Roaming: l’Eurotariffa funziona

L’articolo è di qualche giorno fa.

Pubblicato in Francia da un sito specializzato in TLC. E’ una questione però che non riguarda solo gli amici transalpini, si parla di Eurotariffa. E lo si fa analizzando alcuni dati. E’ importante questa analisi perché parte dal presupposto con cui i gestori hanno combattuto a lungo l’ultima variazione comunitaria sui prezzi che è stata particolarmente stringente sugli SMS (tanto è vero che, ad oggi, in molti casi gli SMS nazionali costano più di quello in roaming…)

Ma cosa dice questa indagine? Innanzitutto fa notare una cosa positiva: tra messaggini e chiamata il costo del roaming internazionale nell’Unione Europea è sceso del 50% dal 2007.   Ma, secondo questo studio, il margine degli operatori è ancora molto importante e corposo. Escluso che il 90% degli operatori europei applic una tariffa di roaming molto vicino al limite massimo stabilito dall’Unione c’è ancora un settore, molto in crescita, che regala ampi margini. Quale?

Il roaming dati – che ha dei prezzi “industriali” imposti dall’UE per la gestione tra operatori – ha commercialmente un prezzo “cinque volte il prezzo all’ingrosso”. Mediamente, nonostante alcuni casi positivi (H3G a 2 € euro al mega, ad esempio), 1 MB viene venduto a 5,4 € mentre costa al massimo 1 €. E il prezzo scenderà ancora, a livello industriale… ma commercialmente non si vedono miglioramenti per i clienti.

Sarà difficile finché la Commissione non interverrà, probabilmente. Il roaming dati è una vera manna per gli operatori: non è inferiore a 8 miliardi di euro all’anno e in Francia rappresenta almeno il 7% del fatturato.

Ah, torniamo al titolo di questo articolo. L’Eurotariffa funziona? Sì. I clienti spendono la metà e nessun operatore comunitario è fallito. Anzi, sembra che facciano ancora grandi (fin troppo…) guadagni.

| via Roaming : les tarifs en Europe ont fondu de 50% en 2 ans – BusinessMobile.fr

Vodafone ed internet mobile, ci spennano

Ci sono molti modi per leggere le nuove tariffe internet mobile di Vodafone.

La versione della società è quasi commuovente. Le nuove tariffe a garanzia a tutela dei clienti poco informati che navigano senza flat è roba da libro Cuore. Non nego di aver versato una lacrimuccia. Di coccodrillo, ovviamente. Come all’epoca delle “semplificazioni” passate.

Andiamo nel dettaglio. Mentre mi rallegro per quei quattro gatti che si connettevano a consumo su internet (a proposito, cara Vodafone, ma sai che per preservare queste persone basterebbe applicare la nuova direttiva del Parlamento Europeo, in vigore da marzo 2010, sul roaming dati da bloccare al 50° euro di spesa anche nel territorio nazionale?), andiamo a vedere cosa succede agli altri. Leggi tutto “Vodafone ed internet mobile, ci spennano”

Le suonerie trillano per due anni

Il titolo è fuorviante. Lo so. E soprattutto ora farò affidamento a chi ha buona memoria.

Correva l’anno 2008, all’epoca le sanzioni dell’Antitrust facevano ancora notizia. Arrivò, prima di una lunga serie, una sanzione contro le suonerie di Zero9 con una condanna che toccò, oltre all’azienda che distribuiva i contenuti, anche i gestori mobili.

Gli operatori non la presero bene. Si arriva alla decisione del Tar del Lazio: sembrava un sostanziale passo indietro. I legali di Telecom e Wind, infatti, avevano sostenuto l’illegittimità dell’estensione del concetto di operatore pubblicitario alle società telefoniche. Non in maniera troppo convinta – avevo scritto – se uno degli avvocati, Antonio Lirosi, al Messaggero parla di «un successo clamoroso».

Beh, siamo nel 2010 ed ancora non siamo arrivati alla fine. Leggo infatti che Telecom, Wind e Vodafone, come apprende Radiocor, hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato contro le multe per pratiche commerciali scorrette, inflitte loro dall’Antitrust il 21 agosto 2008 in relazione alla diffusione di un messaggio pubblicitario per loghi e suonerie. Da parte loro, TIM, Wind e Vodafone, nei rispettivi ricorsi, chiedono l’annullamento totale delle multe in quanto le loro condotte non andrebbero qualificate come omissive e non ci sarebbe corresponsabilita’ nella pratica commerciale scorretta.

Certo, un operatore telefonico non sa che ci guadagna dalla condotta scorretta altrui sulla propria rete… molto credibile, il problema è che potrebbe essere pure considerato vero.

Eutelia al punto di partenza

Già in passato ho trattato di Eutelia. Leggendo le agenzie degli ultimi giorni mi è tornata in mente una rettifica del maggio scorso che mi  sembrava non dicesse niente di nuovo.

Rileggo le parole di Samuele Landi (“[…]il settore It sta effettivamente trainando la società al baratro e se non viene dismesso immediatamente vanno a casa pure tutti i dipendenti di Arezzo […]”), le azioni fatte dopo il passaggio ad Agile degli impiegati IT (ossia le preoccupazioni dei revisori)  e la nota stampa di due giorni fa (“[…]il Tribunale del lavoro di Roma  ha annullato gli effetti della cessione di Agile (circa 1.800 dipendenti) da parte di Eutelia al gruppo Omega […] la sentenza del Tribunale non annulla la cessione in se’ ma i suoi effetti (trasferimento del personale) […] Secondo il Tribunale l’operazione sarebbe avvenuta in violazione dell’articolo 47 della legge 428 […]“).

Se continua così è troppo facile fare previsioni nel campo delle TLC nostrane, se si potesse scommettere andrebbero date al massimo alla pari della puntata. E’ così ovvio quel che sta accadendo che sembra tutto strano.

Normative internet ed Eurotariffa, questo il punto

Tempo perso, questa è stata la mia prima esclamazione leggendo (a lato) la risposta dell’Antitrust all’iniziativa, supportata anche da Aduc, dello scorso luglio con cui io (e molti di voi) chiedevano all’AgCom e alla stessa Antitrust di intervenire sui prezzi italiani di chiamate e SMS che, per il paradosso dell’Eurotariffa, erano più cari che in roaming internazionale.

La lettera sembra beffarda, dicendo quanto era scritto in premessa, che “esula dall’ambito delle proprie competenze, non integrando alcuna delle ipotesi di illecito commerciale […]”

Per fortuna riprende la promessa di intervento, rinnovata successivamente anche da AgCom, con una piccola bugia 😉

Scrive l’Antitrust:

[…] entro gennaio 2010 i clienti dei principali operatori mobili potranno accedere senza costi aggiuntivi a tariffe allineate al tetto comunitario sugli SMS e a piani tariffati al secondo […]

Sarà anche così, ma le nuove “tariffe compatibili” in barba al tetto tariffario continuano – nonostante il regolamento comunitario sia MOLTO chiaro – ad avere:

  • SMS Italia verso EU: 30 centesimi (eccetto Wind);
  • Chiamate Italia verso EU > Eurotariffa con scatto alla risposta e spesso tariffazione a scatti anticipati.

Quando hanno deciso le tariffe allineate al tetto comunitario hanno deciso di farlo parzialmente?

Tim Base, che deja vu!

E’ uscita da pochi giorni la nuova tariffa di Telecom Italia Mobile, ovvero Tim Base.

Ossia quella tariffa che rispetta le promesse dei gestori ad Agcom.

Caratteristiche di punta sono:

  • chiamate a 19 cent/min
  • tariffazione sugli effettivi secondi di conversazione
  • sms a 13 cent
  • mms a 60 cent

Un deja vu (nome a parte), vero?

Beh sì, basti pensare che nel gennaio di 3 anni fa (esattamente il 31.01.07) presentavo su questo blog la tariffa Tim Club che costava, prima di essere rimodulata, 19 centesimi al minuto. Con identica tariffazione sugli effettivi secondi di tariffazione.

Insomma 1.000 e passa giorni per abbassare di 2 centesimi gli SMS? Per fortuna che la telefonia mobile è un mercato frizzante