Accadeva un anno fa (o quasi)

Un anno fa (o quasi) scrivevo del mancato trasferimento del credito residuo di Vodafone. Credito che poi sarebbe stato trasferito dopo 69 giorni.

Ovviamente con fax dietro fax compreso quello sulla richiesta di risarcimento per una risposta tardiva di ben 24 giorni sui massimi 45 che prevede la carta dei servizi.

La richiesta originaria era di novembre 2008, ottengo il tutto a 2009 inoltrato mentre il rimborso, ottenuto tramite conciliazione, per la ritardata operazione è stato deciso due giorni fa.

Considerato che l’assegno è previsto entro 90 gg. vi sembrano normali 15 mesi per chiudere semplicemente una richiesta d’assistenza standardizzata dallo stesso gestore?

Ovviamente, oggi è Vodafone e domani è chiunque altro. Ma se quello delle TLC è il mercato più concorrenziale ed aperto nel nostro panorama, il bianco della neve odierna è offuscato da neri presagi sui diritti dei consumatori… anche perché so benissimo di essere una mosca bianca nell’avere così tanta pazienza (e perché no, tempo a disposizione) per semplici ma importanti battaglie di principio.

Se due anni possono bastare…

Due anni, tre mesi e un paio di giorni. Oltre a due segnalazioni all’Antitrust, una serata in TV a “Mi Manda Rai3”, una giornata al Corecom Toscana per una (mancata) conciliazione e diversi passaggi in Tribunale di RTI.

Questo il tempo atteso e le attività svolte per 16 (sedici) euro di rimborso che dalla fine di giugno 2007 mi era dovuto da Mediaset Premium.

Se la mia caparbietà indubbiamente mi è costata più di quanto mi è stato rimborsato, c’è da chiedersi che figura possa fare mai RTI in una lunga guerra dove, al di là di singole battaglie, ha perso capra, cavoli e non solo…

Ah dimenticavo: la mia richiesta di rimborso era di fine luglio 2009. Siamo ad ottobre, il rimborso è arrivato oltre quella Carta dei Servizi che a Cinisello Balsamo deve restare proprio antipatica…

A volte arriva la redenzione dei gestori

Pochi mesi il trasferimento del credito di una sim Vodafone era stato così paradossale da non poter sembrare vero. Oggi, dopo vario tempo e una conciliazione al Corecom, noto che – oltre alla “portabilità del credito” tra gestori diversi – il gestore si è rinsavito e permette di inviare la modulistica per la restituzione del credito residuo anche via fax.

E pensare che con il sottoscritto si ostinavano a dire che dovevo farlo via posta ordinaria e che la mia modulistica via raccomandata A/R non era valida… speriamo che, nel suo piccolo, sia servita anche la mia esperienza passata.

Portabilità del numero e… del credito

Siamo ormai al countdown.

Mancano, infatti, solo sette giorni al trasferimento del credito tra gli operatori mobili. Se ne parlava addirittura dalla fine degli anni ’90, si è dovuta aspettare prima la MNP e poi questa decisione per permettere, come prevedeva probabilmente la più ovvia delle evoluzioni per il cambi ooperatore, il passaggio del credito residuo delle schede ricaricabili in concomitanza alla portabilità.

Una pratica che, se attuata in contemporanea alla nascita del 3° e del 4° gestore, avrebbe portato maggiori benefici ai conti di Wind e H3G (nonché alla concorrenza) in questi anni. Si arriva invece al 10 agosto 2009 per avere tutto questo.

La ricarica e l’accredito verranno erogati al cliente direttamente dal nuovo operatore (recipient), ma l’importosu cui speriamo ci sia la massima trasparenza, nda – viene definito dal vecchio operatore (donating), che ha facoltà di detrarre dal credito residuo:

  • i bonus e le ricariche omaggio presenti nel credito residuo;
  • un costo per il servizio di trasferimento credito.

Il servizio di trasferimento del credito ha un costo per il Cliente: tale costo viene definito dal vecchio operatore e viene incassato sempre da quest’ultimo (e non dal nuovo operatore) attraverso un addebito sul vecchio credito disponibile. Per avere un’idea sui costi le anticipazioni di Vodafone al riguardo evidenziano una cifra ragionale: 1,5 euro circa.

Mediaset Premium, chi la dura la vince

Chi ha seguito la mia storia con Mediaset Premium in tutti questi anni probabilmente sorriderà leggendo questo post.

A fine 2006 segnalo la scadenza, a marzo 2007 arriva il decreto Bersani, due mesi dopo vado a “Mi Manda Rai3” dove RTI dice che quel credito non è esigibile dai clienti. Alla fine dello stesso anno vado al Corecom e non concilio con Mediaset: proseguono le segnalazioni ad Agcom ed Antitrust, la TV digitale inizia a restituire il credito ai nuovi clienti (e a parte di quelli vecchi…) ma non a chi, come me, aveva la scadenza del 30 giugno 2007. Tanto che utenti (più o meno prezzolati) dicono che ho torto, che “era scritto chiaramente“… beh, avrà anche avuto ragione RTI ma pare che ci abbiano ripensato.

Ora mi pare eccessivo urlare vittoria, ma leggete bene qua sotto.

Sono disponibili i primi centri di raccolta delle tessere Mediaset Premium scadute il 30/06/2007 e il 30/06/2008.

I clienti Premium di Milano e Roma possono recarsi presso uno dei seguenti indirizzi muniti della tessera scaduta per ottenere il trasferimento del credito residuo su un’altra tessera oppure di restituzione del credito residuo accumulato e non fruito in denaro.

Mediaset Premium verificherà la presenza del credito residuo sulla tessera scaduta e procederà al trasferimento dello stesso sulla nuova tessera indicata dall’utente al netto dei costi relativi alla gestione dell’operazione (pari ad euro 2,50 + euro 0,50 (iva) per un totale di euro 3,00).[…]

[via Digital Sat]

Cosa farò? Aspetterò il centro di raccolta di… Firenze 😉 La scheda è ancora lì in attesa di rimborso, non si era certo arresa alle prime difficoltà! Ormai mi dovreste conoscere…

Mediaset Premium, bastone e carota per il credito residuo

Mi sono occupato spesso di Mediaset Premium e della questione del credito residuo, andando financo in televisione a parlare in diretta su Mi Manda Rai3. E la questione, spinosa, ha smosso molti consumatori ed associazioni di cui consumatori. Con esiti, almeno quelli odierni, piuttosto bizzarri. Due notizie, una di seguito l’altro, dicono tutto e il contrario di tutto:

  1. Bollettino n. 45 dell’AgCm;
  2. Tribunale di Roma, decisione del 22 dicembre 2008: il Tribunale ha ordinato a RTI di comunicare ai consumatori e utenti il riconoscimento del diritto di recesso dai contratti con scadenza al 30 giugno 2008 e al 30 giugno 2009 e il diritto alla restituzione del credito residuo alla data del recesso o della scadenza del contratto, o alla sua trasferibilità su nuova pay card, il tutto senza costi ingiustificati, per i contratti con scadenza al 30 giugno 2007, al 30 giugno 2008 e al 30 giugno 2009.

Allora intendiamoci: il credito residuo delle schede con scadenza il 30 giugno 2007 in pratica ancora non ha alcun rimborso, quelle con scadenza successiva sì ma in maniera onerosa. Come per gli utenti – vedasi il sottoscritto – del 2007. Ma non  è così onerosa secondo l’Antitrust. Se Adiconsum è moderatamente soddisfatta, il sottoscritto non lo è affatto.

Vediamo perchè. Al sottoscritto RTI ha ribadito più volte che “non si poteva conoscere il credito delle sim scadute, è un nostro limite tecnico.” Limite a cui difficilmente ho sempre creduto tanto che leggo nel bollettino che l’Antitrust  che “[…] inoltre, è avallata dalla dichiarazione del soggetto fornitore del sistema di criptazione, che ha peraltro confermato la non  possibilità di alterazioni dell’importo del credito residuo successivamente alla scadenza della tessera, ed in particolare in sede di lettura.Quindi mi hanno mentito, ingenuo io a segnalare la cosa alla stessa Antitrust che tra l’altro ha ritenuto testimone affidabile un fornitore della stessa RTI: di solito si sceglie un parere esterno, a Catricalà forse sfugge che “il cliente (RTI in questo caso) ha sempre ragione”?

Ora vedrò di richiedere quei 16 euro in maniera “onerosa”, nonostante la conciliazione fallita il principio è rimasto…