Vodafone, cara la mia retention…

…abbiamo parlato spesso di retention. Io stesso avevo scritto alcune storie (incredibili) di ‘retention’ Vodafone, oggi invece torna alla ribalta la (solitamente sonnolenta) AgCom con una decisione ‘datata’ qualche mese ma che Mondo3 (ripreso poi da Aduc) ha messo in evidenza:

Mi pongo solo una riflessione: dopo questa decisione sarà il cliente a decidere o rimarrà tutto come prima? L’ovvietà della domanda sta nel fatto che di solito le sanzioni, seppur pubblicizzate, non hanno granché scalfito quella parte di sistema che lavora “border line” tra le regole del settore e il… Far West del marketing aggressivo.

Il numero unico (?) dell’Agenzia delle Entrate

FISCO. Agenzia Entrate: call center più efficiente con il numero unico per tutti i servizi

Unico? Leggendo la notizia che promette la riduzione dei tempi d’attesa e dei costi di gestione e amministrazione con un numero unico (848 800 444) per tutti i servizi, per chiedere informazioni, conoscere la situazione di un rimborso, o prenotare un appuntamento:  è la novità dell’Agenzia delle Entrate che, informa una nota, è stata inoltre fra le prime amministrazioni ad implementare la tecnologia VoIP (Voce tramite Protocollo Internet) per la gestione dei propri call center“, oltre a mettere in risalto, elenca anche che il cosiddetto ‘numero unico’ non èmica tanto tale visto che:

  • per chiamare con il cellulare il numero da utilizzare è un altro, ovvero lo 06-96668907 (il costo è a carico del chiamante secondo il piano tariffario applicato dal proprio gestore).

Comprendo che la terminazione da mobile sia onerosa da sostenere, comunque continuo a non capire – al di là della facilità  di impostazione dei centralini con un ‘numero unico’ – perché imputarsi con un 848 quando a questo punto un numero geografico sarebbe stata la soluzione (quasi) migliore: è vero che un 848 costa ‘come un’urbana’, ma attenzione che contemporaneamente è stato soppresso anche l’800100465 dedicato ai rimborsi. Se proprio si voleva fare uno sforzo in favore dell’utenza un 840, o meglio un 800/803 da fisso, non sarebbe stato migliore?

Legge antiterrorismo o contro… il wifi?

Avevo parlato della follia delle intestazioni nei mesi scorsi per provare a capire perché fosse necessaria tutta la burocrazia che c’é dietro all’intestazione di una simcard.

Chi ha provato a dare un senso a tutto ciò ha detto che fosse legato antiterrorismo, nonostante la norma che sta dietro alla registrazione delle carte prepagate sia precedente agli ultimi rischi di attentati.

Rischi che vengono declinati, a seconda delle legislazioni, in situazioni opposte l’una alle altre: nel Regno Unito, dove di terrorismo si parla da ben prima del 2001, ci sono  addetti ai lavori che commentano così: “I think the government’s so-called proposals to require mobile customers to present their passports at the point of purchase are hilarious. As a scheme, it sounds about as well well thought out as the idea of hauling off drunks to cashpoint machines to pay fines and expecting them to remember their pin numbers when they are trying not to throw up on their shoes. […]

Vodafone has a point, however. The scheme is totally unworkable. Firstly, not everyone takes foreign holidays and therefore has a passport. Second – and do you think the government possibly overlooked this one? – if Al Qaeda operatives can build a bomb, they can certainly manage to rustle up as few forged documents.
This measure would not deter any international terrorist worth his or her salt. It might however stop box breaking in its tracks. You’d think this might be good news to the networks, however they still are inclined to turn a blind eye to false connections as they are convenient means of getting quick hit sales”.

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Eutelia, arriva la mobilità nonostante i contratti di solidarietà

La crisi di Eutelia, aggravatasi nelle ultime settimane, non sorprende. Ero tra i tanti che, già nei mesi scorsi, si chiedeva “quale futuro ci sarebbe stato per Eutelia”.

Oggi arriva una risposta, negativa. Dopo un incontro tra alcuni deputati e i sindacati sulla crisi della società aretina difficile non concordare con Rolando Nannicini, Vinicio Peluffo, Andrea Lulli e Alberto Fluvi: “Se l’esempio dei contratti di solidarietà  – con riduzione d’orario e di salario – è come quello di Eutelia, c’è davvero di che preoccuparsi“.

Oggi infatti abbiamo incontrato – aggiungono i deputati – i rappresentanti sindacali dell’azienda, Fim e Fiom, dopo che questi erano stati ricevuti dal ministero delle Attività produttive. Il quadro che emerge è drammatico: su 2400 lavoratori, c’è una richiesta di mobilità per 1800 di loro. Nonostante il contratto di solidarietà (che prevede riduzione di orario e di salario per superare la crisi aziendale) scada il prossimo giugno. I parlamentari del Pd si sono impegnati a presentare subito interrogazioni ai ministri del Lavoro e delle Attività produttive per ottenere un chiarimento sulla vicenda“.

Ricordiamo – concludono – che Eutelia ha rilevato a suo tempo attività  significative come Bull ed ex Olivetti e attualmente in questo settore I.T e Tlc ci sono complessivamente 2400 lavoratori con importanti commesse pubbliche di ministeri, delle Poste, di Regioni e di Asl.”

Traduzione per chi non ama i virgolettati. Nonostante tutto quello che è stato in suo favore, Eutelia pensa di mandare a casa due terzi dei propri dipendenti. Non pochi tra gli addetti ai lavori, si legge sui giornali, contestano il fatto che coloro che hanno gestito l’azienda aretina debbano farsi un “sano esame di autocoscienza” su un business plan che negli ultimi anni ha calcato troppo la mano sui servizi VAS per permettere uno sviluppo a 360° della società; da Eutelia mobile alla… mobilità di Eutelia.

Wikipedia e i P.R.

pr_wikipediaC’è qualcuno che pensa che su “Wikipedia si possa scrivere quel che si vuole“. Non è affatto così. Come altri fanno notare non sanno invece che che ogni nuova voce e ogni aggiornamento è controllato dalla comunità e da persone preposte al controllo.

Comunque c’è chi ci prova lo stesso, la pubblicità a fianco che ho ripreso da Facebook riporta a un link che ufficialmente non parla di “manomettere” Wikipedia. Ma di sicuro nell’inserzione lo fa capire. Se per i P.R. il WEB 2.0 significa farci soldi, che qualcuno li informi che c’è anche chi li smaschera… e soprattutto che manipolando le informazioni non si va da nessuna parte.

Mediaset Premium, bastone e carota per il credito residuo

Mi sono occupato spesso di Mediaset Premium e della questione del credito residuo, andando financo in televisione a parlare in diretta su Mi Manda Rai3. E la questione, spinosa, ha smosso molti consumatori ed associazioni di cui consumatori. Con esiti, almeno quelli odierni, piuttosto bizzarri. Due notizie, una di seguito l’altro, dicono tutto e il contrario di tutto:

  1. Bollettino n. 45 dell’AgCm;
  2. Tribunale di Roma, decisione del 22 dicembre 2008: il Tribunale ha ordinato a RTI di comunicare ai consumatori e utenti il riconoscimento del diritto di recesso dai contratti con scadenza al 30 giugno 2008 e al 30 giugno 2009 e il diritto alla restituzione del credito residuo alla data del recesso o della scadenza del contratto, o alla sua trasferibilità su nuova pay card, il tutto senza costi ingiustificati, per i contratti con scadenza al 30 giugno 2007, al 30 giugno 2008 e al 30 giugno 2009.

Allora intendiamoci: il credito residuo delle schede con scadenza il 30 giugno 2007 in pratica ancora non ha alcun rimborso, quelle con scadenza successiva sì ma in maniera onerosa. Come per gli utenti – vedasi il sottoscritto – del 2007. Ma non  è così onerosa secondo l’Antitrust. Se Adiconsum è moderatamente soddisfatta, il sottoscritto non lo è affatto.

Vediamo perchè. Al sottoscritto RTI ha ribadito più volte che “non si poteva conoscere il credito delle sim scadute, è un nostro limite tecnico.” Limite a cui difficilmente ho sempre creduto tanto che leggo nel bollettino che l’Antitrust  che “[…] inoltre, è avallata dalla dichiarazione del soggetto fornitore del sistema di criptazione, che ha peraltro confermato la non  possibilità di alterazioni dell’importo del credito residuo successivamente alla scadenza della tessera, ed in particolare in sede di lettura.Quindi mi hanno mentito, ingenuo io a segnalare la cosa alla stessa Antitrust che tra l’altro ha ritenuto testimone affidabile un fornitore della stessa RTI: di solito si sceglie un parere esterno, a Catricalà forse sfugge che “il cliente (RTI in questo caso) ha sempre ragione”?

Ora vedrò di richiedere quei 16 euro in maniera “onerosa”, nonostante la conciliazione fallita il principio è rimasto…