Call center poco trasparenti. E poco competenti

Ho scritto in mattina un articolo su Mondo3 dal titolo Call center poco trasparenti, AGCOM striglia i gestori.

Il tutto nasce dalla somma che l’Autorità ha fatto in un comunicato stampa sulle mancanze varie dei call center. Roba che coloro che mi hanno letto la scorsa estate avevano trovato elencato in questo blog dove avevo riassunto i minimi richiesti ai servizi di assistenza.

Dalla discussione emersa sia nei commenti che nei canali Web 2.0 era chiaro che non tutti li rispettassero, qualche addetto manco sapeva che esistessero. Ma questo non c’entra con la competenza di cui nel titolo. Vi ricordate che lo scorso mese avevo segnalato che praticamente nessun operatore sapeva/voleva impostare un limite personalizzato per il roaming dati nei paesi UE?

Qualche call center ha fatto passare addirittura delle settimane per rispondere che era impossibile. Non solo personalizzare, ma impostare qualsiasi limite. Ho continuato a scrivere a quel gestore fino a ricevere, nei giorni scorsi, una telefonata in cui mi si chiedeva la DIRETTIVA EUROPEA a cui facevo riferimento. Credevo in uno scherzo, invece il responsabile che mi aveva telefonato voleva via fax l’intera normativa “perché non gli risultava che dal 1° marzo ci fosse alcun limite da impostare a richiesta“. Beh, auguri clienti di telefonia…

Digital divide, la soluzione dal basso

Dall’alto per il digital divide penso che, almeno a breve termine, non ci siano soluzioni. Anche l’atteso intervento governativi con gli incentivi sulla banda larga si è concentrato assai di più sulla sua diffusione aumento della clientela (comunque meritorio vista la quota di italiani connessi) che su internet in se’.

I paesi senza internet – ne’ ADSL ne’ UMTS – restano come tali. A meno di non fare come in Inghilterra.

Il gruppo di 11 persone, con un investimento di 3mila sterline a testa e grazie alla collaborazione di una società locale rivenditrice di fibra, è riuscito a portare al centro del paese la connessione e si è poi occupato di gestire l’ultimo tratto di connessione, dalla centralina di paese fino alle case dei singoli navigatori. Per farlo, gli 11 novelli manager si sono affiliati a Rutland Telecom, piccola telco della zona, che a sua volta ha dovuto attendere due anni per ricevere dalla Ofcom, l’ente regolatorio inglese, il via libera all’operazione. Oggi la piccola nuova società, come racconta la Bbc ha già 50 clienti nella zona. Molti paesi limitrofi stanno infatti tentando di replicare il progetto nelle loro campagne. via Corriere

Se ci sono due voluti due anni con l’Ofcom, temo che anche la nostra burocrazia non sia da meno. Se qualcuno comunque ha in mente cose simili, o addirittura conosce casi italiani in tal senso, mi faccia tranquillamente un fischio 😉

Iva in roaming internazionale fuori dall’Unione europea

Ho trovato questa “chicca” in bolletta. La notizia non è nuova ma è bene ripetere soprattutto per coloro, tra cui il sottoscritto, erano abituato a considerare i prezzi del roaming fuori dall’Unione Europea come “esente iva”.

Invece a partire dal 1° Gennaio 2010, con il recepimento della Direttiva 2008/8/CE, l’eventuale traffico effettuato in roaming internazionale extra UE da clienti titolari di Partita IVA nell’ambito di attività d’impresa, sarà tariffato con aliquota IVA al 20%. La modifica dell’applicazione IVA è visualizzabile nella sezione “Riepilogo IVA” e “Riferimenti IVA” in seconda pagina.
In caso di ritardo nel pagamento degli importi dovuti, si applicheranno interessi di mora nella misura del  saggio  degli interessi  per ritardi nei pagamenti  nelle transazioni commerciali del Ministero delle Finanze, maggiorato di 7 (sette) punti percentuali, dalla data di scadenza della fattura alla data di effettivo pagamento. In caso di mancato pagamento dei corrispettivi dovuti entro il giorno successivo dalla scadenza della fattura, nell’ambito della normativa vigente, il gestore potrà sospendere i Servizi stessi previo invio al Cliente di una intimazione ad adempiere entro e non oltre un termine non inferiore a 10 (dieci) giorni.

Un altro motivo, se non bastassero i costi proibitivi, per non usare il cellulare fuori dall’Eurotariffa…

Contributi per la banda larga, l’UMTS ci salverà?

La domanda è retorica. Parto dalla riflessione che mi viene spontanea dopo aver visto le offerte di H3G dedicate ai giovani grazie ai contributi governativi per la banda larga.

L’intervento del Governo, seppur assai inferiore rispetto alle intenzioni iniziali, è apprezzabile. Ci sono alcune cose che non capisco. Ci saranno (giustamente) i gestori mobili tra coloro che potranno applicare gli sconti previsti, quindi anche la banda larga mobile sarà sovvenzionata. Non ci vedrei niente di strano se non il fatto che mi pare paradossale assurdo strano finanziare una chiavetta internet a un 20enne che abita a Milano mentre nella realtà dei fatti per i cittadini veramente colpiti dal digital divide non cambierà niente.

Pessimismo? No, una certezza. Gli incentivi della banda larga, oltre alla sua stessa (meritoria) diffusione tra i cittadini giovani, dovrebbero passare soprattutto per lo sviluppo delle aree non coperte da ADSL e UMTS. Gli incentivi di per sé rischiano di avere effetti paradossali: ossia il boom di chiavette USB dove magari c’è la fibra e lasciare il vuoto assoluto in tanti luoghi spesso a due passi dalle grandi città.

Quelli che Facebook…

Ero indeciso sul titolo. Il mio dubbio era (è) tra il prescelto “Quelli che Facebook…” , “Quelli che vivono su Facebook…” o “Quelli che credono che Facebook possa tutto…”. Probabilmente il terzo era il più adatto, sicuramente con questo post non faccio una campagna simpatia tra i miei contatti visto che vorrei esplicare – il giorno dopo il mio compleanno – “i messaggi” che ho (più o meno) ricevuto.

Chi mi conosce sa che fondamentalmente non apprezzo molto gli auguri. Ne’ per le festività, ne’ per altre cose prettamente personali. In realtà non sono neanche un orso come potrebbe apparire da questo preambolo, fondamentalmente riesco anche ad apprezzarli quando sono sinceri e/o fatti in maniera tangibile. Quindi non me ne voglia chi leggerà queste due righe, ma continuo a non credere che Facebook o qualsiasi altro canale “sociale” sia prettamente il migliore per farli. Vediamo perchè.

Provo a valutare alcune cose. Uno, da tempo ho chiuso la bacheca (il famoso “wall”) di Facebook ai commenti che non siano i miei.  Egocentrismo? No. Tutto questo per evitare molte cose che a) volevo rimanessero private in un rapporto a due b) non fosse usata la bacheca per spam o quant’altro c) eliminasse – se già non bastasse quanto ha già fatto Facebook… – gli altri mezzi di comunicazione (che non sono più rapidi in senso stretto, ma a costo di essere fuori moda considero più “attendibile” e “certa” un’email di un messaggio in bacheca 😀 )

La cosa che mi ha sorpreso – e che ho controllato solo a “tempo scaduto” in quanto ieri, per vari motivi, non ho avuto accesso ad internet  – è che molte domande erano del tipo “Dove ti posso scrivere?”, “Ma come hai fatto a bloccare i messaggi in bacheca?” (insomma i facebook addicted alla fin fine non ne conoscono le regole di privacy… paradossale) o comunque erano messaggi sotto uno status di qualche giorno fa con un effetto divertente. In che senso divertente? Ho ricevuto molti messaggi di auguri sotto a un commento dove mi lamentavo di essere su un treno in ritardo: beh, in questa situazione gli auguri per un occhio esterno sembrano essere più su un mio effettivo ritorno a casa che per altro. Quindi vi rassicuro, martedì sera sono riuscito ad arrivare a casa 😉

Quel che più invece mi ha fatto riflettere su cosa sia diventato Facebook per alcuni di voi è stato però il fatto che un paio di persone, incuriosite dal mio wall chiuso a tutti, si siano spinte a chiedermi la cosa VIA SMS dimenticandosi il motivo per cui – probabilmente – volevano scrivermi. Ora va bene tutto, adoro i social media 2.0 ma che si chieda a un amico un parere su Facebook invece di come stia mi pare un po’ troppo… che ne pensate, sono troppo “estremista” o qualcuno si riconosce in una simile situazione? 😉