L’Ag.Com. contro gli 899

L’Ag.Com. non si ferma dopo lo stop imposto dal Tar del Lazio. Questo il video pubblicato sul sito ufficiale per informare i consumatore su come richiedere il blocco verso i numeri a sovrapprezzo.

Al fine di stroncare il fenomeno dell’addebito di traffico truffaldino nelle bollette telefoniche l’Autorità, con la delibera n. 348/08/CONS “Nuovi termini per l’attivazione automatica del blocco permanente delle chiamate”, ha stabilito al 1° ottobre la nuova data di attivazione automatica del servizio. Resta ferma la possibilità per gli utenti di anticipare sin d’ora il blocco, chiedendolo espressamente al proprio operatore di telefonia fissa.

Un consiglio da seguire alla lettera!

Coop Voce vuole crescere con… le terminazioni

Il mondo della telefonia non è indenne dai cosiddetti tormentoni. Sicuramente il tormentone più in voga in questo periodo è quello legato ai costi di terminazione. A dira la sua al riguardo arriva anche Coop Voce che vuole entrare a far parte nel giro delle interconnessioni. Perchè? Il motivo è molto semplice, i guadagni in percentuale sul traffico fatturato non bastano per costruire una rete e per uscire dalle maglie del “gestore madre”. Ovvio che tutto ciò fosse noto ben prima di entrare nel mercato, scegliere (o subire…) di fare l’ESP è ben diverso dall’essere un MVNO.

Comunque è interessante leggere che “in Italia la competizione è soffocata. Gli operatori virtuali italiani si trovano in una sorta di libertà vigilata. E gli accordi che vengono stretti con gli operatori di telefonia mobile per sfruttarne la rete danno margini di profitto e di manovra risicati.” A dirlo è Francesco Pinelli, direttore area telefonia per Coop, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica.

Coop VoceCoop Voce ha inoltre chiesto all’AgCom norme che tutelino gli operatori virtuali, come la possibilità di guadagnare anche dal traffico entrante, alla stregua delle tariffe di terminazione degli operatori normali. Intanto a breve Coop Voce lancerà tariffe scontate per le chiamate tra membri della famiglia e per il mercato etnico. Gli immigrati potranno anche trasferire denaro all’estero via cellulare.

Basterà? Probabilmente no, ma Pinelli promette anche che, entro un anno e mezzo, i clienti potranno usufruire di cellulari speciali per pagare la spesa, che funzioneranno come scanner da passare vicino ai prodotti.

[via WebMasterPoint]

La fibra ottica finanziata dai costi di terminazione?

La domanda nasce dal rileggere un articolo pubblicato su “Repubblica” nei giorni scorsi (vedasi Progetto a tre sulla fibra ottica IL RETROSCENA del 30 giugno 2008 a firma di Stefano Carli).

Si parla di far crescere la fibra ottica nel nostro paese e tra le varie forme per trovare i capitali si fa un’interessante analisi sui costi di terminazione tanto di moda negli ultimi tempi.

Il punto di partenza è semplice. All’Italia serve la banda larga […] Ma la banda larga italiana non ha un padre. Non uno Stato superindebitato come l’Italia. Non un incumbent superindebitato come Telecom Italia. E i soldi che servono sono intorno ai 20 miliardi di euro: in Italia ci sono più di 20 milioni di linee, e il costo per allacciare un utente in fibra ottica è di circa 900 euro.
E allora? Allora l’unica soluzione è creare un sistema in cui ognuno faccia un pezzo. […]
Sarà insomma una rete ottica a macchia di leopardo: parte pubblica e parte privata, in parte regionale e in parte magari di municipalizzate.[…]
Garante di tutto il processo sarà poi l’Autorità di Calabrò, che trova così un suo nuovo e più vigoroso ruolo proprio mentre il suo mandato originario, quello di vigilare sull’apertura dell’ex monopolio telefonico, sta andando a terminare.
Telecom in questo piano perde la speranza di avere un controllo totale sulle Ngn. Ma d’altra parte Bernabè ha sempre detto di non puntare al modello seguito finora da Deutsche Telekom, quello tradizionale, del secolo scorso: investimenti in cambio di monopolio. Anche perché non è che la posa di nuova fibra in Germania stia correndo. In cambio ottiene che tutto il paese e perfino i suoi concorrenti si impegneranno nelle nuove reti. E poiché lo scorporo della rete si sposta sulle Ngn può dormire sogni relativamente tranquilli sul destino della sua rete in rame: non gliela toccheranno più.
Gli altri operatori da Wind a Tiscali e a Fastweb che cosa ci guadagneranno? E’ uno dei passaggi più delicati. Finora le ‘altre’ Telecom hanno investito molto: in rapporto ai fatturati molto di più di Telecom Italia. E non vogliono vedersi costrette ad investire al buio nelle Ngn mentre faticano a far quadrare i conti in un mercato in cui Telecom ha ancora il 70% di quota. Una soluzione ci sarebbe: utilizzare per le reti ottiche il sistema che ha fatto decollare il mercato del mobile. I costi di terminazione.
Oggi una telefonata che raggiunge un utente mobile garantisce al gestore dei quell’utente una somma che è circa 14 volte quella che incassa un operatore di rete fissa per lo stesso lavoro. Una differenza che è servita a finanziare la realizzazione delle reti mobili e che ha di fatto garantito la concorrenza tra operatori su tutti i mercati. Ma quell’obiettivo è stato raggiunto e infatti oggi Viviane Reding, commissario Ue ai media, sta lavorando ad un taglio drastico di queste tariffe. Un taglio del 70% che potrebbe togliere qualcosa come 2 miliardi di euro di ricavi complessivamente agli operatori mobili europei. Ma gli operatori mobili europei sono di fatto tutti integrati. Solo H3g, nelle sue vari diramazioni italiana, britannica e austriaca è oggi soltanto mobile. La stessa Vodafone sta investendo sempre di più sulle reti fisse. E proporre un passaggio degli extra ricavi che premiano gli investimenti sulle nuove reti dal mobile al fisso (ma solo le Ngn, non certo il ‘vecchio’ rame) potrebbe essere una soluzione.
Questa è la direzione. Scajola, Bernabè e Calabrò hanno iniziato a lavorarci. L’idea sembra buona ma la strada è lunga e faticosa. Bisogna superare remore e diffidenze radicate e tutti dovranno convincersi che nessuno sta giocando sporco. Ma, se sarà davvero così, si può fare.

“Un regalo da 3 miliardi di euro”

Non si fa in tempo a gioire per le prime prove di simmetria per la telefonia mobile che arrivano le prime pesanti critiche come riporta corretta l’agenzia di stampa AGI:

Sono negative le prime reazioni che arrivano da fonti del settore alla bozza di decisione dell’Autorita’ per le Comunicazioni che stabilisce che la terminazione degli operatori mobili dovra’ convergere a 5,9 centesimi di euro al minuto al 2011 per Telecom, Vodafone, Wind e a 7 centesimi per H3G. Si tratta, fanno notare le fonti, di una soglia “ampiamente superiore a quanto indicato dalla Commissione Europea, che ha stimato che il costo reale della terminazione su rete mobile e’ al massimo di 3,5 centesimi di euro al minuto”.

L’Autorita’ italiana, proseguono le medesime fonti, “ha cosi’ disatteso le indicazioni reiterate dal Commissario Reding non piu’ tardi di quindici giorni fa, quando ancora in un discorso chiedeva un’armonizzazione nei costi di terminazione mobile, e riteneva difficile spiegare le differenze tra i diversi costi”. Dal confronto con gli altri paesi europei emerge infatti che la proposta di fissare un valore per la terminazione mobile di 5,9 al 2011, proseguono le fonti, “pone l’Italia al di fuori della media dei paesi europei”. Le altre Autorita’ europee hanno imposto gia’ nel 2008, significative riduzioni per ridurre gli oneri di terminazione mobile: – in Austria dal 1 gennaio 2008 e’ stato imposto al primo operatore mobile un tetto massimo di 5,72 centesimi al minuto.

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Addio autoricariche

Stavolta me le suono e me le canto. Non ho fatto in tempo a chiedere (vedasi il post Telefonia fissa, arriva la simmetria) che l’AG.COM. intervenisse sulle terminazioni della rete mobile che ieri l’Autorità Garante, a sorpresa, ha pubblicato un importante comunicato stampa. Un occhio ai prezzi proposti, le autoricariche potrebbero sparire ben presto.

Approvato provvedimento su tariffe di terminazione mobile

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, ha approvato oggi uno schema di provvedimento per la regolamentazione delle tariffe di terminazione mobile (mercato 7 della Raccomandazione UE sui mercati rilevanti delle comunicazioni elettroniche).

La proposta prevede riduzioni delle tariffe attualmente in vigore, nella misura di oltre il 30 per cento nell’arco di un triennio. I valori suggeriti per i singoli operatori riflettono una curva di discesa (glide path) che conduce a livelli sostanzialmente analoghi a quelli stabiliti dal regolatore britannico (Ofcom).

Il provvedimento sarà adottato definitivamente, con conseguente entrata in vigore, a conclusione della consultazione pubblica (che avrà la durata di trenta giorni) e dopo avere acquisito i pareri della Commissione europea e dell’Autorità Antitrust.

La sequenza della manovra è la seguente:

Proposta di glide path

Dal 1°/7/08
(dal 1°/9/08 per H3G)

Dal 1°/07/2009

Dal 1°/07/2010

Dal 1°/07/2011

Telecom Italia

8,85

7,7

6,6

5,9

Vodafone

8,85

7,7

6,6

5,9

Wind

9,51

8,7

7,2

5,9

H3G

13,00

11,0

9,0

7,0

Al 1° luglio 2008, per Telecom Italia, Vodafone e Wind, entrano in vigore le tariffe stabilite dalla delibera 3/06/CONS (nessun nuovo intervento regolamentare).

Al 1° settembre 2008, la tariffa di H3G scende a 13 centesimi di euro, con una riduzione del 20%, sulla base di un apposito provvedimento, che sarà sottoposto a consultazione pubblica ed al parere della Commissione europea.

Dal 1° luglio 2009 entra in vigore il  nuovo glide path triennale, con i valori indicati in tabella.

Roma, 21 maggio 2008 www.agcom.it/comunicati/cs_210508b.htm

AgCom, ora tocca agli 199

Dopo la presa di posizione sulla gratuità dei customer care (quello di H3G in primis, nda) ora sarebbe d’uopo che Ag.Com. intervenisse su vari servizi clienti sulla numerazione 199.
clipped from www.aduc.it
Tale numerazione serve alle aziende per offrire servizi di assistenza ed informazioni ai propri utenti ed e’ il chiamante (cioe’ l’utente) a pagare una tariffa per l’accesso a tale servizio.

Nulla da eccepire se non nel caso in cui l’utente paga un prodotto o servizio all’azienda e, per avere informazioni sul prodotto o servizio stesso, deve pagare ulteriormente, il che e’ del tutto anomalo.

Facciamo l’esempio di Sky. Per avere accesso ai suoi programmi occorre pagare un abbonamento, ma in caso di problemi con il collegamento del decoder e la verifica della funzionalita’ dell’impianto, e’ necessario fare un numero che inizia con il 199, che e’ “a valore aggiunto”, bella frase che sta a significare che si paga di piu’.

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