo della ri-monopolizzazione del mercato. E’ ormai, infatti, evidente la strategia di Telecom Italia che, da una parte, mira a rafforzare la propria posizione dominante ostacolando il rafforzamento infrastrutturale.

L’insieme delle condotte sopra illustrate – conclude la lettera degli operatori a Agcom e Antitrust – se non contrastate tempestivamente da interventi regolamentari, in primis il rigetto degli impegni presentati, il rigetto degli aumenti wholesale proposti da Telecom Italia ed un intervento tempestivo sulle offerte retail di Telecom Italia comprometterà definitivamente ogni possibilitò  di concorrenza nel fisso, proprio in un momento nel quale il contributo dell’intero sistema appare vitale per l’ammodernamento delle infrastrutture e l’offerta di servizi avanzati.”

Chi paga comunque tutto ciò? Il consumatore finale…

2 risposte a “Telecom, ma quanto mi costi…”

  1. Perchè non diciamo una volta per tutte che tutti questi “concorrenti” di Telecom non fanno questo casino in favore degli utenti ma solo per arrivare al massimo dei loro interessi con il minimo dei problemi?
    Perchè invece di continuare a lamentarsi perchè il prezzo di “affitto” delle strutture Telecom è troppo alto non cominciano a installarne delle loro? Io ho lavorato dieci anni in Telecom nella gestione immobili e sono stati spesi da Telecom centinaia di milioni per modificare le centrali in modo che ci fossero locali indipendenti dove i concorrenti potessero posare le loro apparecchiature, bypassando le tecniche Telecom ma utilizzando solo il doppino fisico che arrivava dall’utente. Questi locali sono stati utilizzati? solo nelle grandi città dove il bacino di utenti valeva l’investimento, oppure per la parte dei servizi di Telefonia mobile.
    La stragrande maggioranza di queste società vorrebbe fare il rivenditore ai prezzi che più gli fanno comodo. Io voglio un concorrente che, oltre al servizio, se ho un problema mi possa dire: “mando un tecnico e lo risolvo”, non “mi dispiace ma la colpa è di Telecom che non fa gli interventi”. In tutti gli altri campi del commercio si sta cercando di accorciare la filiera. Facciamolo anche con la telefonia. Fate contratti solo con i diretti proprietari degli strumenti che vi servono. Vedrete che magicamente il numero di società che hanno una struttura propria aumenterà come d’incanto. Vuoi il cliente? investi.

  2. Ciao Roberto,

    dici delle cose interessanti ma c’è da tenere conto di un ‘background’ molto importante nella telefonia fissa e relativa liberalizzazione. Telecom Italia è sì azienda privata nel libero mercato, ma usa una rete costruita in quasi tutta la sua totalità dall’ex monopolista di stato SIP con soldi pubblici.

    Una rete che si può ritenere quindi di interesse nazionale e che, omologamente alle altre esperienze comunitarie, è patrimonio dello Stato. Una rete che dovrebbe essere quindi gestita in maniera neutrale e con libero accesso, a giusti prezzi, da parte di tutti gli operatori concessionari. La distorsione che lamentano gli operatori alternativi italiani – come è già successo in UE – è che al momento i prezzi all’ingrosso sono gestiti dal gestore stesso che ne trae beneficio… manca l’imparzialità quindi di intervento, anzi si riesce con l’adozione di prezzi minimi perfino a controllare la concorrenza. L’opposto del libero mercato.

    E’ come se nella futura rete ferroviaria aperta gli orari dei treni di un operatore li scegliesse Trenitalia e non il nuovo gestore 😉 In pratica per ADSL&Co. sta succedendo questo…

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