Costi di terminazione, il parere dell’ECTA

Un j’accuse contro TIM e Vodafone. Questo è quello che viene dall’ECTA (The European Competitive Telecommunications Association), l’associazione che si batte per una regolamentazione del mercato delle telecomunicazioni a difesa degli operatori alternativi, con una precisa accusa agli operatori mobili incumbent .

In pratica si accusano Tim e Vodafone, i due incumbent del mercato mobile italiano, di esercitare una politica discriminatoria imponendo prezzi eccessivi sui costi di terminazione, il pedaggio che gli operatori mobili chiedono, all’operatore da cui parte la chiamata, sia esso operatore fisso o mobile, per farla transitare sulla propria rete. La condizione attuale – secondo Ecta – rende estremamente costoso chiamare utenti appartenenti ad altri operatori e a pagarne le conseguenze sono i consumatori. L’associazione si è ora rivolta al commissario europeo per le comunicazioni, Viviane Reding, affinché nelle proposte sui costi previste per la fine di questo mese si prendano dei provvedimenti atti a ridurre le tariffe praticate fino a questo momento. 

La Commissione Europea, va ricordato, già si è mossa in questo senso e pure aveva polemizzato con AgCom per le sue tabelle dei futuri costi di interconnessioni italiani (vedasi “Un regalo da 3 miliardi di euro” e “Addio autoricariche). Interessante comunque è un’analisi della stessa associazione sui vari fattori in campo, come riporta ICT Watch:

Ecta stima che il costo attuale in eccesso rispetto al costo reale dei costi di terminazione nei 27 Paesi della UE ammonti a 100 miliardi di euro e che essi siano 9-10 volte più alti di quelli praticati sulle reti fisse.

Vero è che tutti gli operatori mobili impongono costi di terminazione più o meno allineati ai costi praticati dagli incumbent, ma il meccanismo favorisce ovviamente la dimensione per numero di utenti, anche nel caso venga applicata la regola asimettrica, vale a dire quando i costi di terminazione per ciascun operatore vengono stabiliti in base al numero di utenti, più basso per chi ha più utenti, più alto per chi ne ha meno. Tuttavia la logica è anti concorrenziale, Supponiamo che Vodafone e Telecom possiedano ciascuno il 40% delle utenze mobili e Wind e H3G rispettivamente il 10%. Ciò significa che il costo di terminazione per un utente Vodafone o Telecom può gravare sul 60% del traffico, mentre su utenti Wind e H3G, pesa per il 90%. Per riuscire a competere sul costo delle telefonate e offrire sul mercato prezzi concorrenziali Wind e H3G devono sostenere costi più alti a parità di traffico gestito. E per operatori che hanno quote di mercato ancora minori il costo diventa proibitivo. In base alle analisi di Ecta la media europea dei costi di terminazione è al momento di 9 centesimi di euro al minuto, sebbene le tariffe siano diverse da paese a paese e non vi sia omogeneità tra i differenti operatori.

Da qui bisogna ripartire, senza pianti e lamenti. Il discorso è ampio, attenzione soprattutto a non cadere nel tranello che può costare caro solo ai consumatori e far contenti allo stesso tempo i soliti noti.

[via ICT Watch]

Una risposta a “Costi di terminazione, il parere dell’ECTA”

  1. Innocenza Genna, presidente di Ecta afferma anche ( vedere comunicato Stampa) che l’introduzione di tariffe per la ricezione delle chiamate non sarebbe affatto una novità negativa, poichè secondo lui ” effettuare chiamate in Europa è in media molto più costoso rispetto a ricevere ed insieme effettuare chiamate negli Stati Uniti…”
    Ho dei dubbi a tal proposito…AndreA che ne pensi?

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